Ballade - Pubblicato da martin_inside

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Passi di danza tra smarrimenti generazionali e nuovi inizi
MM Contemporary Dance Company – Ballade

Elegia di Enrico Morelli nasce intorno a Frédéric Chopin: tra una mazurka e un preludio domina la coreografia il secondo movimento del Concerto n.1 per pianoforte e orchestra in Mi minore. E se il titolo non lascia spazio a interpretazioni nel rimando al componimento letterario e strumentale improntato allo sfogo sentimentale, tra malinconia affettuosa e nostalgia del ricordo, il secondo movimento del Concerto, che a detta del compositore polacco “dovrebbe dare l’impressione di guardare con tenerezza un luogo che riporta alla mente mille cari ricordi”, trova qui un’alterità priva di patina romantica nella partitura elettronica di Giuseppe Villarosa che apre Elegia e si inframezza al Concerto, nonché nella danza onnivora di traiettorie spaziali creata da Morelli. Dentro e in opposizione alla musica, gli otto corpi sembrano voler superare sé stessi in cerca della cura dell’altro, in un’esplosione condivisa da gruppi in continua trasformazione che solo a tratti sfocia in una più tenera e pacata dualità. Come se da un primario sbigottimento spinto fino alla vertigine il corpo giungesse a una quiete, anticamera di una rinascita. Lacerti di poesie di Mariangela Gualtieri introducono e si accostano a questa umanità fragile e titubante non priva di slanci dell’anima. In alcuni momenti fungono da pretesto sonoro abbandonando la loro finalità semantica, in altri sono versi poetici la cui formula consolatoria, giocata sulla reiterazione, mira al superamento della vulnerabilità individuale e suona come una preghiera sotto un firmamento nuovamente stellate.

Mauro Bigonzetti, il nostro coreografo più richiesto e apprezzato nel mondo, dal canto suo sceglie di adagiare la sua Ballade sui ricordi musicali di una generazione punk sentimentale degli anni Settanta/Ottanta. L’essere nuovamente in creazione a Reggio Emilia – la città che ha segnato i suoi esordi professionali nelle fila di Aterballetto come danzatore prima, e come direttore e coreografo principale poi – è per Bigonzetti un tuffo nel passato: «Quando arrivai ventunenne a Reggio Emilia nei primi anni Ottanta in città brulicava un mondo, un gusto, una singolare energia». Bigonzetti ispira “Ballade” alle opere dell’autore romagnolo Pier Vittorio Tondelli: “Altri libertini” e i successivi tre romanzi. Lo scandalo e la censura non frenano la sua immedesimazione in quella realtà di esperienze comuni dei giovani emiliani pronti a fuggire da nebbie tanto amate quante odiate. A braccetto con l’eroina, coinvolti nelle lotte studentesche, presi da letture controcorrente, dalla musica rock e dalle ballate di Leonard Cohen, Frank Zappa, Nick Cave per ricercare la propria identità. La musica, da sempre ispiratrice per Mauro Bigonzetti, torna ora a farla da padrona in questa coreografia non a caso intitolata Ballade. Tra un inedito Prince e le intramontabili canzoni della band emiliana di Giovanni Lindo Ferretti, i CCCP - Fedeli alla linea con i brani cult Annarella e Amandoti, Bigonzetti trova la strada per raccontare le sensazioni e le insensatezze di una generazione, i profumi della vitalità, le euforie cancellate e rilanciare attraverso il movimento la densa creatività di corpi vivi in cerca di una rinascita collettiva, incarnata dai danzatori della MMCDC con impareggiabile stile

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    Bearbeitung von Matthias Thalheim nach dem gleichnamigen Roman von Erich Kästner Dr. phil. Jakob Fabian, Werbetexter und Moralist, lebt in Berlin. Hier gibt es alles: große Zeitungen und Verlage, ein glamouröses Nachtleben mit freizügigen Damen, Männern und FLINTA* Personen, politische Kämpfe zwischen Kommunisten und Nazis, Arbeit und Arbeitslosigkeit, Reichtum und Armut. Fabian taucht ein in diese Welt und schlägt sich tapfer, doch Stück für Stück verliert er alles: seine Arbeit, seine Geliebte, seinen Freund und schließlich sein Leben. Er springt ins Wasser, will ein Kind retten. Er schwimmt nicht. Erich Kästner hat diese Geschichte 1930 geschrieben. Sein Aufruf zur Vernunft wurde drei Jahre später verbrannt; der Roman gilt auch heute noch als eine der hellsichtigsten Satiren auf die deutsche Gesellschaft. Seine politische Aktualität ist erschreckend. Sarantos Georgios Zervoulakos hat mit der kongenialen Palmetshofer Überschreibung „Vor Sonnenaufgang“ nach Gerhart Hauptmann in der Spielzeit 2024/25 an den Vereinigten Bühnen Bozen als Regisseur debütiert, dabei verwandelte er gemeinsam mit Ece Anisoglu das Studio des Stadttheaters kurzerhand in eine Familiensauna. Die Epik des Großstadtromans wird das Regieteam mit multidisziplinären Mitteln wie Choreografie, Gesang und Live-Musik szenisch auflösen. Die Bühnenfassung für Bozen basiert auf einer Hörspielfassung, die Ende der 80er-Jahre in der DDR von Matthias Thalheim geschaffen wurde. Gemeinsam mit Thalheim wird Zervoulakos nun neue Fenster in den Roman öffnen und dabei die Abgründe der Großstadt und eines Zeitgeistes, der sich karussellartig zu wiederholen droht, neu erzählen. mit Bernd-Christian Althoff Pippa Galli Fabian Mair Mitterer Robin Rohrmann Peter Schorn Lukas Spisser Katja Uffelmann Regie Sarantos Georgios Zervoulakos Bühne Ece Anisoglu Kostüme Aleksandra Kica Licht Nikos Vlasopoulos Sound Design & Livemusik Agatha Choreographie Robin Rohrmann Dramaturgie Mona Schlatter Regieassistenz & Inspizienz Michaela Stocker

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