La jazzista e ricercatrice musicale norvegese Hildegunn Øiseth è stata trombettista della Bohuslän Big Band negli anni novanta. In seguito l’artista si è avvicinata al Township Jazz sudafricano e alla musica tradizionale dell’area di Città del Capo e ha iniziato a compiere ricerche sulla musica dei Sami, una popolazione indigena della Scandinavia settentrionale, scoprendo notevoli affinità tra le due culture musicali.
In Pakistan, Øiseth ha cercato (e trovato) analogie tra i ragas locali e la musica tradizionale norvegese: nel paese asiatico il corno di capra viene suonato durante le cerimonie sufi, mentre in Norvegia veniva usato dai pastori per richiamare il bestiame.
Nel suo quartetto, Øiseth combina jazz moderno e musica di tutto il mondo.
Tromba, corno di capra: Hildegunn Øiseth
Pianoforte: Espen Berg
Basso: Magne Thormodsæter
Batteria: Per Oddvar Johansen
La composizione creata da Jannik Giger per il film cult del cinema muto “Nosferatu”, diretto nel 1922 da Friedrich Wilhelm Murnau, è un’opera a più livelli, profondamente radicata nel linguaggio simbolico dell’estetica espressionista. Giger è riuscito a trasformare la potenza visiva ed emotiva della pellicola in un nuovo mondo sonoro sinestetico.
A interpretare la complessa composizione di Giger sarà l’Ensemble Phoenix di Basilea.
Direttore: Jürg Henneberger
Flauto: Christoph Bösch
Clarinetto basso: Toshiko Sakakibara
Contraforte: Lucas Rößner
Corno: Aurélien Tschopp
Trombone: Michael Büttler
Batteria: Daniel Stalder
Organo: Mauricio Silva Orendain
Primo pianoforte: Kirill Zvegintsov
Secondo pianoforte: Samuel Wettstein
Primo violino: Friedemann Treiber
Secondo violino: Daniel Hauptmann
Viola: Petra Ackermann
Violoncello 1: Stéphanie Meyer
Violoncello 2: Martin Jaggi
Effetti elettronici: Till Zehnder
Sponsor dell’evento: Schweizer Kulturstiftung Pro Helvetia
Programma:
“Nosferatu il vampiro” (1922/2017)
Film: Friedrich Wilhelm Murnau (1888–1931), musiche: Jannik Giger (*1985)
Dall’archivio della Fondazione Friedrich Wilhelm Murnau di Wiesbaden
Seit 2021 verschreiben sich die Divinerinnen der Wiener Musik und legen den Fokus auf unentdeckte Archivschätze und moderne Kompositionen. Gustav Mahler erinnerte der Wiener Klangteppich an seine Kindheit in Iglau, das musikalische Treiben beschrieb er als Hexensabbat. Die Divinerinnen greifen dies auf – vom beglückenden Wienerlied über „harbe Weana Tanz“ zur Adaptierung Mahlers. Die Solistinnen sind Mitglieder und Gastmusikerinnen renommierter Ensembles – die Südtiroler Klarinettistin Andrea Götsch etwa im Wiener Staatsopernorchester und bei den Wiener Philharmonikern.
Le Divinerinnen si dedicano alla musica viennese dal 2021, alternando veri e propri tesori nascosti a composizioni moderne. A Mahler il brusio sonoro di Vienna ricordava la sua infanzia a Iglau, e descriveva questa frenesia musicale come un sabba delle streghe. Le Divinerinnen ripropongono questa atmosfera spaziando dall’allegra canzone viennese all’adattamento di Mahler passando per “harbe Weana Tanz”. Le soliste fanno parte, o sono talvolta ospiti, di rinomati ensemble: la clarinettista altoatesina Andrea Götsch, ad esempio, fa parte della Wiener Staatsopernorchester e dei Wiener Philharmoniker.
Violino, voce: Theresa Aranya Aigner
Violino: Julia Brunner
Chitarra Schrammel, voce: Erna Ströbitzer
Fisarmonica diatonica: Pia Madlener
Clarinetto in si, re e sol: Andrea Götsch
Viola: Selina Pilz
Violoncello: Anna Aigner
Programma:
Schrammelmusik und Mahler / Musiche popolari viennesi e Mahler
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