Viviane Sassen - Stanze - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Foto Forum Bolzano presenta Stanze di Viviane Sassen, una mostra che riunisce immagini da - Flamboya, Parasomnia, Pikin Slee, Umbra e Of Mud and Lotus.

Lavori provenienti da diversi capitoli dell'opera dell'artista si intrecciano in configurazioni suggerite da affinità di forme, colori e atmosfere oniriche; le pareti della galleria diventano ognuna una poesia visiva indipendente, una strofa in cui le immagini sono parole e le sequenze hanno il loro proprio ritmo.

Le fotografie di Sassen sconvolgono costantemente le nostre percezioni abituali perché alcune risultano accuratamente costruite mentre altre sono scene casuali. Ciò ci lascia incert* su quali siano finzioni immaginarie e quali scene di vita reale. L'ambiguità tra realismo e astrazione, che caratterizza il suo lavoro, emerge nel gioco di giustapposizioni e associazioni, portando alla luce le influenze surrealiste presenti nella sua pratica, in una conversazione su trasformazioni e travestimenti.

Nelle parole di Sassen:
"Amo la fluidità di ciò che la fotografia può essere. Mi intriga il modo in cui si può estrarre un'immagine dal contesto originale e trasformarla in qualcos'altro, per poi portarla ancora da qualche altra parte. Il significato dell'immagine può cambiare se la si mette in un contesto diverso. Mi sono spesso rapportata alle mie immagini come a parole o frasi con le quali è possibile creare molteplici storie o poesie".

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  • Visita guidata Sabato 17 gennaio 2026, ore 10–13 Partenza dal Monumento alla Vittoria, Bolzano. Un percorso tra musei e spazi pubblici esplora il confine come luogo di attraversamento, memoria e trasformazione. Le opere di otto artistɜ internazionalɜ: Pamela Dodds, Esra Ersen, Boris Missirkov & Georgi Bogdanov, Ivan Moudov, Karin Schmuck, Zorka Wollny e ZimmerFrei (Anna de Manincor) affrontano migrazione, identità e paesaggio. La visita, insieme al collettivo Rotte Balcaniche, intreccia arte e attivismo per riflettere sui confini come spazi di violenza, solidarietà e resistenza.
  • Una serata intima e vibrante dedicata alla fisarmonica: un viaggio che attraversa Piazzolla, Galliano, le mie composizioni originali e quei territori di confine dove il suono diventa racconto. Un concerto per pochi ospiti, da vivere da vicino, respirando ogni sfumatura, ogni pausa, ogni tensione del mantice. Ospite speciale della serata: Loreno Ferrarese, la cui presenza porterà un’energia nuova e un dialogo musicale spontaneo, tutto da scoprire.
  • Camilla Prey, nata a Weimar (Germania) e cresciuta a Egna, è un’artista multidisciplinare. Ha una formazione in arti applicate, acquisita grazie ai suoi studi di gioielleria contemporanea a Lisbona e Tallinn. Dal 2022 è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. How many scales on the eye? è la sua prima mostra personale in Alto Adige. Il termine inglese “scale” significa misura, bilancia e scaglia, aprendo così un ampio spettro tra percezioni, misurazioni e metamorfosi. Le opere si muovono tra equilibrio e rovesciamento, tra stabilità e transitorietà. Cera, metallo, bilance, luce e cerchi creano un sistema fluido e non incentrato su un risultato, ma sulle immense possibilità in continuo mutamento. La mostra ruota attorno a questioni di visioni, misurazioni e tempo: comprensioni e stratificazioni, il rapporto tra l’osservazione e ciò che essa produce, e il momento in cui tempo e materia si sovrappongono. Le opere di Camilla Prey non intendono raffigurare questi concetti – li rendono fisici attraverso la loro presenza. I materiali entrano in relazione, dialogano tra loro, reagiscono. Gli spazi intermedi, le giunture e i punti di contatto si attivano a vicenda. Accanto a elementi fusi e modellati compaiono anche ready-made: oggetti della vita quotidiana il cui significato muta in nuovi contesti. Recano tracce di usura e memoria, che però non vengono raccontate, bensì tradotte in altre relazioni. Processi, frammenti e transizioni non sono disturbi, ma parte della forma. All’inaugurazione, la mostra viene attivata da un dialogo a due voci, una sorta di “calibrazione della percezione”. Due voci si muovono attraverso il linguaggio come uno strumento di misura: narrano di visione, peso, memoria e luce, e di ciò che accade quando la percezione diventa materia. Le voci cambiano ruolo, spostano i toni e annullano le gerarchie tra uomo e sistema, materia e ombra. How many scales on the eye? apre uno spazio che mette in discussione gli strumenti della nostra percezione. Testo: Léa Manoussakis di-Bona Inaugurazione: 06/12/2025 alle ore 18 Introduzione: Theresa Prey & Jack Strange

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