banner inside 01 it

Stone Age Connections. Mobilità ai tempi di Ötzi - Pubblicato da martin_inside

0
×

Attenzione

Questo evento è terminato, rimani connesso per nuovi eventi

Informazioni evento

Già nell’Età del Rame le persone erano sorprendentemente mobili. Commerciavano selce e rame e non scambiavano soltanto merci, ma anche nuove conoscenze e tecniche artigianali. A piedi, con le ciaspole in montagna o con la piroga sull’acqua: così le persone coprivano tragitti sorprendentemente lunghi per tutta l’Europa. Il rame utilizzato per l’ascia di Ötzi proviene dall’odierna Toscana, alcuni dei suoi strumenti in selce dalla zona intorno al Lago di Garda.
Proprio come oggi, anche nell’Età del Rame le persone si spostavano per cercare una vita migliore. Colonizzavano nuovi territori, incontravano altri gruppi, ma cominciavano anche a scontrarsi per il terreno coltivabile, le risorse minerarie e i luoghi di insediamento. Si formavano nuovi gruppi culturali, le concezioni religiose trovavano più rapida diffusione.

Sulle tracce della mobilità
Le analisi del DNA ci aiutano a ricostruire i movimenti migratori, la ceramica ci racconta il trasferimento di conoscenze e le analisi scientifiche delle materie prime ci consentono di risalire al loro luogo di provenienza. Attraverso importanti reperti dell’arco alpino la mostra temporanea cerca di comprendere i percorsi e i rapporti commerciali nel IV e nel III millennio a.C.

Contatti :

Date e orari evento :

L'evento si tiene dal 22 Nov 2021 al 07 Nov 2022

Note sugli orari :

In luglio, agosto, settembre e dicembre il museo è aperto anche i lunedì.
Im Juli, August, September und Dezember ist das Museum täglich geöffnet.

Potrebbe interessarti anche :

  • L'evento si tiene dal 23 Mar 2024 al 01 Set 2024
    In una scenografia di Davide Stucchi Con opere sonore di Tomaso Binga, CAConrad, Bryana Fritz, Susan Howe e David Grubbs, Katalin Ladik, Hanne Lippard, Nat Marcus e Patrizia Vicinelli A cura di Tom Engels e Lilou Vidal in collaborazione con Leonie Radine Museion, museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano, è lieto di esplorare l’eredità culturale dell’artista ed editore torinese Ezio Gribaudo (1929–2022).Con il titolo The Weight of the Concrete, la mostra rende omaggio alla sua opera multidisciplinare all’intersezione tra immagine e linguaggio. Alla luce di una scenografia contemporanea, la sua poetica della materia entra anche in dialogo con voci della poesia sperimentale. La mostra è prodotta dal Grazer Kunstverein in collaborazione con l’Archivio Gribaudo di Torino e con Museion. The Weight of the Concrete è un omaggio completo alla poliedrica carriera di Ezio Gribaudo, sia come artista che come editore. La mostra rivaluta il suo lavoro in un momento in cui molti giovani artisti e artiste lavorano in modo transdisciplinare e rigenerativo tra arti visive e applicate. Il titolo della mostra è preso in prestito da Il Peso del Concreto (1968), un libro fondamentale che presenta i primi lavori grafici di Gribaudo, insieme a un’antologia di poesia concreta a cura del poeta Adriano Spatola. Al centro di questa pubblicazione e dell’esposizione c’è l’emblematica serie di Logogrifi che l’artista ha sviluppato a partire dagli anni Sessanta, passando da rilievi su carta assorbente a rilievi in legno e polistirolo. Nel corso della sua vita, i Logogrifi hanno costituito un rapporto strettamente intrecciato con l’attività di creatore di libri, nonché con la sua fascinazione per i nuovi processi di stampa industriale, i caratteri tipografici, i giochi linguistici e le matrici a rilievo. Basati su enigmi linguistici o visivi, i Logogrifi sono simili a puzzle o a rompicapo che prevedono la formazione di nuove parole cambiando la lettera iniziale. Nell’interpretazione di Gribaudo, un Logogrifo oscilla tra leggibilità e astrazione, a volte tendendo verso forme leggibili e altre volte scalando il mondo enigmatico in cui immagine e linguaggio si fondono. Comprendendo elementi tipografici (testuali, figurativi e topografici), The Weight of the Concrete annuncia l’emergere di una nuova grammatica e, di conseguenza, di nuove forme di lettura. Partendo da rilievi acromatici su carta assorbente, trasformandosi in rilievi in legno e polistirolo e culminando infine in pezzi cromatici con inchiostro tipografico, le opere in mostra interrogano i modi in cui forma, linguaggio e materia continuano a modellarsi e ridefinirsi a vicenda. Gli esperimenti associativi di Gribaudo con le tecnologie di stampa sono nati dalla sua dedizione per la pubblicazione di monografie di artisti suoi contemporanei, come Francis Bacon, Giorgio de Chirico, Jean Dubuffet, Marcel Duchamp e Lucio Fontana, nonché dal suo interesse per la stampa popolare, verso giornali, dizionari, atlanti e libri per bambini. Per evidenziare questa relazione tra la sua attività artistica e quella editoriale, la mostra presenta una selezione unica di pubblicazioni rare e materiali d’archivio di Gribaudo. La scenografia della mostra è stata realizzata dall’artista italiano Davide Stucchi, che opera nel campo delle arti visive, del design, della moda e della scenografia. L’approccio artistico e gli interventi di Stucchi riecheggiano e amplificano quelli di Gribaudo, utilizzando oggetti ready-made e materiali prodotti industrialmente. La mostra comprende anche un programma sonoro che si concentra sulla vocalizzazione della poesia sperimentale, per esplorare da una nuova prospettiva le combinazioni di arte visiva, poesia, stampa e design di Gribaudo. The Weight of the Concrete sarà accompagnato da una pubblicazione che reinterpreta Il Peso del Concreto (1968) di Gribaudo e Spatola, fondendo l’opera di Gribaudo con una nuova antologia di poesia concreta e sperimentale storica e contemporanea. Pubblicato da Axis Axis e Grazer Kunstverein, l’uscita è prevista per l’estate del 2024.
  • L'evento si tiene dal 05 Apr 2024 al 21 Apr 2024
    Retrospettiva di più di 40 anni di pittura: Elfi Gelf vive e lavora a Cornaiano. Dopo una breve fase di pittura a olio, si dedica all'acquerello come eccellente mezzo di espressione spontanea e all'emozionante gioco di acqua e colore. Da oltre dieci anni, Elfi Gelf lavora anche con la pittura acrilica, che richiede una grande conoscenza e abilità manuale, ma offre possibilità creative quasi illimitate.
  • L'evento si tiene dal 08 Mar 2024 al 06 Apr 2024
    La dialettica dei due mondi artistici in mostra, quello fotografico di Sissa Micheli e quello pittorico di Thomas Riess, diviene un'ode cantata. Che cosa lega queste due posizioni, così divergenti in termini di media e di processo artistico? Le figure che caratterizzano sia la fotografia di Micheli che la pittura di Riess sono spogliate della loro individualità. Sono presenti eppure nascoste, e questo nascondersi ci porta a chiederci cosa ci sia dietro di loro, dietro le cascate di tessuto della fotografia, dietro le dinamiche del pennello che nascondono i volti, che si sono staccati dalla loro funzione descrittiva per divenire pura pittura. La perdita di identità di cui siamo consapevoli in entrambi i processi artistici può essere vista come un'espressione dell'attuale livellamento digitale dell'individualità, dell'uniformità sociale, come ad esempio nei social media e della pressione che esercitano sugli individui. L'approccio dialettico definisce entrambi i mondi, il confronto fondamentale con l'essere e l'apparire, con l'apollineo e il dionisiaco, con la costruzione e la distruzione, con la fugacità dell'attimo. In entrambi gli approcci artistici, la trasformazione pittorica, la metamorfosi in un'altra entità o semplicemente nel trascendentale è eminente. Sia Micheli che Riess fanno riferimento alla trasformazione, alla metamorfosi, come trattata dall'antico poeta Ovidio, un approccio filosofico che si nasconde dietro ciò che è visibile a noi. Anche nello spazio espositivo, una colonna in tessuto piegato impedisce una rapida visione di ciò che si trova dietro di essa. Lo spettatore deve “guadagnarsi” la visione osservando l’interno, in un mondo dentro al mondo - analogamente al riferimento esistenziale nascosto nelle loro opere a ciò che è o sarà. I protagonisti del video sono i due artisti stessi, che paiono essere in un processo di divenire e trapassare, il fumo è utilizzato come momento spazio-temporale che produce vicinanza e assenza in un cambiamento permanente e può quindi essere letto anche come momento di transitorietà e oscura anche lo spazio che circonda gli artisti. What is behind that curtain? You were born. And so you're free. Laurie Anderson, from Born, never ask Come accennato all'inizio, le persone sono un tema essenziale per entrambi gli artisti, ma non sono identificabili come soggetti. Lo stesso vale per lo spazio in cui si trovano: è presente, ma sfugge anche alla localizzazione o alla descrizione. Questo crea uno spazio pittorico immaginario e senza tempo per i soggetti, che possono essere visti in questo modo solo con i mezzi pittorici dell'arte. Si tratta di spazi per momenti esistenziali che non sono caratterizzati individualmente, ma piuttosto aperti a domande di carattere umano generale. Micheli utilizza la fotografia per congelare un momento nel tempo che non può essere percepito nella realtà. La messa in scena ha un effetto magico attraverso l'esercizio simultaneo del controllo, cioè la collocazione delle modelle, l'illuminazione dell'ambiente, la scelta del tessuto... e la perdita dello stesso come momento di casualità attraverso il lancio del drappo. È proprio questo momento appena percettibile catturato dall'obiettivo, in realtà quasi nullo in termini di tempo, che dà origine a una monumentalità quasi scultorea dell'immagine. Riess individua i suoi motivi nei mezzi pubblicitari contemporanei, nei quali le persone rappresentate e coinvolte fingono individualità, ma sono solo portatori di messaggi di consumo. Sono modelli per le sue costruzioni tematiche che trasferisce nel suo mondo pittorico. L'artista combina in modo estremamente sottile il descrittivo e l'astratto e questa dialettica pittorica crea una forza e un potere spesso inquietanti, soprattutto quando la pennellata si libera da colui che la crea. Entrambi gli artisti sono estremamente abili nel loro lavoro, riflettono sui concetti e hanno una straordinaria padronanza del loro talento, il che offre loro un’immensa libertà di azione nelle loro opere. È un piacere esaminare e confrontare queste opere, la cui profondità concettuale e artistica è stata solo sfiorata in questa sede, il che ci riporta al tema di questa mostra: un'ode a due mondi. Andreas Hoffer Curatore Kunsthalle Krems