Mostra itinerante dei 28 nominati al 7. Premio di Architettura Alto Adige 2013 - Pubblicato da ale inside

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L'evento si tiene dal 11 Nov 2013 al 20 Nov 2013

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  • L'evento si tiene dal 28 Set 2024 al 02 Mar 2025
    Con il titolo AMONG THE INVISIBLE JOINS, Museion presenta oltre 150 opere di più di 80 artiste e artisti provenienti da una delle più visionarie e significative collezioni private di arte contemporanea internazionale in Italia: la Collezione Enea Righi. Grazie a un rapporto di fiducia duraturo, questa collezione ha plasmato per oltre un decennio la ricerca museale su pratiche artistiche transdisciplinari, poetiche e socio-politiche. La mostra presenta un’ampia gamma di opere d’arte, progetti architettonici e libri d’artista di rinomati artisti e artiste internazionali come Massimo Bartolini, Alighiero Boetti, Anna Boghiguian, Trisha Donnelly, Theaster Gates, Nan Goldin, Marisa Merz, Walid Raad, Sturtevant, Superstudio, Franz Erhard Walther, Lawrence Weiner, Akram Zaatari e molti altri. L’eccezionalità della mostra è sottolineata inoltre dall’occupazione dell’intero edificio e dalla prima esposizione di alcune recenti acquisizioni della Collezione Enea Righi, tra cui opere di Sonia Boyce, Roni Horn e Ser Serpas. Al centro delle opere della Collezione Enea Righi si trova l’essere umano, con le sue verità nascoste ed emozioni, nella sua intimità e relazione con l’altro, nella percezione di sé e la sua percezione dall’esterno. Il titolo AMONG THE INVISIBLE JOINS, letteralmente “tra le giunzioni invisibili”, è preso in prestito da uno scritto di Virginia Woolf, in cui la vita umana si dispiega a testimonianza della sua stessa fluidità, ricca di potenziale e incertezze. I suoi personaggi si muovono delicatamente tra la presenza e l’assenza incombente, alle prese con il ricordo di eventi e conflitti che si rivelano sfuggenti alla piena comprensione. Il titolo allude quindi ai confini che separano ricordo e dimenticanza, all’atto ricorrente di aprire e chiudere porte nel divenire umano. Allo stesso modo, la mostra traccia intime connessioni tra la vita stessa e le storie che raccontiamo, tra ciò che è stato e ciò che rimane fisicamente percepibile. Evidenzia soprattutto la comprensione da parte dei due collezionisti del potere trasformativo dell’arte, fornendo profonde intuizioni sulla fluidità della vita. Le opere selezionate per AMONG THE INVISIBLE JOINS incoraggiano spettatori e spettatrici a riflettere sugli spazi di transizione dell’esistenza contemporanea, dove le tensioni socio-politiche si intrecciano con l’espressione artistica. Nel corso della loro pratica artistica, o talvolta attivista, artiste come Lisetta Carmi, Nan Goldin e Zoe Leonard hanno inteso l’identità come qualcosa di fluido e i corpi come sistemi aperti in costante scambio con l’ambiente circostante. Le opere di Giulia Cenci, Jef Geys, Roman Ondak, Tarik Kiswanson e Bronwyn Katz sono solo alcuni esempi di come porte, cornici e finestre ricorrano come potenti motivi nella mostra, che inquadrano il corpo umano e contemporaneamente segnano transizioni e soglie. Oggetti provenienti dalla vita quotidiana, dall’architettura urbana e dall’arredamento pubblico – come nelle sculture di Alex Ayed o nelle installazioni di Michael E. Smith e Massimo Bartolini – sono ricollocati e reinquadrati dalle e dagli artisti per comporre nuove narrazioni e tessere connessioni inaspettate tra geografie e memorie. Curata dal direttore di Museion Bart van der Heide, Frida Carazzato, Brita Köhler e Leonie Radine, in collaborazione con il collezionista Lorenzo Paini, la mostra presenta un numero significativo di opere della Collezione Enea Righi. Nel corso degli anni, la Collezione non solo ha seguito da vicino l’evoluzione artistica di rinomate posizioni concettuali, ma ha anche abbracciato e sostenuto una giovane generazione di artiste e artisti. Una sua caratteristica distintiva è stata, inoltre, l’affinità con opere d’arte di grandi dimensioni. Il design architettonico, concepito dal collettivo Campomarzio di Trento, stimola visitatrici e visitatori a stabilire una relazione intima con le opere, a intraprendere un viaggio sensoriale sulla soglia tra interno ed esterno, tra il sé e l’altro, tra le esperienze vissute e la loro rappresentazione. La mostra sarà accompagnata da un catalogo, pubblicato dalla Collezione Enea Righi e da Museion e curato da Lorenzo Paini e Bart van der Heide. Lista completa artiste e artisti: Lawrence Abu Hamdan (1985); Alex Ayed (1989); Nairy Baghramian (1971); Noah Barker (1991); Yto Barrada (1971); Robert Barry (1936); Massimo Bartolini (1962); Lothar Baumgarten (1944 – 2018); Neil Beloufa (1985); Riccardo Benassi (1982); Alighiero Boetti (1940 – 1994); Anna Boghiguian (1946); Sonia Boyce (1962); Stanley Brouwn (1935 – 2017); Daniel Buren (1938); Tom Burr (1963); Lisetta Carmi (1924 – 2022); Giulia Cenci (1988); June Crespo (1982); Michael Dean (1977); Berlinde De Bruyckere (1964); Gino De Dominicis (1947 – 1998); Jason Dodge (1969); Trisha Donnelly (1974); Hans-Peter Feldmann (1941 – 2023); Ryan Gander (1976); Dora García (1965); Theaster Gates (1973); Jef Geys (1934 – 2018); Luigi Ghirri (1943 – 1992); Nan Goldin (1953); Adam Gordon (1986); Dan Graham (1942 – 2022); Shilpa Gupta (1976); Hans Haacke (1936); Sidsel Meineche Hansen (1981); Florence Henri (1893 – 1982); Thomas Hirschhorn (1957); Roni Horn (1955); David Horvitz (1982); Dorothy Iannone (1933 – 2022); Yu Ji (1985); Bronwyn Katz (1993); On Kawara (1932 – 2014); Atiéna R. Kilfa (1990); Tarik Kiswanson (1986); Joseph Kosuth (1945); Louise Lawler (1947); Jochen Lempert (1958); Zoe Leonard (1961); Ana Lupaş (1940); Eric N. Mack (1987); Anna Maria Maiolino (1942); Enzo Mari (1932 – 2020); Robert Mapplethorpe (1946 – 1989); Gordon Matta-Clark (1943 – 1978); Ana Mendieta (1948 – 1985); Marisa Merz (1926 – 2019); Giorgio Morandi (1890 – 1964); Deimantas Narkevičius (1964); Shahryar Nashat (1975); Henrik Olesen (1967); Roman Ondak (1966); Philippe Parreno (1964); Walid Raad (1967); Martha Rosler (1943); Tomás Saraceno (1973); Ser Serpas (1995); Michael E. Smith (1977); Ettore Spalletti (1940 – 2019); Cally Spooner (1983); Sturtevant (1924 – 2014); Superstudio (1966 – 1986); Pascale Marthine Tayou (1967); Francisco Tropa (1968); Cy Twombly (1928 – 2011); Francesco Vezzoli (1971); Franz Erhard Walther (1939); Clemens Von Wedemeyer (1974); Lawrence Weiner (1942 – 2021); Dominique White (1993); Akram Zaatari (1966) Curata da Bart van der Heide, Frida Carazzato, Brita Köhler e Leonie Radine, in collaborazione con il collezionista Lorenzo Paini.
  • L'evento si tiene dal 20 Set 2024 al 30 Nov 2024
    Benvenuta, benvenuto ad Ar/Ge Kunst. Siamo dentro Fluo Swan, un esercizio commerciale che vende prodotti assicurativi per ogni più remota evenienza. In vetrina potete vedere oggetti per affrontare le vostre giornate in cerca di un metodo di sopravvivenza comune; all’interno potete rifugiarvi e sostare in comodi cuscini ad aspettare il vostro turno, stipulare polizze per supplire all'assenza istituzionale nella difesa dei diritti della popolazione, riguardo a un evento raro, non prevedibile, non immaginato possibile, quello che viene definito un cigno nero. Forse, un giorno, del vento scombinerà tutte le carte in tavola: internet non sarà più disponibile e nemmeno la gratuità dell’aria che respiriamo, le persone non potranno più aggregarsi negli spazi pubblici o gli anziani non potranno più uscire di casa, mentre tutti i nostri bisogni saranno traslati in bisogni economici… forse, un giorno, nessuno sarà più felice. Smettiamo di accogliere ogni evento che sovverte il nostro quotidiano con inerzia, e prevediamo l’imprevedibile. Prego, prendete pure un cuscino fluo e aspettate il vostro turno, forse sarà questione di minuti, forse di secondi… Anna Scalfi Eghenter (1965) usa la pratica artistica come uno strumento per intervenire nel laboratorio del reale. Ha un PhD in Studi Manageriali alla Essex Business School, MSc Sociologia all’Università di Trento, MFA all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e all’Accademia di Belle Arti di Brera. I suoi lavori sono stati presentati anche al Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum Innsbruck supportati da Italian Council11, alla 16°Quadriennale d’Arte di Roma, MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, MAMBO Museo d’Arte Moderna di Bologna, alla Biennale Democrazia Torino, MAG Museo Alto Garda, Kadist Art Fondation Paris, Reale Accademia di Spagna a Roma, Palais de la Bourse a Bruxelles, Fondazione Galleria Civica di Trento, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Guarene, MART - Museo d‘Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Manifesta7 parallel events, e all’Università degli Studi di Torino, Libera Università di Bolzano, FBK Fondazione Bruno Kessler, Università di Venezia Ca’ Foscari, Akademia Pedagogiczna Krakow, Freie Universität Berlin, ESCP-EAP Paris, Università degli Studi di Trento. Si ringrazia: Fabio Bassan, Mariano Pichler, Cristian Pozzer (FunnelArt), Antonio Dalle Nogare, Eva Brioschi, Raimondo Piaia (NEONLAURO - greeNeon), Michele Moser (Wasabi filmakers), Stefano Riba, Roberto Bors, e a tutte le persone che hanno sostenuto questa produzione. Produzione realizzata con il gentile supporto di: Fondazione Antonio Dalle Nogare. Con il gentile sostegno di: Provincia Autonoma di Bolzano, Ripartizione cultura Città di Bolzano, Ripartizione cultura Fondazione Cassa di Risparmio
  • L'evento si tiene dal 22 Ott 2024 al 02 Nov 2024
    Il Kunstforum Unterland presenta la mostra “Linear Continuum” di Benjamin Zanon dal 19 ottobre al 2 novembre 2024. I tre cicli di lavoro sono stati realizzati tra il 2023 e il 2024. Zanon ama paragonare il disegno a un'escursione: ci si alza presto la mattina e si parte. Le strade della città sono ancora quasi deserte, il sole è sorto da poco e i resti di uno strano paesaggio onirico continuano a perseguitare la mente. I primi passi sono di solito faticosi e difficili, e si preferisce stare a letto e sognare la giornata. Ma presto il movimento ritmico della camminata pervade tutto il corpo e alla fine anche la mente. I pensieri, forse all'inizio ancora inquieti e preoccupati dalle sgradevolezze della vita quotidiana, vengono incanalati su sentieri più tranquilli da questo ritmo e si concentrano sempre più sul movimento e sull'ambiente circostante. In qualche modo, corpo e mente sembrano essersi persi e non ci si accorge più che si sta avanzando. Solo quando ci si gira e ci si guarda indietro ci si rende conto di quanta strada si è fatta. La sera si è esausti e un po' svuotati, ma pienamente soddisfatti dei risultati della giornata. La dissolvenza dei pensieri e la profonda riflessione su ciò che lo circonda sono insite nel lavoro di Zanon. Ma non è solo il processo creativo che può essere paragonato a un'escursione in campagna, poiché Zanon considera l'ambiente circostante come una fonte centrale di ispirazione. Non sorprende quindi che i suoi delicati disegni contengano numerosi riferimenti all'ambiente urbano e alla natura. Si potrebbe pensare di riconoscere fiumi, catene montuose o formazioni rocciose. Alcune opere ricordano gli anelli annuali di un albero abbattuto, piante o fiori rampanti. Ma a un esame più attento, queste impressioni si dissolvono in singoli tratti, linee e punti, che Zanon applica sulla carta in modo intricato. L'artista lavora con questo gioco di microcosmo e macrocosmo, di visioni lontane e ravvicinate, di dettagli e di totalità, non volendo impegnarsi su un piano specifico ma lasciando allo spettatore il compito di scoprire le proprie associazioni e i propri mondi nelle sue opere. Benjamin Zanon è nato nel 1981 a Lienz/Tirolo Orientale. Dal 2009 ha studiato all'Accademia d'arte di Düsseldorf sotto la guida del professore Richard Deacon. È tornato in Tirolo nel 2015. Vive e lavora come libero professionista a Innsbruck. Il lavoro di Zanon è stato premiato più volte (Borsa di studio Hilde-Zach della Città di Innsbruck, 2022, Premio per la grafica della Provincia dell'Alta Austria, 2019, Premio per la promozione della Provincia del Tirolo 2017) e i suoi disegni sono stati esposti in numerose mostre in Germania, Austria e Italia.

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Testata iscritta al registro stampe del Tribunale di Bolzano al n. 25/2002 del 09.12.2002 | Iscrizione al R.O.C. al n. 12.446.
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