MOLIÈRE ON THE ROAD - Laives - Pubblicato da

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  • Ass. Centro Don Bosco, Laives, BZ
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Laboratorio over 65 - di e con Paolo Rossi


«Il Teatro popolare è un teatro colto, ma comprensibile da tutti» afferma Paolo Rossi. A conclusione del laboratorio sulla commedia destinato ai bolzanini over 65, Rossi affiancato dal prode musicista Emanuele Dell’Aquila, accompagnerà i novelli attori nella messa in scena della commedia “Il Matrimonio per forza” di
Molière e della tragedia “Alcesti” di Euripide nel suo corrosivo e inconfondibile stile di riscrittura dei grandi classici. «Mi verrebbe da dire che il Teatro non è un luogo per vecchi. Ma verrei frainteso» continua il celebre attore «Io per vecchi non intendo coloro per cui l’orologio biologico ha fatto i suoi giretti, le sue passeggiate. Con “vecchi” mi riferisco anche a trentenni seduti su se stessi anche quando stanno in piedi e il cui valore di curiosità è carente, compensato da valori di glicemia oltremodo fuori norma per troppi apericena. Nell’evento/disevento che metterò in scena ci sono solo esseri umani che vorranno divertire
e divertirsi per primi. Con loro cercherò di combinare in una stralunata reazione di ossidoriduzione - scusatemi, non ho il diploma da regista, ma, riconosciuto dallo Stato solo quello di Perito Chimico, anche se... - due testi classici: Il Matrimonio per forza di Molière e L’Alcesti di Euripide, nel mio consueto stile di riscrittura di questi Mostri Sacri (ma defunti1). L’unico rischio che mi prendo in questa sfida, e che qui mi sento di confessare... ecco, non vorrei che gli attori che parteciperanno a questa avventura ne traggano così tanto piacere e complimenti da pensare “ma perché ho buttato gli anni migliori della mia vita lavorando? Che potevo far teatro…”»

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  • Camilla Prey, nata a Weimar (Germania) e cresciuta a Egna, è un’artista multidisciplinare. Ha una formazione in arti applicate, acquisita grazie ai suoi studi di gioielleria contemporanea a Lisbona e Tallinn. Dal 2022 è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. How many scales on the eye? è la sua prima mostra personale in Alto Adige. Il termine inglese “scale” significa misura, bilancia e scaglia, aprendo così un ampio spettro tra percezioni, misurazioni e metamorfosi. Le opere si muovono tra equilibrio e rovesciamento, tra stabilità e transitorietà. Cera, metallo, bilance, luce e cerchi creano un sistema fluido e non incentrato su un risultato, ma sulle immense possibilità in continuo mutamento. La mostra ruota attorno a questioni di visioni, misurazioni e tempo: comprensioni e stratificazioni, il rapporto tra l’osservazione e ciò che essa produce, e il momento in cui tempo e materia si sovrappongono. Le opere di Camilla Prey non intendono raffigurare questi concetti – li rendono fisici attraverso la loro presenza. I materiali entrano in relazione, dialogano tra loro, reagiscono. Gli spazi intermedi, le giunture e i punti di contatto si attivano a vicenda. Accanto a elementi fusi e modellati compaiono anche ready-made: oggetti della vita quotidiana il cui significato muta in nuovi contesti. Recano tracce di usura e memoria, che però non vengono raccontate, bensì tradotte in altre relazioni. Processi, frammenti e transizioni non sono disturbi, ma parte della forma. All’inaugurazione, la mostra viene attivata da un dialogo a due voci, una sorta di “calibrazione della percezione”. Due voci si muovono attraverso il linguaggio come uno strumento di misura: narrano di visione, peso, memoria e luce, e di ciò che accade quando la percezione diventa materia. Le voci cambiano ruolo, spostano i toni e annullano le gerarchie tra uomo e sistema, materia e ombra. How many scales on the eye? apre uno spazio che mette in discussione gli strumenti della nostra percezione. Testo: Léa Manoussakis di-Bona Inaugurazione: 06/12/2025 alle ore 18 Introduzione: Theresa Prey & Jack Strange
  • Visita guidata Sabato 7 febbraio 2026, ore 10–13 Partenza dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Bolzano. Un percorso tra musei e spazi pubblici esplora il confine come luogo di incontro, memoria e trasformazione. Le opere di otto artistɜ internazionalɜ: Pamela Dodds, Esra Ersen, Boris Missirkov & Georgi Bogdanov, Ivan Moudov, Karin Schmuck, Zorka Wollny e ZimmerFrei (Anna de Manincor) affrontano migrazione, identità e paesaggio. La visita, insieme a Ingrid Kofler, sociologa e docente alla Libera Università di Bolzano, intreccia arte, cultura e ricerca sui processi di trasformazione e convivenza.
  • 20.12.2025 Ore 18:30 Lanserhaus, via Johann Georg Plazer 24 | San Michele (Appiano) BZ Una mostra di Peter Burchia A cura di Nicolò Faccenda Evento di chiusura della mostra “+ 210x220/XX,00”, ingresso libero e senza prenotazione.

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