Transart 21 - ART MEETS MAKER SPACE - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Julia Frank, Thea Moeller, Veronika Eberhart

Al NOI Techpark va in scena il futuro. Nell’ambito della partnership strategica con TRANSART, la curatrice Victoria Dejaco è stata invitata, insieme a tre artiste, a compiere un'accurata selezione tra “100 strumenti del futuro”, per riflettere il cambiamento e l’evoluzione delle produzioni artigianali-artistiche del presente.

Veronika Eberhart (Austria, 1982), Julia Frank (Italia, 1988) und Thea Moeller (Germania, 1985) si cimentano in uno scambio sperimentale con diversi dispositivi attraverso la loro pratica artistica. Per quanto differiscano le posizioni individuali di ciascuna differiscano, le tre artiste sono unite in questo confronto esplicito con i mezzi di produzione e con il loro utilizzo.

Gli interventi di Thea Moeller nascono, tra gli altri, da un uso architettonico del materiale e delle sue proprietà. Nell'opera di Julia Frank risulta invece esplicita la critica nei confronti del sistema e della società, ed è il contenuto a determinare il materiale e la forma. In modo simile lavora anche Veronika Eberhart, la quale nel suo lavoro assume si pone in modo femminista.

Gli utilizzi dei materiali e i processi di produzione non possono prescindere dai contesti sociali e sistemici che li definiscono e vengono esplorati – a seconda delle personali visioni artistiche – con un’enfasi ed una critica che si rispecchia nelle loro creazioni.

Contatti :

Date e orari evento :

L'evento si tiene dal 25 Set 2021 al 24 Set 2021

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    A cura del Gruppo Museion Passage in collaborazione con l’Archivio Vallazza Museion, museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano, rende omaggio all’artista Adolf Vallazza, nato ad Ortisei, in occasione dei suoi 100 anni. La mostra a lui dedicata e allestita a Museion Passage è realizzata in collaborazione con l’Archivio Adolf Vallazza e raccoglie una selezione di disegni che vanno dagli anni ‘60 fino ad oggi, insieme a dieci grandi sculture lignee astratte presentate per la prima volta assieme nello stesso spazio museale. L’esposizione, costituita principalmente dalle sculture lignee più astratte realizzate dall’artista – totem, menhir e sculture di uccelli, alcune della collezione di Museion – offre anche l’opportunità di far conoscere al grande pubblico il lavoro grafico di Vallazza, dagli anni ’60 ad oggi. L’atto di disegnare da sempre accompagna e continua ancora oggi ad accompagnare la sua attività di scultore. I disegni e gli schizzi, presentati a parete e in una vetrina, presentano diversi formati e tecniche, ma tutti testimoniano la ricerca formale e le relazioni spaziali e simboliche delle sue produzioni. Per Adolf Vallazza la scultura ha un significato mutevole: è una composizione estetica, un trono o un totem mitico, oppure un oggetto di scena in una performance di danza. Una scultura è dunque una superficie stratificata, inscritta con accezioni e funzioni che vanno al di là di uno specifico periodo o significato – un modo per renderla atemporale e lasciare che il tempo stesso interagisca con essa, così come chi la osserva. Vallazza inizia la sua carriera come pittore, per poi spostarsi negli anni ’60 verso la scultura utilizzando il legno proveniente da antichi fienili della Val Gardena per trasformare l’effimero in eterno e dare vita così alle sue imponenti sculture. Per tutta la durata della mostra nello spazio dell’Infolounge di Museion è possibile, inoltre, vedere due documentari dedicati all’artista: il primo realizzato da Rai Südtirol in lingua tedesca e il secondo realizzato da Lucio Rosa, grande fotografo e documentarista recentemente scomparso, in lingua italiana.
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