SINGER-SONGWRITER-FESTIVAL: Die Clempanai (BZ/A) - Transalp - Pubblicato da martin_inside

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Die Clempanai (BZ/A) - „Transalpine Chansons“

Con la loro musica, Georg Clementi & Ossy Pardeller costruiscono un ponte dal lago di Garda attraverso Bolzano e le Dolomiti fino a Salisburgo, Vienna, Berlino e Amburgo. Gli ingredienti principali delle loro chansons sono i testi poetici del pluripremiato Clementi e gli originali arrangiamenti per chitarra dell'eccezionale Pardeller. Come accompagnamento, un cantato a due voci. E siccome i due si sentono anche a casa nel mondo del teatro, le loro canzoni sono a volte condite da un bel dramma e a volte da un profondo umorismo.

Dal punto di vista tematico, i testi di Georg Clementi sono difficili da definire. Anche musicalmente, il duo parla una lingua versatile. Ossy Pardeller inventa mondi sonori sorprendenti con le sue chitarre e i due creano canzoni drammaticamente belle con i mezzi più semplici, ricordando a volte Element of crime, Reinhard Mey o Jaques Brel.

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  • Direzione D'Orchestra Alessandro Bonato Orchestra Orchestra Haydn di Bolzano e Trento Programma Johann Strauß (Sohn): "Voci di primavera", Walzer op. 410 Josef Strauß: Feuerfest! / Polka française op. 269 Johann Strauß (Sohn): Tritsch-Tratsch-Polka Johann Strauß (Sohn): Die Fledermaus, Ouverture Johann Strauß (Sohn): Fledermaus-Quadrille, op. 363 Johann Strauß (Sohn): Annen-Polka, op. 117 Johann Strauß (Sohn): "Bauern-Polka", op. 276 Johann Strauß (Sohn): Künstlerleben, Walzer op. 316 Johann Strauß (Sohn): Künstler-Quadrille, op. 201 Johann Strauß (Sohn): Csardas dal "Ritter Pázmán", op. 441 Johann Strauß (Sohn): Un ballo in maschera (Quadriglia), op. 272 Johann Strauß (Sohn): Unter Donner und Blitz / Polka schnell op. 324 Johann Strauß (Sohn): Sul bel Danubio blu, valzer op. 314
  • La pampa argentina “non è solo un ambiente fisico, ma anche una forma di vita” constata il filosofo Carlos Astrada nel 1948 nel suo libro “El mito Gaucho”. In due opere per pianoforte e violoncello (Pampanea n. 1 e n. 2) e in una Pastorale sinfonica (Pampanea n. 3), anche il compositore argentino Alberto Ginastero si occupa – quasi contemporaneamente – della vita nella vasta pianura erbosa senza alberi. Nel 1941, l’impresario Lincoln Kirstein gli commissiona la composizione di un balletto in atto unico con cinque scene per la sua compagnia “American Ballet Caravan”, che un anno dopo si scioglierà. La musica di Ginestra, strettamente legata alla vita dei gauchos, viene ugualmente eseguita per la prima volta nel 1943 – sotto forma di suite in quattro movimenti per sala da concerto – al Teatro Colón di Buenos Aires. Diventa subito un successo mondiale. Dalla “spiritualità” della pampa allo “Sturm und Drang” del XVIII secolo europeo: un Mozart sedicenne compone il Divertimento K 136 nella primavera del 1772 per il principe-arcivescovo di Salisburgo. Con la sua Sinfonia n. 29, due anni dopo si allontana dai modelli italiani, come sottolinea il ricercatore mozartiano Albert Einstein, superando gli elementi decorativi con una “finezza da musica da camera” con cui rifugge tutto ciò che vi è di convenzionale e di banale. La sinfonia porta con sé un’aria di freschezza e novità. Un giovane genio inizia a farsi strada verso uno stile tutto suo.
  • Alla fine del 1946 Richard Strauss traspone in musica la poesia “Al tramonto” di Joseph von Eichendorff. Nel 1948 legge le opere liriche di Hermann Hesse e, pochi mesi più tardi, l’ormai ottantaquattrenne ha già completato tre Lieder con le sue poesie. Dopo la sua morte nel settembre 1949, l’editore Ernst Roth riunisce le opere per orchestra sotto il titolo “Quattro ultimi Lieder” – un grandioso necrologo al Lied romantico in cui il compositore cita anche il suo poema sinfonico “Morte e trasfigurazione”, composto 60 anni prima. “Nulla di originale” oppure “il primo vero evento musicale del XX secolo”? La quarta sinfonia di Gustav Mahler, composta originariamente nel 1899 e 1900 come umoresca sinfonica, lascia il pubblico interdetto. L’opera rinuncia al pathos romantico, l’organico orchestrale è ridotto, a prima vista il programma non è riconoscibile. La stravagante marcia funebre (“Totentanz”) nel secondo movimento è seguita nel finale – vero e proprio fulcro dell’opera verso cui tutto converge – dal Lied “Der Himmel hängt voller Geigen”, tratto da “Des Knaben Wunderhorn”. “Balliamo e saltelliamo”, esultano gli angeli in paradiso sul sottofondo di una musica che, affievolendosi a mano a mano, pare opporsi a quel senso dell’umorismo naif e infantile. Così Mahler descrive il mondo “all’incontrario” da lui raffigurato: “È tutto sottosopra, non vi è più alcun rapporto di causalità! È come scorgere all’improvviso la parte nascosta della luna.”

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