Sissa Micheli - MUSEUM’S RHAPSODY - Pubblicato da martin_inside

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La KunsthalleWest Lana è lieta di presentare la mostra personale di Sissa Micheli, MUSEUM’S RHAPSODY, nella sede del Palais Mamming Museum -Merano.L’inaugurazione si terrà giovedì 24ottobrealle ore 19 con un’introduzione dellacuratrice Sara Salute e dell’artista. Il progetto site-specificè stato sviluppato in collaborazione con la Galleria Alessandro Casciaro.

“Nella mostra Museum’s Rhapsody, l'artista combina oggetti della collezione del Palais Mamming con pezzi di pelliccia e altri oggetti nel senso dei "most unexpected contacts" di Duchamp creando nuove correlazioni e prospettive. Il loro leitmotivpotrebbe essere un bonmotdel poeta Comte de Lautréamont, divenendo un credo surrealista: "Bella come l'incontro accidentaletra un ombrello e una macchina da cucire su un tavolo da dissezione". L’artista combina la testa dell'imperatrice Sissi, tagliata dai fascisti, con pietre di quarzo, che sembrano lacrime del passato (Tears of the Past). Corona un teschio di marmo (King ofPins) con un magnifico pettine storico; una pigna di un pino, attraverso la combinazione con un collo di pelliccia, diventa un riccio (Armored Procupine); tre microscopi in legno (The Factory) vengono disposti come torri di fabbriche, dalle quali emerge una nuvola di pelliccia scura; da un collo in pelo emergono le rovine di una città di roccia minerale (City in Furs). Il duro incontra il morbido, la mineralità il mondo animale, e non si può non riconoscere un riflesso della leggendaria tazzina di pelliccia surreale di Meret Oppenheim. in collaborazione con
Numerosi sono i riferimenti di Sissa Micheli alle prime opere moderne e d’avanguardia. Le lacrime di Sissi ricordano le iconiche "lacrime in perle di vetro" di Man Ray, City in Furspotrebbe alludere alla canzone "Venus in Furs" della rock band statunitense The Velvet Underground. Gli assemblaggi di Sissa sono allestimenti temporanei fissati fotograficamente. Strappati dal sonno del museo, dove fungono da testimoni passivi e testimonianza della loro funzione precedente, vengono riattivati per un momento fotografico prima di tornare al contesto museale. Le fotografie documentano e congelano il “Museo di Sissa” in tempo e nel tempo. Se si intende una fotografia come memoria, entra allora in gioco anche il tema principale del ricordo. Per descrivere la sua pratica combinatoria, Sissa Micheli usa il termine letterario "oggetti correlati" coniato da T. S. Eliot. Per quali emozioni ella cerca correlazioni in oggetti, situazioni o avvenimenti? Il titolo della mostra, Museum’s Rhapsody. A microcosmos of Collection Objects, indica un modo musicale di pensare. L'artista, come un curatore, opera alla maniera di direttore o compositore di un'orchestra di oggetti in modo che essi rivelino, per un momento, il loro significato "originale" scientificamente classificato, per esistere in un principio collezionistico più sensuale. Si colloca così nella tradizione della critica museale e istituzionale, che dai futuristi ha più o meno rivoluzionato il museo come istituzione. La protesta delle avanguardie futuristiche era diretta contro l'istituzione del museo in quanto tale e fallì a causa della sua dipendenza dall'istituzione stessa, controla quale era diretta la sua critica. I musei d'arte di Daniel Spoerri e Claes Oldenburg, invece, hanno adottato la serietà del museo per minare il diritto esclusivo dei curatori di selezionare, raccogliere e presentare oggetti d'arte. Erano un tentativo di ripensare l'ordine delle cose: non gerarchico, senza priorità, ironico sulle esigenze della catalogazione scientifica,e dotato di una combinatorialità molto surrealista. Le metamorfosi semantiche musicalmente fondate di Sissa Micheli rientrano in questa linea genealogica. I suoi oggetti fanno rivivere in piccolo formato il principio delle storiche Wunderkammernche un tempo catturarono il mondo in un esuberante mix di arte, artigianato e natura, folklore e tecnologia nonché di raro, insolito, prezioso e curioso. Con l'Illuminismo, le Wunderkammernpassarono di moda e furono bandite dai musei come obsolete e non scientifiche. L’accoppiare gli oggetti tra loro, contraddendo apparentemente qualsiasi logica, porta alla luce dei miracoli.”Heinrich Schwazer

Sissa Micheli è nata nel 1975 a Brunico. Dal 2000 al 2002 ha frequentato la scuola per fotografia artistica Friedl Kubelka a Vienna e dal 2002 al 2007 ha studiato presso l'Accademia delle Belle Arti di Vienna con i professori Franz Graf, Gunther Damisch e Matthias Herrmann, diplomandosi con lode. Sissa Micheli ha ricevuto numerosi premi e borse di studio, tra cui nel 2008 il Premio dell’Accademia di Vienna e il Premio Pagine Bianche d'Autore, Milano, nel 2009 e 2013 l’Atelierstipendium Londra e Parigi del BKA e nel 2015 la borsa di studio dello Stato per fotografia artistica. Nel 2016 le è stato conferito il premio “artista dell’anno” del Südtiroler Künstlerbund e del HGV. Ha allestito numerose mostre personali e collettive, nazionali e internazionali, ed è presente in collezioni pubbliche e private. Sissa Micheli vive e lavora attualmente a Vienna.

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