Der Liebestrank - Pubblicato da ale inside

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L'evento si tiene dal 21 Nov 2015 al 22 Nov 2015

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  • L'evento si tiene dal 08 Gen 2026 al 11 Gen 2026
    Antonio Latella, regista e drammaturgo di fama europea, dirige Riccardo III di William Shakespeare, nella nuova traduzione di Federico Bellini. «Il male è. Non è una forma, non è uno zoppo. Non è un gobbo. Il male è vita. Il male è natura. Il male è divinità. Il nostro intento è quello di provare ad andare oltre l’esteriorità del male cercando di percepirne l’incanto. È chiaro che se il male stesso viene rappresentato attraverso un segno fisico il pubblico è portato ad accettarlo, vede la “mostruosità” e la giustifica. Anzi, prova empatia se non simpatia con e per il protagonista. Ma è ancora accettabile questo “alibi di deformità” nel ventunesimo secolo?» si chiede Latella. «A noi interessa la forza della parola, la seduzione della parola, e, perché no, la scorrettezza della parola. […] Il male che mi interessa è nella bellezza, non nella disarmonia. Il male è il giardino dell’Eden. Una bellezza opulenta e ingannatrice, fatta di relazioni pericolose, di giochi di seduzione continui. E, in questo, Riccardo III è il maggiore dei maestri. La sua battaglia non è per la corona, non per l’ascesa al trono, ma è per la sottomissione del femminile, quando è proprio il femminile che gli darà scacco matto; difatti sarà la Regina madre a portare a termine una tremenda maledizione». Il Riccardo III di Latella è interpretato da un cast importante «forte per talento e capace di dare ad ogni personaggio letterario qualcosa di fortemente artistico» prosegue il regista «un cast che ammali gli spettatori mettendo al primo posto del loro lavoro il potere performativo della parola che il Bardo ci consegna e ci lascia in eredità […]. A tutti i miei collaboratori artistici ho chiesto di dare bellezza al male e non bruttezza, perché chi tradì il paradiso fu l’Angelo più bello». di William Shakespeare traduzione Federico Bellini adattamento Antonio Latella e Federico Bellini regia Antonio Latella con Vinicio Marchioni, Silvia Ajelli, Anna Coppola, Flavio Capuzzo Dolcetta, Sebastian Luque Herrera, Luca Ingravalle, Giulia Mazzarino, Candida Nieri, Stefano Patti, Annibale Pavone, Andrea Sorrentino dramaturg Linda Dalisi scene Annelisa Zaccheria costumi Simona D’amico musiche e suono Franco Visioli luci Simone De Angelis regista assistente e movimenti Alessio Maria Romano assistente volontario Riccardo Rampazzo produzione Teatro Stabile dell’Umbria e LAC - Lugano Arte e Cultura durata: 160 minuti incluso intervallo
  • Liberamente ispirato a “The Wonderful Visit” by H.G.Wells Testo: Fabio Pisano Traduzione: Zija Vuka Adattamento, spazio scenico e regia: Davide Iodice Musiche originali: Lino Cannavacciuolo Light Designer: Loïc François Hamelin Elementi scenici: Divni Gushta Assistente alla regia: Jozef Shiroka Con: Nikolin Ferketa, Raimonda Markja, Pjerin Vlashi, Fritz Selmani, Rita Gjeka Kacarosi, Julinda Emiri, Jozef Shiroka, Merita Smaja, Alexander Prenga, Vladimir Doda Una produzione: Teatro Migjeni, Sardegna Teatro Con il supporto: Istituto Italiano di cultura di Tirana Vincitore al Festival del Teatro Albanese “Moisiu”/Premio della stampa “Oslobodenje” al Festival di Sarajevo In collaborazione con: Associazione panalbanese Arbëria Bolzano Fu d’improvviso, non si sa per quale motivo, ma l’angelo si ritrovò a sorvolare i cieli della terra. Lo ricorda bene il matto del paese, perché fu il primo a vederlo e l’ultimo a dimenticarlo. L’angelo sorvola, pieno di stupore, cieli che aveva soltanto sognato o immaginato, fin quando un prete gli spara. Stravolto e sorpreso da questo essere straordinario e dal profondo senso di colpa, il prete si risolve ad accogliere e curare il suo ospite: un angelo, meraviglioso e ambiguo, che osserva con gli occhi della meraviglia quella “vita” tutta umana. Una vita, però che lentamente si fa difficile, complessa, complice soprattutto l’ostilità del paese che mal sopporta la visita dello straniero, dell’angelo, stigmatizzandone la sua deformità, la sua diversità. Via via appesantito da umiliazioni e scherno, impossibilitato nel ritorno al paese celeste e “ingabbiato” in quello umano, l’angelo troverà sollievo solo nella musica di un violino, di cui è un sublime esecutore, e “asilo” solo negli occhi e nell’amore di Delia…
  • Ginther (Thomas Hochkofler) und Irene (Karin Verdorfer) laden herzlich ein, gemeinsam das schönste Fest des Jahres zu feiern: Weihnachten! Eigentlich fehlt nur noch eine Lichterkette, und dann kann‘s losgehen! Aber was, wenn alles nicht so läuft wie geplant? Ständig wird der harmonischste Abend des Jahres gestört: zunächst vom Paketdienst, der die Krippe bringen sollte, dann von der Nachbarin, die nur schnell ein Geschenk für Ginther hat, dem Hausmeister, der neuerdings keinen Alkohol mehr trinkt, dem der Nusseler heute aber verdammt gut schmeckt, und zu guter Letzt vom Handwerker, der versprochen hatte, bis Weihnachten die Arbeiten fertigzustellen. Von „Leise rieselt der Schnee“ wird dann schnell „Leise kriselt die Eh“. Weihnachten wird zum explosivsten Fest des Jahres, aber … „eppes isch iberoll“! Nach „Schaffa schaffa Häusle baue“ und der Paartherapie „Ninderscht isch nicht“ gewähren Thomas Hochkofler und Karin Verdorfer nun mit „Eppes isch iberoll“ zum dritten Mal Einblick in ihr recht turbulentes Eheleben. Auch diesmal werden viele Paare schmunzelnd Parallelen zu ihrer eigenen Beziehung erkennen. Und mit dem Hausmeister, der einen Gastauftritt hat, gibt es eine überraschende Wiedergeburt, denn im Stück „Eppes Nuis“ hatte Hochkofler vor fünf Jahren die Figur eigentlich auf der Bühne sterben lassen.

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