Un apocrifo brechtiano Dopo aver scritto e interpretato un fortunatissimo apocrifo del Ruzante, Natalino Balasso si cimenta con Bertolt Brecht nell’intento di restituirci lo spirito di osservazione del drammaturgo tedesco nell’insidioso contesto contemporaneo. «Ovviamente non possiamo immaginare cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse, oggi, immerso nella nostra cultura, a ottant’anni dalla fine degli orrori nazisti, dentro un’economia e una finanza molto più complesse e stratificate. Eppure quegli orrori e la prevaricazione sono disgraziatamente attuali, sotto altre forme e con armi più subdole» scrive l’autore e attore veneto. «In questa Giovanna dei disoccupati i personaggi di Brecht agiscono in nuovi àmbiti e con nuove parole ma continuano ad essere immersi nel terreno della dominanza e della sudditanza. L’algoritmo può sembrarci meno cattivo, ma alla fine dei fatti risulta perfido e crudele come un padrone in carne ed ossa. Le multinazionali continuano a prevaricare, ferire e colpire i più deboli, in tutti i paesi. […] E poi ci sono le persone: milioni di singoli sempre più isolati, sempre più oppressi dal mondo commerciale-pubblicitario-social che sta massacrando le comunità. In questa massa di monadi emerge il superuomo economico, senza un pensiero vero e senza profondità. Come in Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, vedremo le vicende di Pierpont Mauler, dei suoi sottoposti, di Cridle, di Slift, della più grande lobbista del momento: la terribile Graham; un mondo di magnati al quale si oppone Giovanna Darko, con la sua comunità social‑socialista. Ma forse una comunità online non è una comunità, bensì una moltitudine di monadi che si raccontano il sogno della tribù. Questo, forse, è il vero dramma contemporaneo. Con tutta l’umiltà del caso viene presentato questo apocrifo brechtiano, come se fosse scritto sotto dettatura. Questo è possibile solo con l’aiuto dell’arte immutabile del teatro che, mentre ci diverte, come diceva Gramsci, tenta di gettare bombe nei cervelli». Dopo aver scritto e interpretato un fortunatissimo apocrifo del Ruzante, Natalino Balasso si cimenta con Bertolt Brecht nell’intento di restituirci lo spirito di osservazione del drammaturgo tedesco nell’insidioso contesto contemporaneo. «Ovviamente non possiamo immaginare cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse, oggi, immerso nella nostra cultura, a ottant’anni dalla fine degli orrori nazisti, dentro un’economia e una finanza molto più complesse e stratificate. Eppure quegli orrori e la prevaricazione sono disgraziatamente attuali, sotto altre forme e con armi più subdole» scrive l’autore e attore veneto. «In questa Giovanna dei disoccupati i personaggi di Brecht agiscono in nuovi àmbiti e con nuove parole ma continuano ad essere immersi nel terreno della dominanza e della sudditanza. L’algoritmo può sembrarci meno cattivo, ma alla fine dei fatti risulta perfido e crudele come un padrone in carne ed ossa. Le multinazionali continuano a prevaricare, ferire e colpire i più deboli, in tutti i paesi. […] E poi ci sono le persone: milioni di singoli sempre più isolati, sempre più oppressi dal mondo commerciale-pubblicitario-social che sta massacrando le comunità. In questa massa di monadi emerge il superuomo economico, senza un pensiero vero e senza profondità. Come in Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, vedremo le vicende di Pierpont Mauler, dei suoi sottoposti, di Cridle, di Slift, della più grande lobbista del momento: la terribile Graham; un mondo di magnati al quale si oppone Giovanna Darko, con la sua comunità social‑socialista. Ma forse una comunità online non è una comunità, bensì una moltitudine di monadi che si raccontano il sogno della tribù. Questo, forse, è il vero dramma contemporaneo. Con tutta l’umiltà del caso viene presentato questo apocrifo brechtiano, come se fosse scritto sotto dettatura. Questo è possibile solo con l’aiuto dell’arte immutabile del teatro che, mentre ci diverte, come diceva Gramsci, tenta di gettare bombe nei cervelli». di e con Natalino Balasso e con Marta Cortellazzo Wiel, Roberta Lanave, Graziano Sirressi regia Andrea Collavino scene Anusc Castiglioni costumi Sonia Marianni luci Stefano Dellepiane drammaturgia Natalino Balasso cura musicale Celeste Gugliandolo produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

Seit 10 Jahren verwandelt die Licht- und Musikshow Brixen zur Weihnachtszeit in ein magisches Erlebnis. Zur Jubiläumsfeier erwartet euch 2025 etwas ganz Besonderes: Die französischen Lichtkünstler Spectaculaires haben gemeinsam mit der Musiklegende Giorgio Moroder ein völlig neues immersives Spektakel geschaffen. Der Oscar-, Grammy- und Golden Globe-Gewinner hat eigens für "OOPS" einen originellen Soundtrack komponiert, der die 20-minütige Show zu einem unvergesslichen Erlebnis macht. Begleitet das kleine Wesen Oops auf seiner außergewöhnlichen Reise und unterstützt gleichzeitig UNICEF - denn mit jedem Ticket fließt 1€ direkt an das Wash Zambia-Programm, um das Leben von Kindern in Afrika zu verbessern. Eine Show, die alle Altersgruppen begeistert und zum Träumen einlädt! Die Geschichte Ein Abenteuer zwischen Lichtern, Musik und Träumen Es ist Heiligabend, und wir befinden uns auf einer festlich belebten Straße, umgeben von Lachen und Farben, wo sich ein kleines Wesen – Oops – in einer Menge von Erwachsenen verirrt. Unsichtbar für die Augen der Erwachsenen, klammert es sich an den Faden seines Luftballons, dem einzigen Bezugspunkt in einer zu großen Welt. Doch als es ihn verliert, beginnt eine außergewöhnliche Reise: eine Verfolgungsjagd zwischen Traum und Wirklichkeit, die es durch imaginäre Welten, unmögliche Architekturen und atemberaubende Szenarien führt. Zwischen funkelnden Geschenkfabriken, verzauberten Wäldern und geheimnisvollen Schlössern jagt Oops seinem roten Luftballon hinterher, einem Symbol für Sehnsucht, Wachstum und Freiheit. Jeder Ort ist eine Entdeckung, ein Abenteuer, das die Fantasie herausfordert und das Staunen weckt. Diese visuelle Geschichte wird durch die Magie der französischen Lichtkünstler Spectaculaires - Allumeurs d'Images zum Leben erweckt. Die Meister des monumentalen Videomappings, die mit ihren Kreationen Plätze und Gebäude in traumhafte Welten verwandeln und Licht und Farbe atmen. Begleitet wird die Reise von einem originellen und überwältigenden Soundtrack, der von Giorgio Moroder, einer lebenden Legende der elektronischen Musik, Oscar-, Grammy- und Golden Globe-Gewinner, komponiert wurde. Eine Show für alle Altersgruppen, in der jeder Zuschauer ein Stück seines inneren Oops wiederentdecken kann. Ein immersives Erlebnis, das begeistert, unterhält, überrascht und – warum nicht – zum Träumen anregt. Darüber hinaus wird für jedes verkaufte Ticket 1 € (und 0,50 € für Kinderkarten) an UNICEF Wash Zambia-Programm gespendet, um das Leben von Millionen von Kindern in Afrika zu verbessern. Die Initiative ist Teil der Kulturolympiade Mailand Cortina 2026 - Barrierefreier Zugang - Keine Hunde erlaubt!

Celebre titolo del grande repertorio classico, Il lago dei cigni narra la storia d’amore tra il principe Siegfried e Odette, principessa trasformata in cigno dal perfido mago Rothbart. Tra grandi feste di corte, scene d’amore incantate, sortilegi ed inganni, questo grande titolo porta in scena tutto il fascino del balletto e della tecnica classica, narrando una delle avventure d’amore più importanti della storia del teatro. Il prestigio e la notorietà senza tempo raggiunti da Il lago dei cigni sono esaltati dalla musica ispiratrice di Pëtr Il’ič Čajkovskij e dalla grande inventiva ed espressività delle coreografie di Marius Petipa, qui reinterpretate da Marco Batti, direttore artistico del Balletto di Siena. La genialità del suo potenziale coreografico e artistico culmina nel tradurre la relazione tra il corpo umano e le movenze dei cigni. Balletto di repertorio classico in tre atti e quattro quadri primi ballerini Chiara Gagliardo, Filippo Del Sal, Giuseppe Giacalone ballerini solisti Elena Badalassi, Matilde Campesi coreografie originali Marius Petipa riallestimento coreografico Marco Batti musiche Pëtr Il’ič Čajkovskij costumi Jasha Atelier, Nataliia Dolyk light designer Giovanni Monzitta scenografie S.I.R.T. srl produzione Balletto di Siena durata: 120 minuti