Bolzano Festival - Accademia D’Archi di Bolzano - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

SAYAKA SHOJI Violino

Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto per violino e orchestra in re maggiore K 218

Johann Christian Bach
Sinfonia in sol minore, Op. 6, n. 6

Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto per violino e orchestra n. 5 in la maggiore K 219 “Türkisch”

Johann Christian Bach è il più giovane dei numerosi figli di Johann Sebastian. Probabilmente in molti non hanno mai sentito eseguire una sua opera, ma come molto spesso capita la sua attuale popolarità non corrisponde al successo che ebbe in vita. Johann Christian fu infatti una figura estremamente influente, organista del Duomo di Milano ma soprattutto autore di celebrate opere in stile italiano nella Londra della seconda metà del ‘700. La sua figura fu determinante per lo sviluppo della musica di Haydn e Mozart, il quale all’età di otto anni spese cinque mesi come suo allievo durante una delle sue grandi tournée con la famiglia. La raffinata Accademia d’archi di Bolzano accosta, perciò, consapevolmente nel suo programma a Castel Mareccio, una sinfonia del compositore tedesco a due capolavori di Wolfgang Amadeus Mozart per violino. Qui è evidente l’influsso della scuola violinistica italiana: dopo il suo viaggio nella penisola il compositore doveva aver bene appreso la lezione di virtuosi come Boccherini, Tartini e Nardini.

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  • “Vado ogni domenica alle 12 dal barone von Suiten”, scrive Mozart nell’aprile 1782 al padre. Gottfried van Swieten dispone a Vienna di un ampio archivio musicale con opere di Händel e Bach. Mozart è solito prendere in prestito le stampe e i manoscritti, studia le tecniche di composizione e nel 1783 le applica con virtuosismo in una fuga. Cinque anni dopo combina gli “esercizi per le dita” con un nuovo Adagio introduttivo. Dal 1777 al 1790, le opere di Haydn sono incontrastate al vertice dei “Concerts Spirituels” parigini con 256 esecuzioni. Nel 1785 consegna all’orchestra del Concert de la Loge Olympique sei sinfonie “parigine”. Anche la Sinfonia n. 92 approda nel 1789 nella capitale francese prima di essere eseguita nel 1791 a Oxford in occasione del conferimento della laurea ad honorem a Haydn. “È tutto un trastullarsi, un punzecchiare, un civettare”, così il giornale “Allgemeine Musikalische Zeitung” commenta il secondo movimento dell’Ottava sinfonia di Beethoven, composta nel 1812 e, secondo il pianista Carl Czerny, “nettamente migliore” della più famosa “Settima”. Che il compositore si sia abbandonato a “innocenti gioie” o sia forse innamorato? Mentre rifinisce la sinfonia invia lettere d’amore a una destinataria anonima: “Già a letto le idee si spingono verso te, mia eterna amata, dapprima gioiose, poi di nuovo tristi, in attesa che il destino ci dia ascolto. Posso solo vivere con te o non vivere affatto.”
  • Alla fine del 1946 Richard Strauss traspone in musica la poesia “Al tramonto” di Joseph von Eichendorff. Nel 1948 legge le opere liriche di Hermann Hesse e, pochi mesi più tardi, l’ormai ottantaquattrenne ha già completato tre Lieder con le sue poesie. Dopo la sua morte nel settembre 1949, l’editore Ernst Roth riunisce le opere per orchestra sotto il titolo “Quattro ultimi Lieder” – un grandioso necrologo al Lied romantico in cui il compositore cita anche il suo poema sinfonico “Morte e trasfigurazione”, composto 60 anni prima. “Nulla di originale” oppure “il primo vero evento musicale del XX secolo”? La quarta sinfonia di Gustav Mahler, composta originariamente nel 1899 e 1900 come umoresca sinfonica, lascia il pubblico interdetto. L’opera rinuncia al pathos romantico, l’organico orchestrale è ridotto, a prima vista il programma non è riconoscibile. La stravagante marcia funebre (“Totentanz”) nel secondo movimento è seguita nel finale – vero e proprio fulcro dell’opera verso cui tutto converge – dal Lied “Der Himmel hängt voller Geigen”, tratto da “Des Knaben Wunderhorn”. “Balliamo e saltelliamo”, esultano gli angeli in paradiso sul sottofondo di una musica che, affievolendosi a mano a mano, pare opporsi a quel senso dell’umorismo naif e infantile. Così Mahler descrive il mondo “all’incontrario” da lui raffigurato: “È tutto sottosopra, non vi è più alcun rapporto di causalità! È come scorgere all’improvviso la parte nascosta della luna.”
  • Un’esperienza musicale in un luogo ricco di storia... La famosa artista giapponese ci conduce, con la sua voce e il suono avvolgente del koto, fino al lontano e misterioso Giappone. Ma non solo: anche in un viaggio emozionante attraverso il tempo, le culture e i generi. Al termine del concerto sarà possibile partecipare ad una cena orientale nell'osteria del castello: un’occasione perfetta per incontrare personalmente l’artista e il direttore artistico della serata Manfred Bernard. Costi: Concerto gratuito, cena dalle ore 20:30 a 27€/persona (bevande escluse) Info: Prenotazione richiesta per entrambi (per la cena entro il 9.12.2025) runkelstein@runkelstein.info 0471/329808

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