Festival delle Resistenze contemporanee 2017 - Identità. Ospite speciale: Platinette - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Alla scoperta di Bolzano!
Un gioco itinerante per conoscere il lato nascosto della città. Utilizzando il proprio smartphone grazie all’app artwalks sviluppata dai giovani del progetto make it visible, i partecipanti potranno scoprire con occhi diversi nuovi luoghi di Bolzano.

Viaggiatori consapevoli e nuove forme di turismo culturale
Cosa vuol dire “fare turismo” oggi e quali ruolo può avere la dimensione culturale? Quanti volti si possono raccontare di una stessa città? E quali opportunità possono nascere per gli stessi abitanti? Ne discutono Patrizio Roversi, Fabrizio Pozzoli e Paolo Pavan moderati dalla travel blogger Francesca Campigli.

Sharopoly.
Socializzazione ludica attraverso il gioco da tavolo sviluppato da Ascolto Giovani Merano attraverso i Percorsi di Resistenze 2016.

Una passeggiata particolare.
Un piccolo viaggio nel tempo passando dalla città nuova a quella più vecchia per scoprire la Bolzano che fu. A cura di Marco Pugliese.

Bolzanism.
Racconti dell’abitare a Bolzano. Restituzione in itinere del progetto di Cooperativa 19 e Campomarzio che mira a ricostruire e rappresentare l’evoluzione dell’abitare a Bolzano.

Abbiamo bisogno di essere rianimati!
Molière, Paolo Rossi e gli over 65 bolzanini si riprendono le piazze con il Teatro Popolare. Un modo alternativo di mettere in dialogo generazioni diverse e abitare gli spazi pubblici.

Identità a confronto.
Mauro Coruzzi, in arte Platinette, si racconta e stimola il pubblico del Festival a riflettere su quanto si possa “giocare seriamente” con il tema dell’identità.

Contatti :

Date e orari evento :

Potrebbe interessarti anche :

  • Presentazione dei libri Limitis. e Through the Prism of Borders con Katia Anguelova, Angelika Burtscher, Sabine Gamper e Karin Schmuck Quando: 20 gennaio 2026, ore 19 Dove: Lungomare, via Rafenstein 12
  • Visita guidata Sabato 7 febbraio 2026, ore 10–13 Partenza dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Bolzano. Un percorso tra musei e spazi pubblici esplora il confine come luogo di incontro, memoria e trasformazione. Le opere di otto artistɜ internazionalɜ: Pamela Dodds, Esra Ersen, Boris Missirkov & Georgi Bogdanov, Ivan Moudov, Karin Schmuck, Zorka Wollny e ZimmerFrei (Anna de Manincor) affrontano migrazione, identità e paesaggio. La visita, insieme a Ingrid Kofler, sociologa e docente alla Libera Università di Bolzano, intreccia arte, cultura e ricerca sui processi di trasformazione e convivenza.
  • Camilla Prey, nata a Weimar (Germania) e cresciuta a Egna, è un’artista multidisciplinare. Ha una formazione in arti applicate, acquisita grazie ai suoi studi di gioielleria contemporanea a Lisbona e Tallinn. Dal 2022 è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. How many scales on the eye? è la sua prima mostra personale in Alto Adige. Il termine inglese “scale” significa misura, bilancia e scaglia, aprendo così un ampio spettro tra percezioni, misurazioni e metamorfosi. Le opere si muovono tra equilibrio e rovesciamento, tra stabilità e transitorietà. Cera, metallo, bilance, luce e cerchi creano un sistema fluido e non incentrato su un risultato, ma sulle immense possibilità in continuo mutamento. La mostra ruota attorno a questioni di visioni, misurazioni e tempo: comprensioni e stratificazioni, il rapporto tra l’osservazione e ciò che essa produce, e il momento in cui tempo e materia si sovrappongono. Le opere di Camilla Prey non intendono raffigurare questi concetti – li rendono fisici attraverso la loro presenza. I materiali entrano in relazione, dialogano tra loro, reagiscono. Gli spazi intermedi, le giunture e i punti di contatto si attivano a vicenda. Accanto a elementi fusi e modellati compaiono anche ready-made: oggetti della vita quotidiana il cui significato muta in nuovi contesti. Recano tracce di usura e memoria, che però non vengono raccontate, bensì tradotte in altre relazioni. Processi, frammenti e transizioni non sono disturbi, ma parte della forma. All’inaugurazione, la mostra viene attivata da un dialogo a due voci, una sorta di “calibrazione della percezione”. Due voci si muovono attraverso il linguaggio come uno strumento di misura: narrano di visione, peso, memoria e luce, e di ciò che accade quando la percezione diventa materia. Le voci cambiano ruolo, spostano i toni e annullano le gerarchie tra uomo e sistema, materia e ombra. How many scales on the eye? apre uno spazio che mette in discussione gli strumenti della nostra percezione. Testo: Léa Manoussakis di-Bona Inaugurazione: 06/12/2025 alle ore 18 Introduzione: Theresa Prey & Jack Strange

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