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Alps Move | CYCLIC ELEMENTS + ÉTAT SAUVAGE - Veröffentlicht von martin_inside

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Event-Informationen


CYCLIC ELEMENTS

Uraufführung

video+performance

Im Wesen des Tanzes geht der Atem über dem ewigen Fluss der Elemente auf, wo jede Bewegung den endlosen Zyklus des Lebens widerspiegelt.

Der Mensch als Bestandteil der Natur ist eingebettet in die wiederkehrenden Zyklen von Geburt, Wachstum, Verfall und Erneuerung. Das Tanzstück Cyclic Elements nimmt das Publikum mit auf eine Reise durch die vier klassischen Elemente – Erde, Wasser, Luft und Feuer – und zeigt, wie diese in ihrer kontinuierlichen Wandlung und zyklischen Wiederholung das Leben und die menschliche Existenz bestimmen. Der Fokus liegt auf der Wechselwirkung zwischen den Elementen und dem ständigen Fluss der Natur, der die Grundlage für die physische, emotionale und spirituelle Nahrung des Menschen bildet.

Konzept, Regie, Produktion, Kostüm: Sabine Raffeiner
Choreografie: Sabine Raffeiner und die Tänzer*innen
Darsteller*innen: Mirco Maccagnani, Giulia Manica, Hugo Olagnon
Foto & Video: Christian Lang
Musik und Sound: Verschiedene Künstler
Lichtdesign: Sabine Raffeiner, Crealight/Julian Marmsoler

Gefördert von Abteilung für Deutsche Kultur der Autonomen Provinz Bozen

Mit freundlicher Unterstützung von Arabesque Meran Asv – Balletschule/Scuola di danza, Maria Katzlinger

ÉTAT SAUVAGE

État Sauvage ist eine zeitgenössische Tanzperformance, die uns einlädt, mit dem ursprünglichsten und animalischsten Teil unserer Natur in Kontakt zu treten. Die Bühne verwandelt sich in einen Resonanzraum, in dem sich Gesten und Schwingungen ausbreiten und das gemeinsam Erlebte zu etwas tief Geteiltem macht. Die von Perkussionen geleiteten rhythmischen Bewegungen erzeugen eine instinktive Energie, die alle Beteiligten vereint. État Sauvage ist eine Reise, ein Ritual und eine Schwelle, die es zu überschreiten gilt; ein lebendiges Werk, das darauf abzielt, eine körperliche und spirituelle Erinnerung zu wecken.

Konzept, Choreografie, Kostüm: Francesca Ziviani
Darsteller*innen: Francesca Ziviani, Cloe Beillevaire, Elisa Barbier
Assistenz: Anastasia Kostner
Foto: Jean Claude Sanchis
Musik und Sound: Elisa Barbier
Lichtdesign: Jean Bastien Nehr
Produktion: Sens intérieur brut, Tanzschmiede/Fucinadanza

Gefördert von Klap – une maison pour la danse, Redplexus – Marseille/France, Abteilung für Deutsche Kultur der Autonomen Provinz Bozen, Region Trentino-Südtirol, Gemeinde Meran, Stiftung Südtiroler Sparkasse

Mit freundlicher Unterstützung von Pole 164, Klap – une maison pour la danse, Accrorap – Kader Attaou/Friche de la belle de mai – Marseille/France, Pavillon Noir Aix en Provence/France

Kontakte :

Datum und Uhrzeit des Events :

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  • Un apocrifo brechtiano Dopo aver scritto e interpretato un fortunatissimo apocrifo del Ruzante, Natalino Balasso si cimenta con Bertolt Brecht nell’intento di restituirci lo spirito di osservazione del drammaturgo tedesco nell’insidioso contesto contemporaneo. «Ovviamente non possiamo immaginare cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse, oggi, immerso nella nostra cultura, a ottant’anni dalla fine degli orrori nazisti, dentro un’economia e una finanza molto più complesse e stratificate. Eppure quegli orrori e la prevaricazione sono disgraziatamente attuali, sotto altre forme e con armi più subdole» scrive l’autore e attore veneto. «In questa Giovanna dei disoccupati i personaggi di Brecht agiscono in nuovi àmbiti e con nuove parole ma continuano ad essere immersi nel terreno della dominanza e della sudditanza. L’algoritmo può sembrarci meno cattivo, ma alla fine dei fatti risulta perfido e crudele come un padrone in carne ed ossa. Le multinazionali continuano a prevaricare, ferire e colpire i più deboli, in tutti i paesi. […] E poi ci sono le persone: milioni di singoli sempre più isolati, sempre più oppressi dal mondo commerciale-pubblicitario-social che sta massacrando le comunità. In questa massa di monadi emerge il superuomo economico, senza un pensiero vero e senza profondità. Come in Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, vedremo le vicende di Pierpont Mauler, dei suoi sottoposti, di Cridle, di Slift, della più grande lobbista del momento: la terribile Graham; un mondo di magnati al quale si oppone Giovanna Darko, con la sua comunità social‑socialista. Ma forse una comunità online non è una comunità, bensì una moltitudine di monadi che si raccontano il sogno della tribù. Questo, forse, è il vero dramma contemporaneo. Con tutta l’umiltà del caso viene presentato questo apocrifo brechtiano, come se fosse scritto sotto dettatura. Questo è possibile solo con l’aiuto dell’arte immutabile del teatro che, mentre ci diverte, come diceva Gramsci, tenta di gettare bombe nei cervelli». Dopo aver scritto e interpretato un fortunatissimo apocrifo del Ruzante, Natalino Balasso si cimenta con Bertolt Brecht nell’intento di restituirci lo spirito di osservazione del drammaturgo tedesco nell’insidioso contesto contemporaneo. «Ovviamente non possiamo immaginare cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse, oggi, immerso nella nostra cultura, a ottant’anni dalla fine degli orrori nazisti, dentro un’economia e una finanza molto più complesse e stratificate. Eppure quegli orrori e la prevaricazione sono disgraziatamente attuali, sotto altre forme e con armi più subdole» scrive l’autore e attore veneto. «In questa Giovanna dei disoccupati i personaggi di Brecht agiscono in nuovi àmbiti e con nuove parole ma continuano ad essere immersi nel terreno della dominanza e della sudditanza. L’algoritmo può sembrarci meno cattivo, ma alla fine dei fatti risulta perfido e crudele come un padrone in carne ed ossa. Le multinazionali continuano a prevaricare, ferire e colpire i più deboli, in tutti i paesi. […] E poi ci sono le persone: milioni di singoli sempre più isolati, sempre più oppressi dal mondo commerciale-pubblicitario-social che sta massacrando le comunità. In questa massa di monadi emerge il superuomo economico, senza un pensiero vero e senza profondità. Come in Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, vedremo le vicende di Pierpont Mauler, dei suoi sottoposti, di Cridle, di Slift, della più grande lobbista del momento: la terribile Graham; un mondo di magnati al quale si oppone Giovanna Darko, con la sua comunità social‑socialista. Ma forse una comunità online non è una comunità, bensì una moltitudine di monadi che si raccontano il sogno della tribù. Questo, forse, è il vero dramma contemporaneo. Con tutta l’umiltà del caso viene presentato questo apocrifo brechtiano, come se fosse scritto sotto dettatura. Questo è possibile solo con l’aiuto dell’arte immutabile del teatro che, mentre ci diverte, come diceva Gramsci, tenta di gettare bombe nei cervelli». di e con Natalino Balasso e con Marta Cortellazzo Wiel, Roberta Lanave, Graziano Sirressi regia Andrea Collavino scene Anusc Castiglioni costumi Sonia Marianni luci Stefano Dellepiane drammaturgia Natalino Balasso cura musicale Celeste Gugliandolo produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
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