Martina Zanin - Please, Don't Ever Come Down - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Ci sono esseri umani, come mio padre, che sono indomabili come falchi. E, proprio come falchi, vedono gli altri come prede da attaccare, senza essere in grado di stringere relazioni. Solitari. Individui che feriscono altre persone che sono più come conigli o lepri.
Martina Zanin

A partire dall’esperienza autobiografica, in Please, Don’t Ever Come Down, Zanin esplora il rapporto padre-figlia attraverso la metafora del falco con la sua preda. Un racconto poetico di eredità, evoluzioni, e metamorfosi, che affronta i legami di sangue, familiari; le connessioni oniriche, immaginarie; e il rapporto tra l’uomo e l’animale.
Tra il poetico e lo scientifico, il privato e il pubblico, il presente e il passato, l’artista comunica con il padre assente trasferendo la sua figura nel mondo animale. Il falco è una creatura che incute terrore e fascino. Il parallelismo simbolico, non solo vuole definire un carattere aggressivo, ma anche solitario, e scostante. Impossibili da domare, i falchi appaiono e scompaiono secondo la loro volontà. Zanin riflette su come anche le forme di abbandono siano un’affermazione di potere. La preda è vittima di questa assenza-presenza che la insegue, proprio come il bagaglio familiare che ci portiamo dietro, i modelli e le dinamiche dai quali è difficile svincolarsi.
Attraverso un approccio multidisciplinare, che comprende l’utilizzo di fotografia, immagini di archivio familiare, scrittura, audio, video e scultura, l’artista sviluppa la corrispondenza metaforica tra la figura paterna e quella del falco, affrontando tematiche come l’aggressività, la violenza psicologica, e le dinamiche di potere e controllo all’interno dei legami familiari. Ci invita a riflettere su come gli incontri con gli animali siano sempre, in un certo senso, incontri con noi stessi.

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  • Camilla Prey, nata a Weimar (Germania) e cresciuta a Egna, è un’artista multidisciplinare. Ha una formazione in arti applicate, acquisita grazie ai suoi studi di gioielleria contemporanea a Lisbona e Tallinn. Dal 2022 è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. How many scales on the eye? è la sua prima mostra personale in Alto Adige. Il termine inglese “scale” significa misura, bilancia e scaglia, aprendo così un ampio spettro tra percezioni, misurazioni e metamorfosi. Le opere si muovono tra equilibrio e rovesciamento, tra stabilità e transitorietà. Cera, metallo, bilance, luce e cerchi creano un sistema fluido e non incentrato su un risultato, ma sulle immense possibilità in continuo mutamento. La mostra ruota attorno a questioni di visioni, misurazioni e tempo: comprensioni e stratificazioni, il rapporto tra l’osservazione e ciò che essa produce, e il momento in cui tempo e materia si sovrappongono. Le opere di Camilla Prey non intendono raffigurare questi concetti – li rendono fisici attraverso la loro presenza. I materiali entrano in relazione, dialogano tra loro, reagiscono. Gli spazi intermedi, le giunture e i punti di contatto si attivano a vicenda. Accanto a elementi fusi e modellati compaiono anche ready-made: oggetti della vita quotidiana il cui significato muta in nuovi contesti. Recano tracce di usura e memoria, che però non vengono raccontate, bensì tradotte in altre relazioni. Processi, frammenti e transizioni non sono disturbi, ma parte della forma. All’inaugurazione, la mostra viene attivata da un dialogo a due voci, una sorta di “calibrazione della percezione”. Due voci si muovono attraverso il linguaggio come uno strumento di misura: narrano di visione, peso, memoria e luce, e di ciò che accade quando la percezione diventa materia. Le voci cambiano ruolo, spostano i toni e annullano le gerarchie tra uomo e sistema, materia e ombra. How many scales on the eye? apre uno spazio che mette in discussione gli strumenti della nostra percezione. Testo: Léa Manoussakis di-Bona Inaugurazione: 06/12/2025 alle ore 18 Introduzione: Theresa Prey & Jack Strange
  • Mostra d'arte Bruno Flaim, Lucia Nardelli, Barbara Natter, Silvano Tacus, Elisabetta Vazzoler, Katherina Zoeggeler Galleria Civica di Bolzano Vernissage 26/07/2023 ore 18:00
  • Una serata intima e vibrante dedicata alla fisarmonica: un viaggio che attraversa Piazzolla, Galliano, le mie composizioni originali e quei territori di confine dove il suono diventa racconto. Un concerto per pochi ospiti, da vivere da vicino, respirando ogni sfumatura, ogni pausa, ogni tensione del mantice. Ospite speciale della serata: Loreno Ferrarese, la cui presenza porterà un’energia nuova e un dialogo musicale spontaneo, tutto da scoprire.

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