festeMUSICALI - Dreamers' Circus - Pubblicato da martin_inside

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"Handed On"

Musica roots-crossover dalla Scandinavia
Si prenda una strabiliante conoscenza delle tradizioni musicali popolari e della musica “classica”, si aggiunga una buona dose di talento e passione e si condisca il tutto con una visione artistica autentica e incondizionata. Il risultato convince sia gli appassionati di folk che il pubblico classico e i fan dell'indie e del rock. Allegro e disinvolto. Concentrato. Intenso. Delicato.
Tutto è iniziato nel 2009, quando i tre musicisti danesi e svedesi Rune Tonsgaard Sørensen (violino), membro anche del famosissimo Danish String Quartet, Ale Carr (chitarra liuto) e Nikolaj Busk (pianoforte, fisarmonica) si sono incontrati per caso durante una jam session nell'ambito di un festival danese. Fin dall'inizio, sono stati accomunati dal desiderio di abbracciare le tradizioni, ma anche di infrangere le regole consolidate e utilizzarle come punto di partenza per composizioni originali e arrangiamenti sorprendenti.
Dalle sale da concerto in Giappone ai palchi dei festival in tutta Europa e Nord America, affascinano il pubblico con la loro maestria musicale, le composizioni che abbracciano diversi generi e uno sconfinato spirito creativo. Il trio è tra i più importanti innovatori della musica folk danese e scandinava. L’ultimo album dal titolo “Handed On”, è uscito nel febbraio 2025.

Nikolaj Busk: e-piano, fisarmonica
Rune Tonsgaard Sørensen: violino
Ale Carr: chitarra liuto

Contatti :

Date e orari evento :

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  • Alla fine del 1946 Richard Strauss traspone in musica la poesia “Al tramonto” di Joseph von Eichendorff. Nel 1948 legge le opere liriche di Hermann Hesse e, pochi mesi più tardi, l’ormai ottantaquattrenne ha già completato tre Lieder con le sue poesie. Dopo la sua morte nel settembre 1949, l’editore Ernst Roth riunisce le opere per orchestra sotto il titolo “Quattro ultimi Lieder” – un grandioso necrologo al Lied romantico in cui il compositore cita anche il suo poema sinfonico “Morte e trasfigurazione”, composto 60 anni prima. “Nulla di originale” oppure “il primo vero evento musicale del XX secolo”? La quarta sinfonia di Gustav Mahler, composta originariamente nel 1899 e 1900 come umoresca sinfonica, lascia il pubblico interdetto. L’opera rinuncia al pathos romantico, l’organico orchestrale è ridotto, a prima vista il programma non è riconoscibile. La stravagante marcia funebre (“Totentanz”) nel secondo movimento è seguita nel finale – vero e proprio fulcro dell’opera verso cui tutto converge – dal Lied “Der Himmel hängt voller Geigen”, tratto da “Des Knaben Wunderhorn”. “Balliamo e saltelliamo”, esultano gli angeli in paradiso sul sottofondo di una musica che, affievolendosi a mano a mano, pare opporsi a quel senso dell’umorismo naif e infantile. Così Mahler descrive il mondo “all’incontrario” da lui raffigurato: “È tutto sottosopra, non vi è più alcun rapporto di causalità! È come scorgere all’improvviso la parte nascosta della luna.”
  • Che cosa ci fa un compositore danese in un’aula del Conservatorio di Atene? Guarda fuori dalla finestra e compone una musica che – come il carro del sole guidato da Elio nella mitologia greca – “parte” in modo dinamico come crescendo orchestrale e si spegne al crepuscolo “mentre tramonta”. “Quiete e oscurità – poi il sole si alza con un gioioso inno di lode – percorre la sua strada dorata – tramonta quieto nel mare”, è quanto dichiara Carl Nielsen in merito al lavoro che presenta al pubblico concertistico nel 1903. Il compositore danese maestro dell’improvvisazione Niels Viggo Bentzon scrive musica sinfonica neoclassica e brani per pianoforte preparato e scordato, arrangia collages sonori sperimentali, organizza happening del movimento Fluxus, proclama la metamorfosi “forma del nostro tempo” e, con un’opera omnia comprendente 664 numeri d’opus, è tra i più produttivi compositori europei del XX secolo. Nel 1862, secondo alcune fonti perfino già nel 1855, Brahms si appunta le prime note della sua prima sinfonia, ma solo nel 1868 “trova” in Svizzera, nel richiamo di un corno alpino, la melodia che caratterizzerà il movimento finale. La prima nel 1876 è un trionfo, e Brahms è sempre più considerato il successore di Beethoven. Interrogato più avanti rispetto all’“insolita vicinanza” del tema in Do maggiore nel quarto movimento al famoso Inno alla Gioia nella Nona sinfonia, pare abbia risposto: “Assolutamente, e ancora più insolito è che qualsiasi asino se ne accorga subito”.
  • Direttore E Solista Mario Brunello Orchestra Orchestra Haydn di Bolzano e Trento Programma Joseph Haydn: Sinfonia n. 82 in do maggiore, Hob. I:82 “L’Orso” Mieczyslaw Weinberg: Concertino per Violoncello op. 43 bis Mieczyslaw Weinberg: Sinfonietta n. 2 op. 74 Robert Schumann: Concerto per violoncello in la minore op. 129 Nel 1785, l’organizzatore di concerti parigino Concert de la Loge Olympique incarica Haydn di comporre sei sinfonie – tra cui anche la n. 82 – per la propria orchestra. “A casa” Haydn non dispone di una “macchina sonora” di quelle proporzioni, così gli si aprono prospettive di strumentazione tutte nuove. “Lo considero mio obbligo morale scrivere della guerra, dell’orrore calato sull’umanità”, dichiara nel 1919 il compositore Mieczysław Weinberg originario di Varsavia – uno dei grandi sconosciuti del XX secolo. Dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale fugge a Minsk, con l’invasione dell’Unione sovietica finisce a Tashkent prima che Shostakovich lo faccia andare a Mosca. Nel 1948 suo suocero, l’attore Solomon Michoels, viene assassinato dalla polizia segreta sovietica a seguito di campagne diffamatorie antisemite. Quell’anno scrive il Concertino per violoncello e fa sparire la partitura in un cassetto. Nel 1953 viene a sua volta arrestato con l’accusa di essere un “cospiratore ebreo”. Sarà liberato solo dopo la morte di Stalin. Nell’autunno 1850 Schumann completa il concerto per violoncello che chiamerà “Concertstück”. Fino al 1860, tuttavia, nessuno vorrà suonare questo concerto molto impegnativo. Oggi il concerto fa parte del repertorio standard ed è tra i brani preferiti dei violoncellisti.

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