Un evento musicale dedicato alla musica a plettro dell'orchestra mandolinistica fondata a Bolzano nel 1947. L'orchestra, diretta da Ugo Orrigo, proporrà un programma che si rifà alla tradizione dell'orchestra a plettro fra musiche originali e trascrizioni assieme ad alcune novità di repertorio che intendono coniugare il mandolino come strumento poliedrico attraversando le diverse stagioni musicali fino ai brani di autori contemporanei in un percorso musicale ricco di coloriture, stili ed emozioni.
Ingresso libero.
Programma:
George Enescu: Ottetto per archi in do maggiore op.7 (1900)
I. Andante moderato
Hans Pfitzner: Quartetto per archi in do diesis minore op.35 (1904)
II. Molto veloce
Anton Webern: Cinque movimenti per quartetto d'archi op. (1909)
I. Agitato
II. Molto lento
III. Molto mosso
IV. Molto lento
V. Con delicatezza
Johannes Brahms: Quintetto per clarinetto in si minore op. 115 (1891)
I. Allegro
Franz Schubert / Gustav Mahler: Quartetto per archi in re minore D. 810 La morte e la fanciulla, arrangiamento orchestrale (1894)
I. Allegro II. Andante con moto
III. Scherzo. Allegro molto – Trio
IV. Presto
Come anteprima alla prima mondiale della Quinta Sinfonia di Gustav Mahler su strumenti originali (vedi concerto dell'08 09 2024), l'Orchestra dell'Accademia Mahler presenta un programma accattivante che rievoca la musica e lo spirito della Vienna di fine secolo:
Il mitico Sir John Eliot Gardiner, uno dei pionieri del movimento del suono originale, dirige gli studenti dell'Accademia Gustav Mahler che, su corde di budello, suonano l'arrangiamento orchestrale fatto da Mahler della "Morte e la fanciulla" di Schubert. "Raccontare la morte per rimandarla" fu “un chiodo fisso” sia per Schubert che per Mahler, e qui si apre un cerchio che si chiuderà con la Quinta Sinfonia.
La prima parte del concerto presenta musica da camera dell'ultimo periodo della monarchia austroungarica eseguita su strumenti originali viennesi del 1900: un'immagine di un'epoca che segna contemporaneamente la fine di un'epoca e l'inizio della modernità. Gli studenti dell'Accademia Gustav Mahler interpreteranno questo medley fin-de-siècle insieme ai professionisti della Mahler Academy Orchestra.
Il progetto sulle sonorità originali della Mahler Academy Orchestra è una coproduzione tra la Fondazione Busoni-Mahler di Bolzano e la Fondazione Euregio Centro Culturale Gustav Mahler Dobbiaco e Festival Dolomites
Programma:
Ludwig van Beethoven: Trio op. 11 in si bemolle maggiore
Robert Muczynski: Trio op. 26
Johannes Brahms: Trio op. 114 in a minore
Serata con tre musicisti emergenti affermati a livello internazionale: Andrea Götsch (clarinettista dell'Orchestra Filarmonica di Vienna), Jakob Mitterer (violoncellista dell'Orchestra Sinfonica del Tirolo) e Nika Afazel (pianista freelance e accompagnatrice di Lied). Insieme formano il Trio Meran Teheran, nome che si rifà ai luoghi di origine dei tre musicisti.
Il programma prevede i trii per clarinetto di Beethoven e Brahms, due dei capolavori indiscussi per questo organico. Quasi cento anni separano la composizione del vivace trio dell'ancora giovane Ludwig van Beethoven ("Gassenhauertrio", 1797) dal mesto Trio op. 114 del già cinquantasettenne Brahms, che scoprì tardi il suo amore per il clarinetto. Entrambe le opere si attengono a principi formali "classici", ma sono così diverse nello stile e nell'impatto. Mentre il trio di Beethoven è un brano che fa breccia e che sprigiona tutto il virtuosismo degli interpreti, il trio maturo di Brahms è caratterizzato da profondità compositiva dalle più svariate sfaccettature.
Robert Muczynski, figlio di immigrati polacchi e slovacchi, può essere descritto, a tutti gli effetti, come uno dei più importanti compositori neoclassici dell'America del dopoguerra. Da un lato, il suo lavoro fa riferimento al linguaggio formale classico, ma, dall’altro, è anche influenzato da Bartók, Bernstein e Barber e, dal punto di vista armonico e ritmico, prende spunto anche dal jazz.
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