Concerto della banda musicale di Soprabolzano - Pubblicato da ale inside

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  • Una tiepida serata estiva, musica avvolgente e un’atmosfera unica sotto i castagni in Piazza del Municipio: il concerto estivo della banda giovanile di Termeno, Cortaccia e Penone promette un’esperienza indimenticabile. Sotto la direzione di Karl Hanspeter si fonderanno melodie tradizionali e brani moderni, invitandovi a lasciarvi trasportare dal piacere della musica. Un’occasione perfetta per celebrare insieme l’estate. L’ingresso è libero.
  • Ingresso libero Un incontro musicale internazionale in cui si esibieranno la slovena Mandolinistica Capodistriana di Koper/Capodistria, diretta da Sergio Zigiotti, e dell'Orchestra Mandolinistica "Euterpe" di Bolzano diretta da Ugo Orrigo. MANDOLINISTICA CAPODISTRIANA La costituzione del nucleo originario del gruppo mandolinistico risale ai primi anni di attività del Circolo Italiano di Cultura Popolare Antonio Gramsci di Capodistria. Tra gli anni Quaranta e Cinquanta, nell'ambito del Circolo Italiano di Cultura venne costituito un gruppo mandolinistico, composto da una dozzina di strumentisti diretti dal maestro Antonio Pesaro, il quale si esibì con successo in svariate manifestazioni artistico-culturali. A partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, il nuovo direttore Matteo Scocir (1906-1983) intraprese un percorso di ristrutturazione dell’organico e di ringiovanimento della mandolinistica attraverso l’inclusione di giovani alunni della scuola italiana e di studenti del ginnasio-liceo, tra quanti ancora rimasti dopo l'esodo che coinvolse gran parte della popolazione italiana autoctona. Il nuovo ensemble mandolinistico operò inizialmente sotto il nome di Orchestra giovanile Euterpe, per assumere in seguito il denominativo di Orchestra a plettro capodistriana, mentre si conservò negli anni per antonomasia il più popolare appellativo di Mandolinistica capodistriana. Alla scomparsa del maestro Matteo Scocir, avvenuta nel 1983, l’orchestra cessò l’attività per riprenderla soltanto dopo un trentennio, con la costituzione della rinnovata Mandolinistica Capodistriana, nella quale confluirono diversi elementi formatisi sotto la guida del maestro Scocir e già attivi nel precedente organico, a cui si sono aggiunti nel tempo nuovi membri. Il nuovo progetto musicale prese il via sotto la guida di Marino Orlando (1949-2018), promotore di tale iniziativa nell'ambito della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria. Oltre a seguire il perfezionamento musicale dei singoli strumentisti, lo stesso Orlando ha raccolto e adattato un nutrito repertorio, derivante in gran parte dal lascito del maestro Scocir, rinverdito con l’introduzione di nuovi brani più vicini alla sensibilità moderna del pubblico. Nel corso degli anni è stata rilanciata l'attività della mandolinistica mediante numerosi concerti, trasmissioni radiotelevisive e partecipazioni a rassegne musicali, nonché collaborazioni stabilite con altre orchestre in patria e all’estero. Dopo l'avvicendamento alla direzione dell’orchestra dovuto alla prematura scomparsa del dirigente Marino Orlando, la direzione musicale e artistica è stata assunta nel 2019 da Sergio Zigiotti, valente solista e camerista con diversi gruppi musicali italiani e direttore dell’Orchestra a plettro Caput Gauri, che si occupa della valorizzazione del repertorio originale per mandolino. In occasione del primo decennio di attività (2012-2022) la Mandolinistica capodistriana ha pubblicato il primo album, che comprende brani del suo repertorio tradizionale. Nell’ultimo lustro di attività, il repertorio dell’orchestra Mandolinistica Capodistriana si è sulteriormente sviluppato sull’indelebile impronta lasciata dai precedenti maestri. La già abbondante dotazione di brani, perlopiù trascrizioni realizzate dagli stessi maestri o ricavato dalle riviste storiche del settore, selezionati tra le più note composizioni di tradizione popolare, operistica e sinfonica, colonne sonore, folklore andaluso e sudamericano, si è ulteriormente arricchita di composizioni originali, cioè di partiture pensate e composte per ensemble di strumenti a pizzico. Questo tipo di brani hanno un’efficacia musicale che gli arrangiamenti da altri repertori difficilmente riescono a conseguire. Anche le nuove trascrizioni sono state realizzate con grande rigore, basandosi sulle caratteristiche idiomatiche degli strumenti in organico. L’ampio repertorio consente di proporre diverse tipologie di programmi musicali, che riescono ad adattarsi con grande versatilità a diverse situazioni ed esigenze. L’inserimento di nuovi orchestrali ha migliorato lo spessore sonoro, raggiungendo, durante le numerose esibizioni concertistiche, un ragguardevole impatto acustico.
  • Una voce isolata nell’industria musicale del Nord Europa: il compositore danese Rued Langgard non ha allievi, viene suonato di rado e spesso e volentieri viene dimenticato quando si tratta di assegnare posti o commissionare opere importanti in patria. Scrive la sua Quarta sinfonia dal titolo “Løvfald” (Sentiero autunnale) nel 1916, all’età di 22 anni. Il brano viene eseguito per la prima volta in 13 parti nel 1922 a Heidelberg. La musica a programma espressivo-drammatico, rivista nel 1920, viene quindi composta in un periodo creativo “modernista”, in cui questo eccentrico talento eccezionale compone opere visionarie come la “Sfærernes Musik” (Musica a sfera) o la Suite per pianoforte “Insektarium”. A cinquant’anni di distanza, alla fine degli anni Sessanta, influenzeranno entrambe il movimento d’avanguardia del dopoguerra. Insieme al suo contemporaneo Carl Nielsen, Rued Langgard è oggi tra i rappresentanti di spicco della musica danese del XX secolo. È possibile scrivere ancora sinfonie dopo Beethoven e costruire nuove “case” sulle fondamenta del “classicismo viennese”? Nella sua opera sinfonica, Johannes Brahms si cimenta in questo tentativo uscendo così dall’ombra lunga del suo predecessore. Compone la Sinfonia in re maggiore nel 1877, durante la villeggiatura a Pörtschach, sul Wörthersee. La prima esecuzione ha luogo il 30 dicembre 1877 sotto la direzione di Hans Richter al Musikverein di Vienna. In una “variazione in sviluppo”, come Arnold Schönberg definisce questa procedura, il lascito di Beethoven viene modificato, integrato e ulteriormente sviluppato nella più lirica delle quattro sinfonie di Brahms. Ancor prima della prima presentazione in sala da concerto, Brahms modula la sinfonia, di cui i critici loderanno più avanti la “chiarezza solare”, dalla chiara tonalità maggiore alla scura tonalità minore: “La nuova sinfonia è talmente malinconica che non la reggono. Non ho mai scritto qualcosa di così triste, in tonalità minore: la partitura deve essere pubblicata con il bordo nero del lutto”. Che dica sul serio? Difficilmente. La sua musica pastorale spodesta le ombre cupe e risuona come il ricordo di un’estate spensierata.

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