Concerto di Campane di Cristallo - Pubblicato da ale inside

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La serata è ad offerta per contribuire alle spese sostenute da Maurizio Emer che ci accompagnerà in un rilassamento profondo, ...in un ascolto… al di là dei ogni nostra immaginazione...

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  • Acoustic Guitar Vecchio amico del Carambolage e chitarrista italiano tra i più apprezzati all'estero è uno dei pochi, come scrive la rivista americana “Acoustic Guitar”, in grado di avere un suono personale e riconoscibile. Il suo repertorio ha solide radici nel blues, jazz, folk celtico e italiano, linguaggi padroneggiati con assoluta competenza. Assistere ad un suo concerto è come intraprendere un appassionante viaggio tra musiche di confine, standard e brani originali, percorsi di un'arte che coniuga sapientemente la cultura al sentimento. Le sue melodie eseguite con straordinaria sensibilità regalano emozioni fin dal primo ascolto. Con la sua chitarra si ha la sensazione di poter essere portati ovunque con un pugno di note, presi per mano da un suono caldo e gentile, ricco di ritmi delicati ed originali linee di contrappunto. Dopo la pubblicazione di "Strings of Heart” Franco presenta tradizionali di diversi paesi del mondo, che assieme ai suoi brani storici riconfermano il suo nome tra i grandi interpreti internazionali della chitarra acustica. “Franco non è solo il più importante chitarrista fingerstyle italiano, ma anche a livello mondiale ha ben pochi rivali." (Daniele Bazzani, Chitarre)
  • Con la Sinfonia in fa maggiore, Johannes Brahms si emancipa definitivamente dal “gigante” Beethoven. In occasione della prima esecuzione a Vienna, non mancano da parte dei seguaci di Wagner fischi di protesta contro questa “musica assoluta”, costruita con una precisione minuziosa e la densità della musica da camera. L’opera scritta nell'estate del 1883 raccoglierà comunque il successo del pubblico. Clara Schumann ha la sensazione di sentire nei primi due movimenti un “misterioso incanto della vita nel bosco”, e perfino Eduard Hanslich, il più aspro critico del tempo – che aveva contrapposto il presunto “tradizionalista” Brahms alla “scuola neotedesca” attorno a Wagner e Liszt in una disputa musicale consumatasi in pubblico – sottolinea la trasparenza di questa musica. Anche Antonìn Dvořák ne è entusiasta. “Dico, e non esagero, che quest’opera supera le sue due prime sinfonie; magari non per grandezza e concentrazione, ma di sicuro per bellezza! Crea un’atmosfera che non si trova spesso in Brahms! Che melodie splendide vi si trovano! È tutto amore, e ti si scalda il cuore”, scrive al suo editore Fritz Simrock. Nel gennaio 1893, Dvořák inizia ad abbozzare a New York la sua sinfonia “Dal nuovo mondo”. “Chi ha ‘fiuto’ non può non riconoscervi l’influsso delle Americhe”, constaterà più tardi. Ma cosa c’è qui di “americano”? I “negro-spirituals”, che il suo allievo di composizione Harry Thacker Burleigh gli canta, hanno influenzato la composizione tanto quanto il Wild West Show di Buffalo Bill, a cui Dvořák assiste, o l’adattamento in chiave poetica del mito indiano di “Hiawatha” da parte di Henry Longfellow. Eppure, nella musica ci sono molti elementi europei quali la vicinanza alle danze popolari boeme o il lavoro motivico-tematico. Come che sia: la Nona Sinfonia viene eseguita per la prima volta nel dicembre 1893 alla Carnegie Hall di New York sotto la direzione di Anton Seidl, amico di Dvořák. Il pubblico celebra l’opera come prototipo di una nuova musica “americana”.
  • Samuel Blaser: trombone Vincent Courtois: cello Bruno Chevillon: bass Samuel Blaser è un trombonista virtuoso dal suono sontuoso e dal fraseggio di una plasticità sconcertante. È anche un compositore ispirato, impegnato nelle varie formazioni che guida a mettere in tensione un senso della forma costantemente tenuto insieme alla spontaneità dell'improvvisazione. Unendo oggi le forze con due prestigiosi rappresentanti della scuola d'archi francese, il contrabbassista Bruno Chevillon e il violoncellista Vincent Courtois, Blaser si impegna, in un contesto prettamente "cameristico" e a partire da un repertorio del tutto originale, a esplorare il registro della voce, comune ai tre strumenti. Una musica intima e decisamente lirica che gioca brillantemente sulla ricchezza e la complementarità dei timbri, che eleva il "dialogo a tre" al rango di arte. “The immense potential of this new combination.” (Jazz Magazine) “Elegance as well as energy.” (Jazzword)

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