transart24 | May I Help You? - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

In collaborazione con la Fondazione Antonio Dalle Nogare, e nell'ambito della mostra retrospettiva «I just don’t like eggs!» Andrea Fraser on collectors, collecting, collections, il Festival Transart presenta la performance di Andrea Fraser May I Help You? (1991/2024). Eseguita per la prima volta in Italia e riattivata all'interno della collezione della Fondazione, la performance presenta sei diversi modi di relazionarsi con i beni culturali, ciascuno paradigmatico di una specifica classe sociale. Modulando la voce, la postura, il linguaggio e il rapporto con gli spettatori e con le opere d'arte, Fraser evidenzia come la cultura non sia solo oggettivata nelle cose, ma anche incarnata nelle persone. Presentando le dinamiche di affermazione e negazione che definiscono e differenziano queste modalità, Fraser mette in scena la funzione del consumo culturale per esprimere le gerarchie sociali e il nostro senso più intimo del sé.

Sono previste tre repliche di questo spettacolo alle ore 18:00, 19:00 e 20:00.

By and with Andrea Fraser

Solo su prenotazione

Biglietto acquistabile in anticipo tramite ticket.bz.it o prenotando il biglietto tramite tickets@transart.it.

Contatti :

Date e orari evento :

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    Sabato, domenica e lunedì, commedia scritta da Eduardo De Filippo nel 1959, racconta una crisi di un rapporto logorato dalla convivenza. Dei massimi capolavori del Teatro di Eduardo è il testo più borghese, quasi cechoviano; la sua conclusione lieta sembra la meno agrodolce, la più sinceramente solare. Il racconto è incentrato su una tradizionale domenica napoletana quando Peppino Priore e la moglie Rosa aprono le porte della propria casa a nonni, figli, nipoti, amici e vicini per ritrovarsi intorno a un tavolo. In questo clima di apparente convivialità basta poco per far esplodere le incomprensioni. Il pranzo è rovinato e la commedia si trasforma quasi in una tragicommedia dove, come quasi sempre accade nei testi di De Filippo, la famiglia è la vera protagonista. Scriveva De Filippo «In Sabato, domenica e lunedì c’è un’anticipazione dell’avvento del divorzio in Italia […] dietro la facciata bonaria si avverte un ammonimento a tutti i coniugi che non vanno d’accordo: spiegatevi, chiarite i vostri dubbi, i vostri tormenti». Luca De Fusco, regista dello spettacolo, la pensa in modo differente «la lieta riconciliazione di Rosa e Peppino ci commuove oggi forse più di ieri perché evidenzia la capacità di questa grande famiglia di comporre i conflitti. In questa commedia la famiglia Priore è una vera famiglia, compatta e affezionata ai propri rituali. Ci commuove anche perché sa curare le proprie ferite e tiene alla salute del gruppo come a un valore […]. Dal punto di vista della scrittura scenica cercherò di essere un regista-interprete, come un buon direttore d’orchestra, perché penso che Eduardo sia come Goldoni: si può interpretare, ma non stravolgere. […] Far sorridere non significa uscire dal sentiero dell’arte teatrale: Goldoni, Mozart, Cimarosa lo sapevano bene. E anche noi dobbiamo talvolta ricordarlo». commedia in tre atti di Eduardo De Filippo regia Luca De Fusco con Teresa Saponangelo, Claudio Di Palma e con Pasquale Aprile, Alessandro Balletta, Anita Bartolucci, Francesco Biscione, Paolo Cresta, Rossella De Martino, Renato De Simone, Antonio Elia, Maria Cristina Gionta, Gianluca Merolli, Domenico Moccia, Alessandra Pacifico Griffini, Paolo Serra, Mersila Sokoli scene e costumi Marta Crisolini Malatesta luci Gigi Saccomandi aiuto regia Lucia Rocco prodotto da Teatro di Roma - Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Biondo di Palermo, LAC - Lugano Arte e Cultura
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    Volevo essere Marlon Brando è una celebrazione del teatro e della vita, uno spettacolo che sa far sorridere, pensare, commuovere. Giancarlo Nicoletti firma una regia che esalta il carisma unico di Alessandro Haber, costruendogli attorno un racconto su misura: autentico, viscerale, a tratti spiazzante e senza filtri, ma sempre sincero. Un intreccio teatrale che non ha paura di osare, dove la parola si intreccia alla musica, la confessione al gioco scenico, la memoria al desiderio. Il risultato è uno spettacolo libero e indomabile, proprio come il suo protagonista: un attore che si mette in gioco fino in fondo, senza schermi né protezioni in un viaggio teatrale che è anche un atto d’amore per l’arte, per la vita e per il pubblico. Tutto comincia con una voce. Una voce che arriva da lontano… forse dal cielo, forse dalla coscienza. Una chiamata surreale e inaspettata che impone ad Alessandro Haber un conto alla rovescia: una settimana di tempo per fare ordine nella propria vita, nei propri ricordi, nei propri desideri, prima di un appuntamento inevitabile. È da questo spunto ironico, poetico e profondamente umano che prende vita questo spettacolo in cui Haber si mette a nudo, mescolando realtà e immaginazione, ricordi e visioni, ironia e malinconia. In scena, in un grande “camerino” dell’attore zeppo di ricordi e oggetti della memoria, una presenza femminile enigmatica e sorprendente, forse angelo, forse specchio, forse coscienza. E poi la musica: musicisti dal vivo e canzoni interpretate da Haber accompagnano e amplificano le emozioni, diventando parte integrante della narrazione. Il finale? Non è una risposta. È un punto di domanda lasciato aperto, come un sipario che si rifiuta di chiudersi del tutto. tratto dall’opera autobiografica Volevo Essere Marlon Brando di Alessandro Haber e Mirko Capozzoli, edito da Baldini&Castoldi con Alessandro Haber, Francesco Godina, Brunella Platania, Giovanni Schiavo regia e drammaturgia Giancarlo Nicoletti scene Alessandro Chiti disegno luci Antonio Molinaro musiche Oragravity produzione Goldenart Production, Il Rossetti Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con il sostegno del MiC - Ministero della Cultura durata 90 minuti
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