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Nikola Trafojer - Omaggio al passato - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Perchè "Omaggio al passato". Il titolo dell'esposizione che dall'11 gennaio al 15 febbraio 2023 sarà ospitata nella Sala Incontri - Hall al pianterreno dell'Hotel Four Points by Sheraton Bolzano in via Buozzi 35, attigua al B-Bar dell'albergo, e sarà visitabile tutti i giorni negli orari d'apertura del B-Bar, ha una sua precisa motivazione che si ricollega al particolare estro artistico di Nikola Trafojer, trentenne bolzanino con un solido background creativo in termini di design prima e di arte poi. È lo stesso Nikola Trafojer a spiegare il motivo del titolo della mostra e a introdurci alle opere che esporrà. «Questa mostra - spiega l'artista bolzanino - mette in esposizione 6 opere, quadri di grandi dimensioni, olio su tela, che ho realizzato tra il 2020 e il 2022. Le opere sono ispirate a quadri di grandi maestri del passato dell'arte mondiale, come Michelangelo, Pieter Paul Rubens, Diego Velàzquez e Rembrandt, per citare quelli che io considero "i pittori dei pittori". In concreto, nella fase espressiva creativa, ho messo insieme, sulla stessa tela, diverse parti di alcune delle loro opere, per raccontare una nuova storia. Così, ad esempio, nel mio dipinto "Fides" gli amanti dell'arte riconosceranno immediatamente la donna del "Tondo Doni" di Michelangelo, il mostro dell'"Incubo" di Johann Heinrich Füssli e la tigre dei "Quattro continenti" di Pieter Paul Rubens. I miei dipinti "Desperatio" ed "Elegantia" sono invece tratti dalla pittura di genere e in particolare dai quadri "La friggitrice" e "L'incoronazione della Vergine" di Velàzquez e "Madame X" di John Singer Sargent. Posso solo aggiungere - conclude Nikola Trafojer - che tutti, ma in particolare chi ama l'arte figurativa ed espressiva, sono i benvenuti a vedere il mio lavoro in questa mostra, per la quale voglio ringraziare la direzione dell'Hotel Four Points by Sheraton Bolzano che ha voluto ospitarla».

Il percorso artistico di Nikola Trafojer. Si definisce "artista autodidatta, libero professionista, dal 2015", Nikola Trafojer, bolzanino, classe 1992, protagonista con alcuni suoi quadri dell'esposizione "Omaggio al passato", ospitata al Four Points by Sheraton in via Buozzi 35 a Bolzano dall'11 gennaio al 15 febbraio 2023. E il suo percorso nella creatività nasce già a scuola, essendosi diplomato Digital Media Designer nel 2011 e avendo poi frequentato corsi legati al multimediale e al film-making digitale. Poi, come da lui precisato appunto, dal 2015 il percorso artistico prende una strada ben definita e dall'anno successivo iniziano le mostre alle quali Nikola Trafojer è stato presente con le sue opere. Si va così da alcune esposizioni collettive in diversi centri altoatesini, e in particolare a Bolzano, alle diverse esposizioni personali, sia a Monaco di Baviera che ancora nel capoluogo altoatesino, affrontando poi anche, nel 2019, prima che la pandemia da Covid bloccasse praticamente per due anni gli spostamenti internazionali, dei particolari progetti artistici in Cisgiordania, in Israele e in Egitto. Interessante e molto articolata la sua visione dell'arte, che qui sintetizziamo con due concetti espressi nella sua presentazione filosofica. «Per me l'arte - sotiene Trafojer - ha principalmente la funzione di servire l'individuo e la società. Lo spirito umano è capace di cambiare e l'arte deve contribuire al cambiamento. Inoltre, l'arte deve riflettere lo spirito
del tempo in modo realistico, critico e onesto. Sfortunatamente, la maggior parte dell'arte contemporanea viene riproposta e utilizzata più per l'intrattenimento che per la guarigione. L'artista
si concentra sull'autopromozione piuttosto che sull'impatto delle opere e su come interagiscono con lo spettatore». E ancora: «Poiché oggi vivo in una società molto più distruttiva che costruttiva, è mio compito dare un contributo positivo, onesto e critico alla società con le mie opere. È una necessità interiore ritrovare me stesso nei tempi di insicurezza, inganno e confusione. Ed è proprio quello che dicono le mie opere. Sono allegorie con le quali comunico messaggi su livelli diversi. La critica sociale, la guarigione e la realtà. Solo la base di tutti i livelli rimane sempre la stessa: Oh!
Uomo conosci te stesso».

Contatti :

Date e orari evento :

L'evento si tiene dal 11 Gen 2023 al 15 Feb 2023

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    La mostra approfondisce lo stretto rapporto tra le antiche vie di comunicazione e di trasporto e il diffondersi delle malattie, soffermandosi sullo stretto legame tra la Repubblica di Venezia e il Tirolo, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto economico e quello medico. Venezia era uno dei porti più importanti per gli scambi a lunga distanza, dove tra le altre merci arrivavano le preziose materie prime dall’Oriente e i tessuti; Bolzano, sin dal Medioevo città di mercati, era un nodo nevralgico e strategico per il trasporto e la commercializzazione da e per i paesi transalpini. Entrambe le città giocarono, loro malgrado, un ruolo cruciale anche in tempi di epidemie dal 1300 in poi: le antiche vie di comunicazione e di commercio, in conseguenza ai grandi spostamenti di pellegrini, studiosi, artisti e mercanti, furono vie privilegiate per la diffusione del ‘mal contagioso’. In mostra sono esposti libri antichi, itinerari di viaggio, manuali di commercio, documenti ad uso dei mercanti. Interessanti sono gli oggetti che riguardano la sfera medica e la religione, in particolare alcune testimonianze delle epidemie nell’arte locale. Una sezione della mostra è dedicata alla teriaca, farmaco ‘miracoloso’ prodotto a Venezia, e non manca infine un rimando moderno al ‘medico della peste’. Curatore: Helmut Rizzolli L'ingresso alla mostra è compreso nel prezzo del biglietto del museo.
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    Vernissage: 23 FEBBRAIO 2023, ore 18.30 - 21.00 23.02.2023—27.05.2023 Arbeitsgemeinschaft (Gruppo di lavoro): Chaw Ei Thein (Yangon, 1969), Htein Lin (Mezaligon, Ayeyarwady Region, Myanmar, 1966), Ko Latt (Yangon, 1987), Moe Satt (Yangon, 1983), Nge Lay (Pyin Oo Lwin, Mandalay region, Myanmar, 1979), Amol K. Patil (Mumbai, India, 1987), Yadanar Win (Yangon, 1987) Performance: 23 febbraio 2023 Ore 19:30 – Nge Lay Ore 20:30 – Moe Satt Con la prima mostra del 2023, Die Fliege is a fly in volo, curata da Zasha Colah e Francesca Verga, Ar/Ge Kunst ripresenta, ricostruisce e ripete una memoria culturale in grado di “bucare il muro di una cella” con il suo essere immaginifica. Die Fliege is a fly in volo esplora la trasmissione artistica in situazioni di costrizione. La mostra ripercorre la vita di opere e performance realizzate clandestinamente, come The Fly dell’artista Htein Lin, attraverso rievocazioni e ricostruzioni, e, in assenza dell’artista, attraverso le versioni di altri artisti che ne sono stati testimoni. Nel corso dei sei anni e mezzo passati in prigione, dal 1998 al 2004, Htein Lin concepì una serie di performance, 0+0+0=0 (carcere di Mandalay, 1999), The Fly (carcere di Myaung-Mya, 2001), Cleaner (carcere di Myaung-Mya Prison, 2002), Life (carcere di Myaung-Mya, 2003). The Fly fu messa in scena per la prima volta nel 2001, in una sola occasione, davanti a circa 30 prigionieri politici. The Fly prende il nome da una punizione esercitata dalle guardie carcerarie, le quali obbligavano i prigionieri a catturare 200 mosche e moscerini a mani nude, ogni giorno. Tra le altre pene inflitte, quali ad esempio l’infame “motocicletta”, la tortura, l’isolamento, i pestaggi—definite “infernali” dai detenuti politici—l’assurdità di questa punizione viene descritta da Htein Lin con i toni della commedia macabra, che l’autore applica alle sue espressioni facciali mentre, legato a una sedia—forse in isolamento—cerca di scacciarsi di dosso delle mosche accanitesi contro di lui. La prima rappresentazione di The Fly al di fuori del carcere ebbe luogo al Gangaw Village Artist Group Show di Yangon a inizio 2005, e successivamente all’Institut Français nell’agosto dello stesso anno. L’artista Moe Satt ha scritto di aver visto Htein Lin interpretare The Fly nel 2005: “Htein Lin spiegò che quando gli attivisti politici cercavano di mobilitare le folle alla luce del giorno, erano considerati degli avversari dal governo, ma una volta incarcerati, venivano divisi in gruppi - Gruppo Mosca, Gruppo Moscerino e via dicendo - a seconda delle mansioni alle quali venivano assegnati. I detenuti appartenenti al Gruppo Mosca erano costretti a raccogliere mosche morte nelle loro celle. In quel modo non erano più nemici del governo ma gruppi di individui ridicolizzati da mansioni altrettanto ridicole”. (Moe Satt, Short Introduction of Myanmar Performance Art (Introduzione alla performance art nel Myanmar), Vimeo, 2015, https://vimeo.com/128882948.) L’artista Amol K. Patil ha visto Htein Lin reinterpretare The Fly nel 2012 a Kochi, in India. Aspettando il loro rilascio, Amol K. Patil ha deciso di ripresentare questo lavoro come scultura sonora e in video all’interno della mostra Die Fliege is a fly in volo ad Ar/Ge Kunst nel 2023. Nello stesso contesto, Moe Satt ha deciso di identificarsi in The Fly (la mosca) per quanto concerne la sua esperienza nel carcere di Insein Prison, Yangon, nel 2021. Gli artisti Chaw Ei Thein and Htein Lin hanno iniziato come duo performativo ai tempi dell’università. Chaw Ei Thein ritiene che The Fly sia il capolavoro di Htein Lin, un profondo trattato filosofico sotto forma di performance dai contorni comici. Sperando nel suo rilascio, ed essendo stata la sua partner artistica per molti anni, ha deciso di creare la video-performance Future Fly. Ognuna di queste ricostruzioni è stata un esercizio di superamento di un’assenza. Le performance in prigionia sono rimaste solo un ricordo, trasmesse in una sorta di storia orale creatasi di voce in voce. Quando Htein Lin fu rilasciato nel 2004, decise di riportarle in scena. Queste interpretazioni sono state filmate e documentate, facendo sì che la mostra ad Ar/Ge Kunst di queste performance potesse essere allestita, una ripetizione che continua, come tutti i racconti della memoria, allargandosi, modificandosi, accumulando interpretazioni. Htein Lin e sua moglie Vicky Bowman (Ambasciatrice Inglese in Myanmar, 2002-2006) furono arrestati, processati e incarcerati a Insein Prison, Yangon, il 24 agosto 2022. Htein Lin e Vicky Bowman sono stati rilasciati il 17 novembre 2022, nell’ambito di una regolare amnistia dei detenuti, appena prima dell’apertura della mostra ad Ar/Ge Kunst. All’interno della mostra ad Ar/ Ge Kunst, la storia sopracitata risuona attraverso le narrazioni prodotte da una generazione di artisti più giovani. Nge Lay realizza una performance e opera video per la mostra basandosi sulla sua esperienza personale (e collettiva) in esilio; Moe Satt presenta invece una video-performance realizzata nel 2022 poco prima del coprifuoco nelle strade deserte di fronte al palazzo di giustizia di Yangon; Yadanar Win racconta le storie delle prigioniere attraverso delle spille solitamente utilizzate nelle campagne elettorali, dipinte dall’artista nell’intenzione di solidificare il ricordo dei loro visi e voci. Nel corso della durata della mostra, Ko Latt e Yadanar Win realizzano una performance raccontando una nuova storia a partire dal loro lavoro Artist Street, Yangon 2021. I dipinti di Htein Lin realizzati in carcere sono parte della mostra e furono salvati attraverso una staffetta: dapprima passarono dai guardiani alla sua prima moglie, e successivamente, una volta che Htein Lin fu liberato nel 2004, dalle sue mani a quelle di Chaw Ei Thein, che ne curò la prima esposizione a Yangon nel maggio 2005. Chaw Ei Thein insieme a un amico in comune introdusse Htein Lin e le sue opere all’allora Ambasciatrice Inglese in Myanmar (Vicky Bowman), che le inviò all’International Institute of Social History, Amsterdam, per ragioni di sicurezza e conservazione dove sono tuttora conservate e dalla cui collezione si sono presi in prestito venti lavori per la mostra ad Ar/Ge Kunst. In completa clandestinità, Htein Lin editò e commissionò dei testi ai suoi compagni di prigionia, e nel 1999 illustrò una rivista di scrittura letteraria nella prigione in Mandalay, chiamata Ar Youn (con il significato di alba). Ne uscirono almeno due volumi. In uno di questi, Htein Lin scrisse una breve storia che racconta del suo processo e successiva condanna, dal titolo The Special Court (La Corte Speciale), che è stata pubblicata da Ar/Ge Kunst. Novellas sono una serie di pubblicazioni di Ar/ Ge Kunst dedicati all’esplorazione di forme collettive di produzione culturale, prestando particolare attenzione a come atti individuali di immaginazione e fabulazione in contesti condivisi possano diventare collettivi. Questa serie è editata da Zasha Colah e Francesca Verga, e disegnata da Giulia Cordin. Si ringrazia: La collezione Htein Lin, International Institute of Social History (IISG), Amsterdam, per il prestito dei lavori dell’artista. Museion (Atelier), Bozen-Bolzano Faculty of Design and Art, Liberà Università di Bozen-Bolzano Associazione Aiutare Senza Confini OdV Parkhotel Laurin CAST, Bozen-Bolzano Luca Cerizza, per l’incitamento nel dedicare una mostra a un artista assente. Vicky Bowman, per l’aiuto nel rendere l’assenza dell’artista una presenza. Ar/Ge Kunst, Kunstverein di Bolzano, è stata fondata nel 1985 negli spazi di Via Museo 29. Il nome Ar/Ge Kunst deriva dall’abbreviazione di Arbeitsgemeinschaft (comunità di lavoro) a indicare l’obiettivo di promuovere un’idea di lavoro collettivo e riferito anche a qualcosa di scomodo e inatteso (dalla parola tedesca arge). Ogni nuova produzione si plasma all’interno di un gruppo di lavoro proveniente da diversi settori, per riflettere su questioni sociali, ecologiche, politiche, legali e artistiche. Il Kunstverein diventa una piattaforma di fabulazione: un luogo di fabbricazione di storie, collocate anche scomodamente nei confini tra realtà e finzione, tra ricostruzione storica e immaginifica. La fabulazione apre uno spazio in cui immaginare anche un’azione politica. Partendo da un momento di ricerca, ogni produzione artistica è attivata da storie, da camminate urbane ed extraurbane, performance, discussioni e podcast. DIREZIONE ARTISTICA Zasha Colah e Francesca Verga DIRETTRICE AMMINISTRATIVA Verena Rastner PRESIDENTE Karin Welponer VICEPRESIDENTE Roberto Gigliotti Board Eva Von Ingram Harpf Josef Rainer Ina Tartler DESIGN Norma e Giorgio del Buono PROGETTO DI ALLESTIMENTOE DESIGN Alessandro Mason e Pietro Lora Studio GISTO ALLESTIMENTO Stefano Riba COMUNICAZIONE Federica Telch PUBLICATION DESIGN Giulia Cordin Le attività di Ar/Ge Kunst sono rese possibili grazie al supporto dei nostri partner, enti pubblici, sponsor, soci membri, che credono nel Kunstverein e ne supportano l’azione in modo continuativo. Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio Cultura Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol Comune Bolzano, Ufficio Cultura Fondazione Cassa di Risparmio, Bolzano Facoltà di Design e Arti, Libera Università di Bolzano Parkhotel Laurin, Bolzano CAST
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