Introduzione all'opera "Die Zauberflöte" e incontro con gli artisti - Pubblicato da knormand

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Informazioni evento

Conosci veramente l'opera di Mozart? Vuoi saperne di più sull'allestimento, la regia, la direzione musicale, ... Allora ti aspettiamo venerdì 10 gennaio 2013, alle ore 18.00, nel Foyer del Teatro Comunale di Bolzano.

Ingresso libero.

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  • L'evento si tiene dal 09 Nov 2024 al 10 Nov 2024
    Un’opera? No di certo. Una recitazione? Nemmeno. Un lied sperimentale? Difficilmente. “Pierrot lunaire non va cantato”, lo sa bene Arnold Schönberg. Nel 1912, l’attrice, cantante e cabarettista Albertine Zehme, che aveva in precedenza reclamato “libertà sonora”, gli commissiona un ciclo di “melodrammi”, come si definiva allora il rapporto tra musica e canto parlato. Il compositore prende la committente alla lettera. Con la sua op. 21 per “Sprechstimme” o voce parlante, un ensemble di cinque elementi e otto strumenti, Schönberg si allontana dagli stretti confini dell’armonia classica, si lascia alle spalle il bel canto e scopre le possibilità offerte dalla libera atonalità. La base testuale per questa opera chiave della modernità musicale è costituita da 21 poesie tratte dal ciclo “Pierrot lunaire. Rondels bergamasques” dell’autore belga Albert Giraud, uscite nel 1892 nella traduzione tedesca. Il pubblico è attonito, le reazioni vanno dal brusco rifiuto all’entusiasmo frenetico. “Nelle sale consacrate all’armonia del Rudolfinum non si è mai sentita una tale disarmonia”, scrive il “Prager Abendblatt” nel febbraio 1913 dopo uno spettacolo del “pagliaccio ebbro di luna” eseguito da una compagnia ospite. A commentare la prima assoluta del 16 ottobre 1912 a Berlino è lo scrittore Alfred Döblin, che così scrive nel settimanale di arte e cultura vicino all’Espressionismo “Der Sturm”: “Resta Schönberg. L’ho sentito per la prima volta. Durata d’ascolto quaranta minuti, su magnifici testi di Albert Giraud. È estremamente affascinante, questa musica; ci sono dentro suoni, movimenti che non ho mai sentito; in alcuni Lieder avevo l’impressione che non potessero essere composti in nessun altro modo.” Nella primavera del 1924 – solo pochi mesi prima della sua morte – Giacomo Puccini va a Firenze per sentire il Pierrot Lunaire di Schönberg a Palazzo Pitti, incontrando così un’avanguardia che sembra aver superato “qualsiasi normale senso armonico” e che – è quanto dichiara lui stesso – non riesce a capire. Sei anni prima, nel dicembre 1918, viene eseguito per la prima volta a New York il suo “Trittico” – un ciclo di opere di cui la terza, “Gianni Schicchi”, diventerà particolarmente popolare negli anni successivi, riscuotendo grande successo. Il libretto di Giovacchino Forzano si basa su alcuni versi dalla Divina Commedia di Dante per sviluppare una storia divertente sul nobile fiorentino Gianni Schicchi che si spaccia per un ricco mercante sul letto di morte (in realtà appena defunto). Chiamato dai parenti, cui il mercante non ha lasciato nulla in eredità, fa modificare il testamento dal notaio – salvo farsi intestare tutto il patrimonio di famiglia. Dante posiziona il temerario “kobold” nella decima bolgia dell’ottavo cerchio dell’Inferno, dove sono puniti i falsari di monete, di parola e di persona. L’aria del soprano “O mio babbino caro” regala alla miniatura di Puccini fama mondiale: “bel” canto da un’opera “comica”.
  • nach dem Roman von Robert Seethaler Monologfassung von Roman Blumenschein, Rudolf Frey, Daniel Theuring und Ayşe Gülsüm Özel Ein einfacher einsamer Mensch in einer Klause. Ein Eremit? Warum richtet er sich in einem Theaterraum ein? Er kocht Kaffee, ordnet sein Hab und Gut und dabei erlebt er zusammen mit Ihnen mit allen Sinnen „Ein ganzes Leben“, diesen markig markant merkwürdig mitfühlenden Roman über den Waisen Bankert Andreas Egger, der bei seinem Onkel Hubert Kranzstocker häusliche Gewalt auf einem Hof in den Bergen erfährt. Die harte Kindheit stählt ihn und auch wenn sich der durch Kranzstockers Schläge verursachte Oberschenkelhalsbruch nie mehr richtig verwachsen wird und ihm ein kürzeres Bein zurückbleibt, befreit sich Egger als junger Erwachsener, wird selbstständig in einer kleinen Pachthütte, findet die große Liebe mit Marie und erlebt wahres Glück. Er arbeitet ehrlich und hart dafür. Er errichtet die ersten Luftseilbahnen für die Firma Bittermann & Söhne. Dann schlägt das Leben zu und eine Lawine nimmt ihm alles, was er hat. Eine szenische Einrichtung, die in Zusammenarbeit von Roman Blumenschein, Rudolf Frey, Daniel Theuring und Ayşe Gülsüm Özel entsteht und weiterentwickelt wird. Premiere Spielzeit 2023/24: 6. April 2024 mit Roman Blumenschein Szenische Einrichtung Roman Blumenschein Rudolf Frey Daniel Theuring Ayse Gülsüm Özel Szenische Textarbeit Theresa Prey
  • > Compagnia Voci dal Nord APS (BZ) > regia e direzione artistica Christian Tomei > produzione e segreteria Deborah Poli > fonica Mirko Tomei > tecnica, luci e grafica Luca Vignali e Christian Tomei > coreografie Emily Mulas, Alessandro Fantini e Gisella Ensabella > costumi Christin Oberhofer e Silvia Cravedi > trucco Caterina Ravagnani > oggettistica Andrea Cimbri > cori Deborah Poli > amministrazione Gisella Ensabella, Silvia Cravedi, Giada Tabarro durata: 80' Liberamente tratto da uno dei film di animazione più acclamato di tutti tempi e successivamente musical campione di incassi in tutto il mondo: “La bella e la bestia”. Un vortice di emozioni che trasporteranno Belle, corteggiata dal rozzo Gaston con l’aiuto dell’inseparabile Le Tont, lontana da casa ed alla scoperta di un magico castello incantato dove scoprirà grazie a tanti amici, tra i quali Lumiere, Mrs. Brick, Chicco, Tockins, Spolverina e tanti altri che l’apparenza spesso inganna ed anche una Bestia può custodire un cuore puro. BUONA DOMENICA A TEATRO - UILT

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