Stefanie Minzenmay – Protected Privacy - Pubblicato da martin_inside

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Freddy Langer: "... Un miliardo di persone utilizza Instagram, giorno dopo giorno centinaia di milioni di immagini vengono caricate sulla piattaforma. E anche se i selfie ne rappresentano solo la minima parte e soltanto la minoranza usa la fotocamera più come specchio che come occhio, tuttavia la messa in scena di sé è diventata oggi, per molti giovani, parte della vita quotidiana e una forma mentis, a tal punto che di fianco a termini come “post-millennial” o “generazione X”, è diventato d’uso corrente anche quello di “generazione selfie”.
I selfie sono un affare. Accade ai livelli più alti, dove gli influencer guadagnano una fortuna. Ma anche ai livelli più bassi: qui i follow vengono scambiati con follow, like con like. Soltanto nel vortice di immagini Instagram trova la sua perfetta espressione di chimerico party perpetuo. Ma questo vortice è anche ciò che priva alcuni del senso di realtà e spinge a dimenticare che i social media sono una rampa di lancio verso lo spazio pubblico. Dovreste quindi immaginarvi piuttosto che cosa accadrebbe – Stefanie Minzenmay ha parlato così con i propri figli – se delle foto che vi ritraggono fossero attaccate al palo della luce davanti alla porta di casa. Che cosa è permesso sapere di voi agli amici, ai vicini, ai passanti in strada? ha domandato loro, quali informazioni rivelate? Così ha preso forma l’idea di una serie di ritratti “Protected Privacy – Protect Yourself!”, nella quale i figli possono in un certo qual modo rintanarsi in se stessi. Con i loro volti nascosti dietro pettinature stravaganti, queste fotografie non ammettono nessun’altra informazione che vada al di là della lunghezza o del colore dei capelli. Maschio o femmina? Giovane o vecchio? Da davanti o da dietro? Per qualcuno di questi scatti non varrebbe nemmeno la pena di provare a indovinare. Perciò queste fotografie illustrano la domanda che proprio i bambini di questa età si pongono continuamente: che cos’è un io?..."

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  • L'evento si tiene dal 12 Apr 2024 al 08 Giu 2024
    La visita guidata interattiva è condotta personalmente da Max Castlunger. Un gruppo di persone viene guidato attraverso la mostra e costantemente invitato a partecipare attivamente e a suonare insieme agli strumenti esposti. Durante questa esperienza, saranno fornite importanti informazioni sui materiali, le culture musicali, le tecniche di costruzione e di suonare di diverse tipologie di strumenti. Alla fine della visita, gli studenti e i visitatori possono liberamente provare gli strumenti. Quota di partecipazione: € 3,00 a persona + biglietto d‘ingresso al castello
  • Per "Il Parlamento delle Marmotte”, in collaborazione tra la Biennale Gherdëina e Ar/Ge Kunst Bozen, Eva Giolo ha prodotto il film Memory Is an Animal, It Barks with Many Mouths. Ambientato nelle valli che circondano le montagne delle Dolomiti, dei bambini immaginano le antiche leggende ladine mentre esaminano specchi d'acqua, buche e grotte alla ricerca di qualcosa di perduto o dimenticato. Attraverso una coreografia poetica, il film diventa un viaggio immaginario che collega passato e presente, creando risonanze tra il paesaggio, il pensiero magico e la lingua ladina - l'antico idioma retoromanzo protetto delle valli. Il progetto è un puzzle che si dispiega come una favola senza tempo.   La mostra ad Ar/Ge Kunst è a cura di Francesca Verga e Zasha Colah, e presenta un progetto di ricerca e film commissionato da Ar/Ge Kunst (Bolzano-Bozen), parte del programma di Biennale Gherdëina 9 - "The Parliament of Marmots" a cura di Lorenzo Giusti, realizzato con il sostegno di Biennale Gherdëina e del Flanders Audiovisual Fund.   Eva Giolo (1991, Belgio) è un'artista che lavora su pellicola analogica. Il suo lavoro si concentra in particolare sull'esperienza femminile, utilizzando strategie sperimentali e documentaristiche per esplorare i temi dell'intimità, della permanenza e della memoria, insieme all'analisi del linguaggio e della semiotica. Il suo lavoro è stato ampiamente esposto in festival, musei e gallerie a livello internazionale, tra cui Sadie Coles HQ, Harlan Levey Projects, WIELS, MAXXI-Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Kunsthalle Wien, International Film Festival Rotterdam, Kunstmuseum Den Haag, Viennale, FIDMarseille, Vision du Réel e New York Film Festival. È cofondatrice della piattaforma di produzione e distribuzione elephy.

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