BZ Danza: Jean-Baptiste André / FLOE - Pubblicato da FondazioneHaydnStiftung

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Floe nasce dall’incontro tra il circense Jean-Baptiste André e l’artista visivo Vincent Lamouroux. Insieme hanno progettato un'installazione visiva e danzata integrata con il paesaggio che la ospita. Il ‘terreno di gioco’ su cui André è chiamato a performare sono giganteschi iceberg bianchi con forme irregolari posizionati di volta in volta in modo diverso nel luogo prescelto. Affiancati, sovrapposti, i blocchi bianchi dalla superficie liscissima creano una scultura in bilico, intorno e sopra la quale si svolge lo spettacolo condotto da Jean-Baptiste André. L’immaginario è quello di un uomo intrappolato tra le montagne alla ricerca della propria salvezza, oppure di un attraversamento periglioso e scivoloso di inaspettate pareti ripide e sdrucciolevoli. L’esplorazione di questo paesaggio sconosciuto disegna una drammaturgia poetica dell’azione pura, tra cadute, attese, scivolate: passaggi di una scalata vera e metaforica.

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    La gatta sul tetto che scotta è un’opera scritta nel 1955 dal grande drammaturgo statunitense Tennessee Williams, che con questo testo vinse il suo secondo Premio Pulitzer. Racconta la storia dei Pollitt, una ricca famiglia del Sud degli Stati Uniti che vive una profonda crisi di fronte all’imminente morte del padre, Big Daddy. La famiglia si è riunita nell’immensa proprietà terriera del patriarca per festeggiare il suo compleanno. In questo contesto emergono l’avidità e la debolezza dei figli, Gooper e Brick, e in particolare la situazione di quest’ultimo e di sua moglie Margaret. I due vivono un matrimonio senza intimità. Maggie è profondamente innamorata, ma Brick è distante: è da tempo un alcolizzato e non la degna di considerazione. Durante un conflitto con Brick, Maggie dice di sentirsi come “una gatta su un tetto che scotta”, decisa a non cadere giù: ha, infatti, conquistato con fatica una posizione sociale. Leonardo Lidi rilegge questo testo mettendo in luce il filo rosso che parte da Anton Čechov, passa da Tennessee Williams e si conclude con alcuni film di Woody Allen. «La società raccontata tramite la famiglia e le proprie contraddizioni, le tantissime, le tonnellate di storie d’amore, le battute che tornano e che si rincorrono tra un autore e l’altro» scrive il regista residente del Teatro Stabile di Torino. «Torno a Williams perché credo che sia l’autore più utile a comprendere l’importanza dell’analisi della società attraverso la lente famigliare. Williams utilizza il ridicolo per raccontare la tradizionale famiglia americana del Sud, la sua incapacità di avanzare, ferma in un ricordo, pronta a distruggere pulsioni sessuali “nocive” e a nascondere tutta la polvere della società occidentale sotto il tappeto». di Tennessee Williams traduzione Monica Capuani regia Leonardo Lidi con Valentina Picello, Fausto Cabra, Orietta Notari, Nicola Pannelli, Giuliana Vigogna, Giordano Agrusta, Riccardo Micheletti, Greta Petronillo, Nicolò Tomassini scene e luci Nicolas Bovey costumi Aurora Damanti suono Claudio Tortorici assistente regia Alba Maria Porto produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, TSV - Teatro Nazionale La gatta sul tetto che scotta viene presentato per gentile concessione de la University of the South, Sewanee, Tennesee. durata: 105 minuti Spettacolo con luci stroboscopiche
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