Große Raubtiere und Aktivitäten im Freien - Veröffentlicht von Südtiroler Landesmuseen

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Event-Informationen

Sportarten im Freien werden immer beliebter. Dies hat Auswirkungen auf die Bedürfnisse von Wildtieren. Bei diesem Vortrag erklären die Referentinnen Clara Tattoni und Julia Stauder, wie verschiedene Tierarten auf den Menschen reagieren. Sie analysieren das Verhalten von zwei meist sehr scheuen Tierarten im Gebiet der Region Trentino Südtirol und zwar das von Braunbären und Wölfen: Aus den Daten der Fotofallen und Satellitenaufnahmen geht hervor, dass die Tiere sehr wohl wissen, wo sich Menschen befinden, und dass sie viel begangene Wege meiden.
Zudem stellen sie die Studie von EURAC research vor: Diese beschreibt, wie Touristinnen und Touristen Bären, Wölfe und andere Wildtierarten einschätzen. Was dieses Thema betrifft, beantwortet das Naturmuseum oft Fragen von in Südtirol lebenden oder von auswärts kommenden Menschen, die sich darüber informieren, was sie in der Natur unternehmen können, ohne dabei Tieren oder sich selbst zu schaden.

Clara Tattoni hat an der Universität Insubrien (Varese) in Umweltwissenschaften und Biodiversität promoviert. Sie lehrt an der Universität Trient, forscht im Bereich Wildtiere und arbeitet mit verschiedenen Museen, Umweltinstitutionen und Nationalparks zusammen.

Julia Stauder, Master of Science Naturschutz und Biodiversitätsmanagement und Master of Science Wildtierökologie und -management an der Universität Wien, ist wissenschaftliche Mitarbeiterin bei EURAC research, Institut für Regionalentwicklung.

Begrenzte Teilnehmerzahl, Anmeldung erforderlich unter der Telefonnummer 0471 412964 (Di – So, 10 – 18 Uhr)

In italienischer Sprache

Eintritt frei

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  • DIALOGO con lo storico Mario Avagliano sul libro "Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine. Le storie delle 335 vittime dell'eccidio simbolo della Resistenza" (Einaudi Editore) 24 marzo 1944, strage delle Fosse Ardeatine. Nelle vite delle 335 vittime, c'è tutta la storia d'Italia - sociale, politica, economica, culturale - e della Resistenza in una sorta di Spoon River italiana. Roma, 24 marzo 1944: in una cava sulla via Ardeatina, i tedeschi uccidono 335 uomini sparando a ognuno un colpo alla testa. Sono prigionieri politici e partigiani di tutte le forze antifasciste, civili e militari, molti ebrei, alcuni detenuti comuni e ignari cittadini estranei alla Resistenza, sacrificati in proporzione – che poi si rivelerà sbagliata per eccesso – di dieci a uno in seguito a un attacco partigiano in via Rasella, costato la vita a 33 militari del Reich. È il più grande massacro compiuto dai nazisti in un’area metropolitana e segnerà profondamente la storia e la memoria italiana del dopoguerra. Dell’eccidio delle Fosse Ardeatine molto si sa. Poco invece si conosce delle vicende individuali delle vittime, alle quali – tranne poche eccezioni – fino ad ora nelle cerimonie e nelle pubblicazioni era dedicata solo una riga con le generalità in un lungo elenco. Questo libro per la prima volta racconta la loro storia, una per una. Mario Avagliano, giornalista professionista e studioso di Storia contemporanea, è membro dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza e della Sissco e dirige il Centro Studi della Resistenza dell'Anpi di Roma-Lazio. Tra le sue opere: Roma alla macchia. Personaggi e vicende della Resistenza (Cava de' Tirreni 1997); «Muoio innocente». Lettere di caduti della Resistenza a Roma (in collaborazione con Gabriele Le Moli, Milano 1999). Per Einaudi ha curato il volume Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945 (2006) e ha pubblicato, con Marco Palmieri, Gli internati militari italiani. Diari e lettere dai lager nazisti 1943-1945 (2009), Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (2010) e Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici 1943-1945 (2012).
  • Presentazione del libro con l’autore Giacomo Sartori in dialogo con Alberto Faustini, direttore del quotidiano “Alto Adige”. Si potrà nutrire l’umanità senza devastare l’ambiente e senza gli attuali insostenibili impieghi di risorse? Come ritrovare un equilibrio tra quello che asportiamo dai terreni e quello che restituiamo loro? Le nostre conoscenze sono davvero così estese come diamo per presupposto? Le nuove tecnologie saranno davvero sempre determinanti, come si afferma spesso? Cosa ci insegnano le diverse forme di agricoltura del passato e presenti sui nostri rapporti con la natura? Agricoltura biologica e convenzionale sono davvero agli antipodi? A queste domande risponde lo scrittore Giacomo Sartori, esperto di suoli, inserendosi con le sue grandi competenze e la sua passione in un dibattito che egli stesso ci mostra essere purtroppo sbilanciato: i sostenitori degli approcci ecologici devono continuamente difendersi dallo strapotere delle visioni riduttive che vedono la natura come un oggetto inanimato che possiamo riorganizzare a nostro piacimento, un serbatoio da sfruttare fino in fondo. Nei suoi scritti conoscenza e pratica scientifica incontrano l’impegno civile e il passo della narrazione letteraria, mostrandoci che nell’attuale convergenza di crisi che riguardano tutto il pianeta, l’agricoltura ha un posto centrale. È con essa, e con le nostre abitudini alimentari, che i nostri margini per ottenere soluzioni sostenibili sono più ampi, è da essa che possiamo imparare a utilizzare prospettive e metodi compatibili con i complessi funzionamenti naturali.
  • English, Deutsch, Italiano, Español, Ladin

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