Bolzano Festival Bozen: Studenti dell'Accademia Gustav Mahler - Pubblicato da ale inside

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Concerto itinerante di musica da camera in vari luoghi della città
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  • Il celeberrimo Duo Schiavo/Marchegiani, noto sulle scene dei più importanti contesti musicali internazionali, presenta qui un’integrale delle Danze Ungheresi di Brahms. Le 21 Danze ungheresi di Johannes Brahms per pianoforte a quattro mani sono ispirate alla musica popolare ungherese, mescolando ritmi vivaci e melodie nostalgiche ed evocando l'energia e il carattere della tradizione folclorica dell'Europa centrale. Brahms, affascinato dalle sonorità zingare, seppe trasporre in queste composizioni l'irresistibile vitalità e l'intensità emotiva delle danze popolari, pur rielaborandole con un tocco personale. Le Danze Ungheresi rimangono una delle opere più note e amate del compositore, apprezzate sia per la loro spontaneità che per l'eleganza compositiva.
  • Max Gaier, Robert Slivovsky: vocals Miki Liebermann: guitar Hanibal Scheutz: bass Clemens Wenger: electric piano, accordion Il loro stile è spesso descritto come soul viennese. Con ben 6 Austrian Amadeus Music Awards nella categoria Jazz/World/Blues e circa 1.000 concerti tra Austria, Germania e Svizzera, ora arrivano per la prima volta – che onore! – in Alto Adige, ospiti al Carambolage! Il loro settimo album BURN ON! sostituisce la malattia sociale Burn Out: La nostra società è sotto stress continuo, ma il motto sembra essere “continuare fino allo sfinimento”. Pause? Nessuna in programma. Con BURN ON!, però, i 5/8erl in Ehr’n ribaltano la situazione, offrendo una terapia sonora e canzoni dedicate al meraviglioso dolce far niente. Il loro soul viennese diventa un antidoto contro l’opprimente quotidianità dei nostri tempi. In oltre 18 anni, hanno perfezionato un groove rilassato e originale, suonando una musica dalle mille influenze che attraversa Danubio, Nilo, Rio delle Amazzoni e Mississippi. A tratti la chitarra pizzicata richiama la musica viennese tradizionale, per poi trasformarsi in un suono ovattato e legnoso come quello di una kalimba africana. Calypso, rocksteady, ballate jazz, bossa nova: tutto suona come 5/8erl in Ehr’n da Vienna, con il soul come costante distintiva. “Come se Stevie Wonder si fosse fumato una torta Sacher!” Qui non c’è nulla di preconfezionato o sintetico: i 5/8erl in Ehr’n fanno musica e cantano con una gioia che conquista. BURN ON!
  • Con la Sinfonia in fa maggiore, Johannes Brahms si emancipa definitivamente dal “gigante” Beethoven. In occasione della prima esecuzione a Vienna, non mancano da parte dei seguaci di Wagner fischi di protesta contro questa “musica assoluta”, costruita con una precisione minuziosa e la densità della musica da camera. L’opera scritta nell'estate del 1883 raccoglierà comunque il successo del pubblico. Clara Schumann ha la sensazione di sentire nei primi due movimenti un “misterioso incanto della vita nel bosco”, e perfino Eduard Hanslich, il più aspro critico del tempo – che aveva contrapposto il presunto “tradizionalista” Brahms alla “scuola neotedesca” attorno a Wagner e Liszt in una disputa musicale consumatasi in pubblico – sottolinea la trasparenza di questa musica. Anche Antonìn Dvořák ne è entusiasta. “Dico, e non esagero, che quest’opera supera le sue due prime sinfonie; magari non per grandezza e concentrazione, ma di sicuro per bellezza! Crea un’atmosfera che non si trova spesso in Brahms! Che melodie splendide vi si trovano! È tutto amore, e ti si scalda il cuore”, scrive al suo editore Fritz Simrock. Nel gennaio 1893, Dvořák inizia ad abbozzare a New York la sua sinfonia “Dal nuovo mondo”. “Chi ha ‘fiuto’ non può non riconoscervi l’influsso delle Americhe”, constaterà più tardi. Ma cosa c’è qui di “americano”? I “negro-spirituals”, che il suo allievo di composizione Harry Thacker Burleigh gli canta, hanno influenzato la composizione tanto quanto il Wild West Show di Buffalo Bill, a cui Dvořák assiste, o l’adattamento in chiave poetica del mito indiano di “Hiawatha” da parte di Henry Longfellow. Eppure, nella musica ci sono molti elementi europei quali la vicinanza alle danze popolari boeme o il lavoro motivico-tematico. Come che sia: la Nona Sinfonia viene eseguita per la prima volta nel dicembre 1893 alla Carnegie Hall di New York sotto la direzione di Anton Seidl, amico di Dvořák. Il pubblico celebra l’opera come prototipo di una nuova musica “americana”.

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