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Die Südtiroler Städtetheater präsentieren: DER TRAAM - Veröffentlicht von martin_inside

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Event-Informationen

Elektronisches Musical über Liebe und Wohnen der Gebrüder Gamper nach einer Vorlage von Selma Mahlknecht

Milena Milicevic wünscht sich eine Wohnung in der Stadt, doch das erweist sich als schwierig – bis sie sich Frau Müller nennt. Bei ihrer Suche wird sie von der Maklerin Lukrezia Froidl unterstützt. Milenas Partner Alex hingegen möchte einfach nur sein Heimathaus, das an einem Steilhang liegt, ausbauen und dort ein ruhiges Leben mit seiner Milena und dem ersehnten Nachwuchs genießen. Ihm im Weg steht dabei sein Adoptiv-Onkel Dave: Der Alt-Hippie sieht sich als Mentor von Alex und ist über dessen Entwicklung zum Spießer höchst unerfreut. Als der Steilhang sein erstes Opfer fordert, nehmen die Dinge ihren Lauf.

Nach einer Vorlage der international erfolgreichen Autorin Selma Mahlknecht hat Theater-Enfant Terrible Dietmar Gamper ein humorvolles Stück geschrieben, das große Themen unserer Zeit verhandelt: Es geht ums Wohnen, ums Zusammenleben und um den lieben Kapitalismus, der allzu oft zum Architekten der eigenen Wohn(t)räume wird.

Unter der Leitung des musikalischen Multitalents Simon Gamper wird die Supergroup Südtiroler Schauspieler:innen und die Zither-Meisterin Reinhilde Gamper das Publikum in ihren Bann ziehen. „Der Traam“ ist ein humorvoll-dialektaler Klagegesang über Wohnungs- und andere Nöte. Der Abend verspricht alles, was ein Musical zu bieten hat: große Gefühle, Tanznummern und natürlich jede Menge mitreißende Musik!

Adaption und Regie: Dietmar Gamper
Musik und musikalische Leitung: Simon Gamper
Mit René Dalla Costa, Georg Kaser, Brigitte Knapp und Viktoria Obermarzoner
E-Zither, Basszither, Sequenzer, Synthesizer, Drummachine: Reinhilde Gamper
Ausstattung: Sara Burchia
Ausstattungsassistenz: Marianne Lechner
Technische Gesamtleitung: Jan Gasperi

Kontakte :

Datum und Uhrzeit des Events :

Es gibt Termine vom 27 Sep. 2024 bis 06 Okt. 2024

Notizen über die Uhrzeiten :

So 06.10.24
h. 18:00

Veröffentlicht von :

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  • Un apocrifo brechtiano Dopo aver scritto e interpretato un fortunatissimo apocrifo del Ruzante, Natalino Balasso si cimenta con Bertolt Brecht nell’intento di restituirci lo spirito di osservazione del drammaturgo tedesco nell’insidioso contesto contemporaneo. «Ovviamente non possiamo immaginare cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse, oggi, immerso nella nostra cultura, a ottant’anni dalla fine degli orrori nazisti, dentro un’economia e una finanza molto più complesse e stratificate. Eppure quegli orrori e la prevaricazione sono disgraziatamente attuali, sotto altre forme e con armi più subdole» scrive l’autore e attore veneto. «In questa Giovanna dei disoccupati i personaggi di Brecht agiscono in nuovi àmbiti e con nuove parole ma continuano ad essere immersi nel terreno della dominanza e della sudditanza. L’algoritmo può sembrarci meno cattivo, ma alla fine dei fatti risulta perfido e crudele come un padrone in carne ed ossa. Le multinazionali continuano a prevaricare, ferire e colpire i più deboli, in tutti i paesi. […] E poi ci sono le persone: milioni di singoli sempre più isolati, sempre più oppressi dal mondo commerciale-pubblicitario-social che sta massacrando le comunità. In questa massa di monadi emerge il superuomo economico, senza un pensiero vero e senza profondità. Come in Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, vedremo le vicende di Pierpont Mauler, dei suoi sottoposti, di Cridle, di Slift, della più grande lobbista del momento: la terribile Graham; un mondo di magnati al quale si oppone Giovanna Darko, con la sua comunità social‑socialista. Ma forse una comunità online non è una comunità, bensì una moltitudine di monadi che si raccontano il sogno della tribù. Questo, forse, è il vero dramma contemporaneo. Con tutta l’umiltà del caso viene presentato questo apocrifo brechtiano, come se fosse scritto sotto dettatura. Questo è possibile solo con l’aiuto dell’arte immutabile del teatro che, mentre ci diverte, come diceva Gramsci, tenta di gettare bombe nei cervelli». Dopo aver scritto e interpretato un fortunatissimo apocrifo del Ruzante, Natalino Balasso si cimenta con Bertolt Brecht nell’intento di restituirci lo spirito di osservazione del drammaturgo tedesco nell’insidioso contesto contemporaneo. «Ovviamente non possiamo immaginare cosa scriverebbe Bertolt Brecht se vivesse, oggi, immerso nella nostra cultura, a ottant’anni dalla fine degli orrori nazisti, dentro un’economia e una finanza molto più complesse e stratificate. Eppure quegli orrori e la prevaricazione sono disgraziatamente attuali, sotto altre forme e con armi più subdole» scrive l’autore e attore veneto. «In questa Giovanna dei disoccupati i personaggi di Brecht agiscono in nuovi àmbiti e con nuove parole ma continuano ad essere immersi nel terreno della dominanza e della sudditanza. L’algoritmo può sembrarci meno cattivo, ma alla fine dei fatti risulta perfido e crudele come un padrone in carne ed ossa. Le multinazionali continuano a prevaricare, ferire e colpire i più deboli, in tutti i paesi. […] E poi ci sono le persone: milioni di singoli sempre più isolati, sempre più oppressi dal mondo commerciale-pubblicitario-social che sta massacrando le comunità. In questa massa di monadi emerge il superuomo economico, senza un pensiero vero e senza profondità. Come in Santa Giovanna dei Macelli di Brecht, vedremo le vicende di Pierpont Mauler, dei suoi sottoposti, di Cridle, di Slift, della più grande lobbista del momento: la terribile Graham; un mondo di magnati al quale si oppone Giovanna Darko, con la sua comunità social‑socialista. Ma forse una comunità online non è una comunità, bensì una moltitudine di monadi che si raccontano il sogno della tribù. Questo, forse, è il vero dramma contemporaneo. Con tutta l’umiltà del caso viene presentato questo apocrifo brechtiano, come se fosse scritto sotto dettatura. Questo è possibile solo con l’aiuto dell’arte immutabile del teatro che, mentre ci diverte, come diceva Gramsci, tenta di gettare bombe nei cervelli». di e con Natalino Balasso e con Marta Cortellazzo Wiel, Roberta Lanave, Graziano Sirressi regia Andrea Collavino scene Anusc Castiglioni costumi Sonia Marianni luci Stefano Dellepiane drammaturgia Natalino Balasso cura musicale Celeste Gugliandolo produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile di Bolzano, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
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  • „Was für ein Theater!“ – Falter Einatmen, ausatmen. Wir leben in einer aufregenden Zeit. So viele Möglichkeiten! Du kannst gegen Schönheitsideale sein und trotzdem ideal schön sein wollen, kannst Atheistin sein und dir jemand anderes Religion ausborgen für den Morgensport. Du kannst queer flirten und dir sicher sein, dass sich ein Hetero-Typ angesprochen fühlt. Genauso sicher, wie dass einer dir auf die Brüste starrt, selbst wenn du als Herbert Prohaska vor die Tür gehst. Wenn diese Brüste sprechen könnten … Naja, zum Glück ist das Patriarchat eh vorbei, oder? Weiß gar nicht, warum ich immer so müde bin. „Fritz bringt in ihrem ersten Solo-Programm etwas auf die Kabarettbühne, was man dort nicht oft zu sehen bekommt: weibliche Lebensrealität! Scharfsinnig und selbstironisch…“ – Kulturknistern „was für eine grandiose Idee (…) Das Publikum spendet nicht enden wollenden Applaus.“ – Haller Tagblatt Text, Inszenierung und Spiel: AnnPhie Fritz Outside Eye: Friederike Förster

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