Vernissage - Karl Schnetziger - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Classe 1956, l’artista ha studiato presso l’Accademia di belle arti di Vienna con il Professor Rudolf Hausner e presso l’Istituto per l’artigianato. Schnetzinger vive a Vienna, dove opera come artista indipendente. Ha all’attivo numerose mostre personali e collettive in Austria e all’estero. Ha partecipato a svariate fiere artistiche ed ha realizzato opere per committenze pubbliche e private.

La pittura di Karl Schnetzinger poggia sulle colonne dell’espressionismo astratto. La base attinge ad elementi provenienti dall’area dell’informale, del tachismo e della pittura gestuale, facendoli propri e trasformandoli in una sorta di statement contemporaneo del 21° secolo. Le sue tavole voltano con decisione le spalle al lamento sulla morte della pittura, unendo cromatismi di forte intensità ed elementi strettamente pittorici. Superfici pastose e ricche di rilievi convivono accanto a colline di colore sottili e velate, disposte in foggia regolare sulla tela, chiare evidenze dell’inclinazione all’utilizzo generoso dei colori ad olio. Le opere dell’artista stimolano la creazione di una ricca gamma di associazioni, non limitando in alcun modo il margine interpretativo dell’osservatore. I quadri di Karl Schnetzinger nascono dall’interazione reciproca tra reazione immediata, ebbrezza pittorica e la ponderata struttura di una composizione lungamente pensata.

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  • Camilla Prey, nata a Weimar (Germania) e cresciuta a Egna, è un’artista multidisciplinare. Ha una formazione in arti applicate, acquisita grazie ai suoi studi di gioielleria contemporanea a Lisbona e Tallinn. Dal 2022 è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. How many scales on the eye? è la sua prima mostra personale in Alto Adige. Il termine inglese “scale” significa misura, bilancia e scaglia, aprendo così un ampio spettro tra percezioni, misurazioni e metamorfosi. Le opere si muovono tra equilibrio e rovesciamento, tra stabilità e transitorietà. Cera, metallo, bilance, luce e cerchi creano un sistema fluido e non incentrato su un risultato, ma sulle immense possibilità in continuo mutamento. La mostra ruota attorno a questioni di visioni, misurazioni e tempo: comprensioni e stratificazioni, il rapporto tra l’osservazione e ciò che essa produce, e il momento in cui tempo e materia si sovrappongono. Le opere di Camilla Prey non intendono raffigurare questi concetti – li rendono fisici attraverso la loro presenza. I materiali entrano in relazione, dialogano tra loro, reagiscono. Gli spazi intermedi, le giunture e i punti di contatto si attivano a vicenda. Accanto a elementi fusi e modellati compaiono anche ready-made: oggetti della vita quotidiana il cui significato muta in nuovi contesti. Recano tracce di usura e memoria, che però non vengono raccontate, bensì tradotte in altre relazioni. Processi, frammenti e transizioni non sono disturbi, ma parte della forma. All’inaugurazione, la mostra viene attivata da un dialogo a due voci, una sorta di “calibrazione della percezione”. Due voci si muovono attraverso il linguaggio come uno strumento di misura: narrano di visione, peso, memoria e luce, e di ciò che accade quando la percezione diventa materia. Le voci cambiano ruolo, spostano i toni e annullano le gerarchie tra uomo e sistema, materia e ombra. How many scales on the eye? apre uno spazio che mette in discussione gli strumenti della nostra percezione. Testo: Léa Manoussakis di-Bona Inaugurazione: 06/12/2025 alle ore 18 Introduzione: Theresa Prey & Jack Strange
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