All that Music - Jazz-Unjazz-Quintet (I) - Pubblicato da parkhotellaurin

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Informazioni evento

WAITING FOR CHRISTMAS

"Christmas time"

Line up:
Gisella Ferrarin lead vocal
Roberto Gorgazzini piano, vocal
Mirko Pedrotti vibes
Roberto Dellantonio bass, vocal
Stefano Pisetta drums

Ingresso libero
Art director: Laura Weber

Contatti :

Date e orari evento :

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  • “La mia anima aspira al Signore, e in lacrime Lo cerco. Come posso non cercare te?” Arvo Pärt, che ricava la sua musica “dal silenzio e dal vuoto”, compone nel 1991 il brano per orchestra d’archi “Silouan’s Song”, ispirandosi al breve testo di una preghiera del mistico russo-ortodosso Silouan (1866–1938) dello Stato Monastico Autonomo del Monte Athos, in Grecia. Tra le righe musicate del testo, Pärt infila “battute vuote” di silenzio, unendo in tal modo la trasparenza armonica e melodica alla contemplazione spirituale. Nel 1867, Henrik Ibsen scrive a Ischia e Sorrento il suo poema drammatico “Peer Gynt”: il protagonista è un vagabondo, un gradasso per cui tutto è fantasia, nulla realtà. Le musiche di scena di Edvard Grieg per il “meno musicale di tutti i temi pensabili e immaginabili” trasformano una materia così poco malleabile in un brano popolare che riscuote un successo straordinario. Nel 1888 e 1891, Grieg estrae dai 26 pezzi che compongono il lavoro due suite per orchestra, che diventeranno ben presto successi mondiali. “Il mattino” – di gran lunga il più noto dei brani dell’opera di Grieg – si trova nella prima suite, sebbene sul palcoscenico introduca in realtà il quarto atto. È seguito, secondo una drammaturgia esclusivamente musicale, da “La morte di Aase”, “La danza di Anitra” e “Nell’antro del re della montagna”. La seconda suite inizia con il “Il ratto della sposa” e termina, dopo “Il ritorno a casa di Peer Gynt”, con la “Canzone di Solveig”. La composizione come un puzzle: “La disposizione dei temi, un’occupazione importante e misteriosa. Come se il Padre eterno avesse fatto cadere le tessere di un mosaico dal pavimento del Cielo e mi avesse chiesto di ricostruirlo con la massima precisione”, constata Jean Sibelius, la cui quinta sinfonia è un cantiere infinito. Mettersi ad assemblare le piastrine di un mosaico nel bel mezzo della Prima guerra mondiale è tutt’altro che facile: nel 1915 scrive una prima versione, nel 1916 una seconda che non pubblica nemmeno, e solo nel 1919 nasce l’ultima versione della sinfonia – ridotta da quattro a tre movimenti – che nel finale termina in modo spettacolare con sei esplosioni di suono. Il 22 aprile 1919, il compositore scrive soddisfatto: “Sinfonia n. 5 – mirabile, o dovrei dire horrible dictu. Finita, nella sua versione definitiva. È stata una lotta con Dio.”
  • La regina inglese Elisabetta I ama questa danza festosa e rappresentativa: quando la grande nobiltà fa il suo ingresso nelle sale da ballo delle corti rinascimentali europee vestita di abiti sontuosi, viene solitamente accolta con una pavana. Il 24enne Maurice Ravel completa la versione per pianoforte – orchestrata nel 1910 – della sua “Pavane pour une infante défunte” nel 1899, mentre è studente al Conservatorio di Parigi. Due anni prima era stato ammesso alla classe di composizione di Gabriel Fauré, che nel 1905 assumerà la direzione dell’accademia musicale e ne aggiornerà i piani di insegnamento “in chiave modernistica”. La pavana “per un’infante defunta” gioca nel titolo con l’assonanza delle due parole “infante” e “defunta”, ed è un omaggio alla mecenate della musica Winnaretta Singer de Polignac, nel cui salone si dà appuntamento l’élite culturale. Ravel è regolarmente ospite. “Oggigiorno si suona ovunque Fauré, Ravel, Jean Francaix e Francis Poulenc. Sempre più vivo per la musica e soprattutto: nella musica”, scrive nel 1942 all’amica Nadja Boulanger. La pavana viene eseguita per la prima volta in pubblico nel 1902 ed è alla base del successo di Ravel come compositore. Segue quest’opera giovanile uno dei debutti più insoliti della storia della musica: Georges Bizet compone la sua “Sinfonia in Do maggiore” nel novembre 1855 all’età di diciassette anni. Bizet terrà nascosta nell'armadio quest’opera composta durante gli studi, di cui tace praticamente l’esistenza tanto ai suoi professori presso il Conservatorio di Parigi quanto ai suoi amici più stretti, fino alla morte precoce avvenuta nel 1875, considerandola un “esercizio sinfonico per le dita” di scarsa importanza. Solo nel 1933 – ovvero otto decenni dopo la sua creazione – la partitura sarà rinvenuta dal critico musicale nonché specialista di Bizet Jean Chantavoine. La prima assoluta avverrà il 26 febbraio 1935 per la direzione di Felix Weingartner a Basilea. Un colpo di genio: il giovane Bizet si ispira al classicismo viennese e alla Sinfonia in Re maggiore del suo maestro Charles Gounod, annunciando la vicinanza al teatro musicale, ambito in cui trionferà – postumo – con l’opera Carmen.
  • Cinema e musica: la prima cosa che si vede nel film The Kid di Charlie Chaplin è il cancello di un ospedale per poveri. Che nel suo primo lungometraggio l’uomo dai baffetti neri, il bastone da passeggio sottile, il cappellino e le scarpe sformate abbia deciso di ripercorrere con malinconia la propria biografia? Il matrimonio dei genitori va in pezzi dopo la sua nascita. Il padre è alcolizzato, la madre malata mentale. A mantenere la famiglia è il fratellastro più anziano, figlio illegittimo. Ospizi e orfanatrofi fanno parte di questa infanzia al pari delle scorribande nei miseri quartieri londinesi. Tutto questo riemerge in The Kid, e la soffitta in cui il trovatello si aggrappa al suo cuscino bevendo il latte da una caffettiera ricorda gli studi d’ambiente nei romanzi di Charles Dickens. Sebbene Chaplin non conosca le note, compone le colonne sonore di film quali City Lights o Modern Times. Per farlo, ricorre ad arrangiatori che scrivono le partiture d’orchestra seguendo le sue indicazioni. The Kid – una toccante miscela di commedia slapstick e dramma sociale – arriva al cinema nel 1921. Solo 50 anni più tardi, il regista ormai 82enne ideerà la musica per questo capolavoro precoce che introduce con la famosa frase “Un film con un sorriso e – forse – una lacrima”. La colonna sonora – che in The Kid attacca con lunghe melodie d'archi riccamente arrangiate e, alla prima apparizione del piccolo vagabondo, torna alla musica d’intrattenimento del teatro Tingeltangel degli anni della gioventù di Chaplin – è stata riarrangiata nel 2016 da Timothy Brock, che l’ha adattata all’esecuzione dal vivo. Il film muto The Kid sarà proiettato sul grande schermo insieme all'esecuzione delle musiche originali da parte dell’Orchestra Haydn.

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