“Cosa ci fanno delle Inglesine a Bolzano?” - Pubblicato da

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Informazioni evento

BOLZANISM, RACCONTI DELL'ABITARE A BOLZANO
Una mostra itinerante per raccontare e farsi raccontare l’abitare a Bolzano.
Ti hanno mai raccontato la storia dell'edificio in cui abiti?
Bolzanism, attraverso uno studio ed un riscontro diretto sul campo con gli abitanti, mira a ricostruire e rappresentare l’evoluzione dell’abitare, dall’epoca della loro costruzione ad oggi, di alcuni tra i più significativi complessi residenziali popolari del ‘900, con l'obbiettivo di riscoprire assieme ai protagonisti l'identità sopita di luoghi dalla forte intensità sociale.
Se abiti in uno degli edifici scelti da Bolzanism o vuoi conoscere la loro storia, ti aspettiamo dal 24 maggio al 28 giugno alle tappe della mostra itinerante. Bolzanism vuole conoscerti e festeggiare con te, non mancare!

Un progetto di: Cooperativa 19 + Campomarzio
In collaborazione con: Ipes
Con il sostegno della Piattaforma delle Resistenze 2017

Contatti :

Date e orari evento :

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  • Camilla Prey, nata a Weimar (Germania) e cresciuta a Egna, è un’artista multidisciplinare. Ha una formazione in arti applicate, acquisita grazie ai suoi studi di gioielleria contemporanea a Lisbona e Tallinn. Dal 2022 è iscritta all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. How many scales on the eye? è la sua prima mostra personale in Alto Adige. Il termine inglese “scale” significa misura, bilancia e scaglia, aprendo così un ampio spettro tra percezioni, misurazioni e metamorfosi. Le opere si muovono tra equilibrio e rovesciamento, tra stabilità e transitorietà. Cera, metallo, bilance, luce e cerchi creano un sistema fluido e non incentrato su un risultato, ma sulle immense possibilità in continuo mutamento. La mostra ruota attorno a questioni di visioni, misurazioni e tempo: comprensioni e stratificazioni, il rapporto tra l’osservazione e ciò che essa produce, e il momento in cui tempo e materia si sovrappongono. Le opere di Camilla Prey non intendono raffigurare questi concetti – li rendono fisici attraverso la loro presenza. I materiali entrano in relazione, dialogano tra loro, reagiscono. Gli spazi intermedi, le giunture e i punti di contatto si attivano a vicenda. Accanto a elementi fusi e modellati compaiono anche ready-made: oggetti della vita quotidiana il cui significato muta in nuovi contesti. Recano tracce di usura e memoria, che però non vengono raccontate, bensì tradotte in altre relazioni. Processi, frammenti e transizioni non sono disturbi, ma parte della forma. All’inaugurazione, la mostra viene attivata da un dialogo a due voci, una sorta di “calibrazione della percezione”. Due voci si muovono attraverso il linguaggio come uno strumento di misura: narrano di visione, peso, memoria e luce, e di ciò che accade quando la percezione diventa materia. Le voci cambiano ruolo, spostano i toni e annullano le gerarchie tra uomo e sistema, materia e ombra. How many scales on the eye? apre uno spazio che mette in discussione gli strumenti della nostra percezione. Testo: Léa Manoussakis di-Bona Inaugurazione: 06/12/2025 alle ore 18 Introduzione: Theresa Prey & Jack Strange
  • Visita guidata Sabato 7 febbraio 2026, ore 10–13 Partenza dal Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige, Bolzano. Un percorso tra musei e spazi pubblici esplora il confine come luogo di incontro, memoria e trasformazione. Le opere di otto artistɜ internazionalɜ: Pamela Dodds, Esra Ersen, Boris Missirkov & Georgi Bogdanov, Ivan Moudov, Karin Schmuck, Zorka Wollny e ZimmerFrei (Anna de Manincor) affrontano migrazione, identità e paesaggio. La visita, insieme a Ingrid Kofler, sociologa e docente alla Libera Università di Bolzano, intreccia arte, cultura e ricerca sui processi di trasformazione e convivenza.

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