Da più di dieci anni ormai, la sassofonista e compositrice svizzera Sarah Chaksad arricchisce con varie formazioni la scena jazzistica europea. Il suo progetto con il Large Ensemble vuole essere un appello alla coesione al di là dei confini politici. “Together” coniuga la ricchezza sonora, la profondità di campo e il dinamismo di un “ensemble allargato” con assoli di grande spessore.
Sassofono soprano, sassofono contralto: Sarah Chaksad
Flauto: Christoph Bösch
Voce: Sissel Vera Pettersen
Sassofono tenore, clarinetto basso: Fabian Willmann
Corno di bassetto, clarinetto: Catharine Delaunay
Tromba, corno di capra: Hildegunn Øiseth
Trombone a valvole, eufonio: Paco Andreo
Trombone: Lukas Wyss
Tuba: Sophia Nidecker
Chitarra: Fabio Gouvea
Pianoforte: Julia Hülsmann
Basso: Dominique Girod
Batteria: Eva Klesse
Sponsor dell’evento: Schweizer Kulturstiftung Pro Helvetia
Programma:
Together
Due violini, un violoncello, un pianoforte e un’enorme energia creativa: da oltre vent’anni le quattro virtuose di Amburgo sono ospiti nelle sale da concerto di tutto il mondo con i loro “masterpieces of classical comedy” (New York Times) che entusiasmano il pubblico con vertiginosi voli pindarici tra Vivaldi e acrobazie vocali, tango e polizieschi, rap e Rachmaninov.
Il nuovo progetto “Heimat” chiude la trilogia di concerti iniziata con “Liebe” e “Träume”. Che cosa significa Heimat? È un luogo, una tradizione, un sentimento? O forse le persone che ci circondano? O ancora le parole, le lingue e i suoni? Con la stessa naturalezza un po’ trasognata con la quale suonano musica di tutto il mondo, i quattro rispondono a modo loro: i salutsalon si sentono a casa ovunque, e la loro vera Heimat è la musica.
Programma:
Heimat
Nell’estate del 1901, la più prolifica della sua vitia, Mahler compose, oltre ai primi tre movimenti della Sinfonia n. 5, anche quattro dei cinque Rückert-Lieder. Dopo l’emorragia intestinale che ne mise a rischio la vita, Mahler si confrontò con il tema della morte. L’ultimo Rückert-Lied, “Liebst du um Schönheit”, è dedicato alla moglie Alma, da poco sposata.
Nel gennaio del 1901 Jean Sibelius iniziò a comporre la Sinfonia n. 2, eseguita per la prima volta a Helsinki nel marzo 1902. Sibelius definiva l’opera “musica assoluta” senza intenti programmatici, ma il pubblico vi percepì allusioni al dominio russo sulla Finlandia sotto lo zar Nicola II. Paradossalmente, la sinfonia risente l’influsso dei compositori russi, ma è anche la prima opera nella quale Sibelius sviluppa appieno il suo peculiare linguaggio tonale.
Direttore: Sir John Eliot Gardiner
Programma:
Gustav Mahler: Rückert-Lieder
Jean Sibelius: Sinfonia n. 2, op. 43
Una coproduzione della Fondazione Busoni-Mahler di Bolzano e della Fondazione Euregio Centro Culturale Gustav Mahler Dobbiaco
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