transart22 - The Past Ripens in The Future. Cycle 5 - Pubblicato da martin_inside

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presented by Transart and Museion

Nella straordinaria location delle Caserme Mercanti di Appiano, chiuse da decenni al pubblico, l’artista russo Kirill Savchenkov presenta un inedito progetto site-specific. Delusione ideologica, sorveglianza, potere, manipolazione nei social media e nelle nuove tecnologie sono al centro dell’installazione performativa che analizza, con grande sensibilità e acutezza, gli attuali sconvolgimenti sociali. Quest’anno Savchenkov avrebbe dovuto rappresentare la Russia alla Biennale di Venezia, ma così non è stato: in segno di protesta contro la politica d’aggressione del Cremlino ha deciso di non farlo e il padiglione russo a Venezia è rimasto vuoto. Per Transart e MUSEION ha creato un’opera unica, in cui parti del progetto pensato per la Biennale si intrecciano con elementi di un lavoro realizzato nel 2019 per la Biennale di Kiev.

with
Kirill Savchenkov + performers

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  • L'evento si tiene dal 11 Apr 2026 al 19 Apr 2026
    Wir sind viele – im Leben wie auf der Bühne. Wir schlüpfen in unterschiedlichste Rollen, wandeln und verwandeln uns und erschaffen dabei eine neue Realität. Durch die Kraft der Fantasie wechseln wir Perspektiven und probieren neue Identitäten aus. Was entsteht, wenn viele Stimmen, Erfahrungen und Sichtweisen aufeinandertreffen? Und wie können wir die Zukunft des Einzelnen und der Gemeinschaft gestalten, wenn wir uns nicht mehr in alten Rollen verfangen? Gemeinsam schaffen wir einen kreativen Raum, in dem das Verwandeln nicht nur erlaubt, sondern essenziell ist – ein Spielfeld, das unsere Wirklichkeit hinterfragt und erweitert. Gemeinsam mit dem Südtiroler Theaterverband stellen sich Menschen aller Altersgruppen, die das Theater lieben, auf die Bühne, um sich als jemand anderes zu sehen. Durch das Erforschen von Figuren und Geschichten öffnen wir Spielräume, in denen jedes Ich, jede Perspektive gehört und gelebt werden kann. Regisseur Peter Lorenz, der an den Vereinigten Bühnen Bozen bereits erfolgreich die Uraufführung „Ein Hund kam in die Küche“ inszeniert hat, wird mit spielfreudigen Darsteller:innen erproben, was es bedeutet, die eigene Identität zu hinterfragen und neu zu erfinden – im Spiel, auf der Bühne und im Alltag.
  • Lu santo Jullare Francesco di Dario Fo è una fabulazione sulla vita del santo di Assisi che riprende gli stili e le forme del narrare del mitico Mistero Buffo nel teatralissimo linguaggio del grammelot. Lavorando su leggende popolari, testi canonici del Trecento e documenti emersi negli ultimi decenni, il Premio Nobel costruisce una narrazione potente, giocosa e certamente non agiografica del “Giullare di Dio”, come San Francesco amava definirsi. Il racconto di Fo è – allo stesso tempo – spiritualità e mito, favola e satira, e disegna un Francesco uomo che si spoglia di ogni ricchezza per avvicinarsi ai diseredati, per predicare a uomini, lupi o uccelli un messaggio di fraternità e pace, per comporre e mettere in musica il suo Cantico delle Creature. A dare voce a questo viaggio funambolico nell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi sarà Ugo Dighero, attore mattatore, già interprete per anni di Mistero Buffo su “benedizione” e spinta dello stesso Fo, perfetto istrione e giullare dell’oggi. Il 2026, inoltre, è un anno speciale anche per ricordare Dario Fo: ricorrono i cento anni dalla nascita e i dieci anni dalla scomparsa. Impossibile non celebrarne lo straordinario percorso teatrale. Portare in scena oggi questa meravigliosa giullarata non può non tener conto che nel 2013 il compianto cardinal Bergoglio, divenuto Papa, scelse, emblematicamente, politicamente e per la prima volta nella storia, il nome di Francesco: il santo della pace e del sorriso, della custodia del creato, della Chiesa povera per i poveri. Seguendo la lezione di Fo, lo spettacolo si muoverà così su due percorsi paralleli, ripercorrendo la realtà storica del viaggio di Francesco nel mondo cristiano e contemporaneamente raccontando la rivoluzione riformatrice che Papa Francesco ha cercato di attuare nella Chiesa del nostro tempo. di Dario Fo con Ugo Dighero adattamento e regia di Giorgio Gallione scene e costumi Lorenza Gioberti disegno luci Aldo Mantovani coproduzione Teatro Stabile di Genova, CMC/ Nidodiragno con la collaborazione del Teatro della Juta durata: 85 minuti
  • Liberamente ispirato a “The Wonderful Visit” by H.G.Wells Testo: Fabio Pisano Traduzione: Zija Vuka Adattamento, spazio scenico e regia: Davide Iodice Musiche originali: Lino Cannavacciuolo Light Designer: Loïc François Hamelin Elementi scenici: Divni Gushta Assistente alla regia: Jozef Shiroka Con: Nikolin Ferketa, Raimonda Markja, Pjerin Vlashi, Fritz Selmani, Rita Gjeka Kacarosi, Julinda Emiri, Jozef Shiroka, Merita Smaja, Alexander Prenga, Vladimir Doda Una produzione: Teatro Migjeni, Sardegna Teatro Con il supporto: Istituto Italiano di cultura di Tirana Vincitore al Festival del Teatro Albanese “Moisiu”/Premio della stampa “Oslobodenje” al Festival di Sarajevo In collaborazione con: Associazione panalbanese Arbëria Bolzano Fu d’improvviso, non si sa per quale motivo, ma l’angelo si ritrovò a sorvolare i cieli della terra. Lo ricorda bene il matto del paese, perché fu il primo a vederlo e l’ultimo a dimenticarlo. L’angelo sorvola, pieno di stupore, cieli che aveva soltanto sognato o immaginato, fin quando un prete gli spara. Stravolto e sorpreso da questo essere straordinario e dal profondo senso di colpa, il prete si risolve ad accogliere e curare il suo ospite: un angelo, meraviglioso e ambiguo, che osserva con gli occhi della meraviglia quella “vita” tutta umana. Una vita, però che lentamente si fa difficile, complessa, complice soprattutto l’ostilità del paese che mal sopporta la visita dello straniero, dell’angelo, stigmatizzandone la sua deformità, la sua diversità. Via via appesantito da umiliazioni e scherno, impossibilitato nel ritorno al paese celeste e “ingabbiato” in quello umano, l’angelo troverà sollievo solo nella musica di un violino, di cui è un sublime esecutore, e “asilo” solo negli occhi e nell’amore di Delia…

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