Jin Ju - Pianoforte - Pubblicato da ale inside

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Informazioni evento

Carl Czerny: „La Ricordanza”, Variazioni su un tema favorito di Rode op.33
L. v. Beethoven: Sonata in fa minore op. 57 „Appassionata“
Frédéric Chopin: Notturno in Mi bemolle maggiore op.60
Barcarola in Fa diesis maggiore op.60
Polonaise-Fantaisie in La bemolle maggiore op.61
Ballata n.4 in fa minore op.52

Contatti :

Date e orari evento :

Note sugli orari :

ore 11:00 - 13:00 Uhr

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  • “Il tempo scorre, sfuma e svanisce – solo io rimango fermo e bloccato”, scrive Schubert il 27 aprile 1816 al fratello Franz Ferdinand. Quel giorno, il diciannovenne termina il lavoro alla Quarta sinfonia. Sceglie la tonalità in Do minore – come Beethoven per la sua Quinta – e il sottotitolo piuttosto esuberante di “Tragica”. “Le caratteristiche di una sinfonia tragica sarebbero di tutt’altro genere”, commenterà meravigliato Robert Schumann più avanti. Costretto a confrontarsi con “eroi”, il compositore è forse alla ricerca di un linguaggio tutto suo? “Bloccato” di sicuro non lo è. La prima esecuzione in pubblico si svolge nel 1849 a Lipsia. La rivista “Neue Zeitschrift für Musik” sottolinea come il quarto movimento sia senz’altro il “più significativo […], in cui il compositore si emancipa anche maggiormente dall’influenza di Haydn e di Mozart”. Un risultato importante da osannare? Nel 1945 Shostakovich è invitato a celebrare la fine della guerra con un grandioso lavoro patriottico. Presenterà invece una sinfonia breve per piccola orchestra che dà piuttosto l’idea di una birichinata, con passaggi ironici, una marcia da circo al posto del finale eroico e messaggi in codice come il Lied “Lode dell’alto intelletto” da “Des Knaben Wunderhorn” di Mahler, in cui un asino – ovvero Stalin – sostiene che il cucù canta meglio dell’usignolo.
  • L’opera di Carl Maria von Weber “Oberon, or The Elf King’s Oath” viene eseguita per la prima volta il 12 aprile 1826 – solo due mesi prima della morte del compositore – alla Royal Opera House Covent Garden. Nell’Ouverture, ultimata tre giorni prima della prima, si concentrano i temi principali di un avventuroso viaggio esotico che dalla Francia porta a Bagdad passando per Tunisi. “Shaker Loops ricorre agli aspetti per me tra i più affascinanti del linguaggio minimalista: una pulsazione sicura e leggera, ampie armonie e timbri nonché architetture musicali che si formano lentamente”, così John Adams commenta il suo lavoro più popolare, composto – dopo un primo tentativo fallito – nel 1978 come sestetto e arrangiato nel 1983 per orchestra d’archi. Il concetto del loop deriva dall’epoca del nastro magnetico, quando si incollavano tra loro clip musicali come pezzetti di carta. La parola “shake” si riferisce a una tecnica violinistica e alla rituale danza agitata degli “shaker” – una setta religiosa presente un tempo anche nel New Hampshire, stato d’origine del compositore. “Sono inutile, sono una nullità”, si lamenta Tchaikovsky tormentato dai dubbi interiori mentre lavora alla sua prima sinfonia, che definirà un “peccato di gioventù”. L’opera dalle cupe atmosfere invernali completata nel 1866 naturalmente non è “un trascorso da dimenticare”, bensì una testimonianza del suo talento.
  • María Grand: sax Maya Keren: piano Un grande incontro tutto al femminile quello tra la sassofonista, cantante e compositrice ginevrina María Grand e la pianista emergente Maya Keren, di Filadelfia ma con base a Brooklyn. Le composizioni, quasi esclusivamente originali, si intrecciano tra libere improvvisazioni e musica scritta con iper-precisione: alcune ispirate dall’incursione di María nel subconscio umano, altre nate da idee puramente matematiche, creando un suono virtuoso che richiama il più classico “straight ahead”. Il duo racconta storie di donne moderne con radici antiche, capaci di svilupparsi in tempo reale e di esporre archetipi e meraviglie futuribili. L’obiettivo non è mai suonare “correttamente”, ma dare libero sfogo all’esperienza, con rischi e piaceri annessi. Soprattutto, la musica si concentra su ciò che tocca l’umano: sincera, intensa e intenzionale.

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