Südtirol Jazzfestival Alto Adige: Huong Thanh - Jason Carter - Pubblicato da ale inside

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Huong Thanh -voc
Jason Carter - guit
Jazz meets art: musica internazionale dal Vietnam
Un concerto davvero speciale, inserito nell’esposizione dell’artista vietnamita Danh Vo allestita al Museion: Huong Thanh (it. Profumo di loto) è nata a Saigon (Vietnam) da una stimata famiglia di musicisti tradizionali. Questa solista, formatasi nello stile canoro dell’Opera Cai Luong e nel canto tradizionale, nel 1977 ha incontrato a Parigi il chitarrista Nguyên Lê, scoprendo così il jazz. Negli anni successivi, questo duo ha registrato numerosi CD, cui hanno partecipato anche Paolo Fresu e Dhafer Yussef. Il chitarrista britannico Jason Carter, di casa nella musica rinascimentale quanto nel flamenco e nel jazz, è un messaggero culturale che si è esibito in concerto in oltre 70 Paesi, tra cui anche la Corea del Nord e l’Afghanistan.

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  • Nel settembre 1872 Carl Ferdinand Pohl, il bibliotecario della Società viennese degli amici della musica, sottopone all’attenzione del suo direttore artistico Johannes Brahms sei “Feldparthien”: sono sei divertimenti per strumenti a fiato attribuiti a Haydn. Nell’estate 1873 Brahms scrive variazioni su un corale composto dai sei divertimenti, “allenandosi” così nella progressiva trasformazione ed evoluzione degli elementi costitutivi e dei motivi della sua musica nonché nell’arrangiamento orchestrale che più avanti caratterizzerà la sua opera sinfonica. Con il suo unico concerto per violino ultimato, nel 1806 Beethoven fa evolvere ulteriormente un genere che sino ad allora andava dal concerto dei maestri barocchi italiani fino a Mozart. L’opera a impianto sinfonico con un primo movimento lunghissimo sembra avvicinarsi più ai concerti per violino di Brahms, Tchaikovksy o Sibelius che non ai predecessori del XVIII secolo. Il 12 maggio 1926 viene eseguita per la prima volta la Prima sinfonia di Shostakovich – suo lavoro di diploma al Conservatorio di Leningrado – che verrà poi fatta conoscere a livello internazionale da Bruno Walter e Arturo Toscanini. Shostakovich si rivela da subito un mattacchione: nella partitura del diciannovenne, influenze di Stravinsky, Prokofiev, Mahler e Hindemith si fondono in un linguaggio tonale originale e puntiglioso, con acrobazie dettate dall’ironia e comicità che all’epoca si potevano ammirare al circo o nei film muti, ma non ancora nelle sale da concerto.
  • Direzione D'Orchestra Hossein Pishkar Orchestra Orchestra Haydn di Bolzano e Trento Programma Carl Maria von Weber: Ouverture zu «Oberon» J 306 John Adams: Shaker Loops Pëtr Il'ič Čajkovskij: Sinfonia n. 1 in sol minore, op. 13 "Sogni d'inverno" L’opera di Carl Maria von Weber “Oberon, or The Elf King’s Oath” viene eseguita per la prima volta il 12 aprile 1826 – solo due mesi prima della morte del compositore – alla Royal Opera House Covent Garden. Nell’Ouverture, ultimata tre giorni prima della prima, si concentrano i temi principali di un avventuroso viaggio esotico che dalla Francia porta a Bagdad passando per Tunisi. “Shaker Loops ricorre agli aspetti per me tra i più affascinanti del linguaggio minimalista: una pulsazione sicura e leggera, ampie armonie e timbri nonché architetture musicali che si formano lentamente”, così John Adams commenta il suo lavoro più popolare, composto – dopo un primo tentativo fallito – nel 1978 come sestetto e arrangiato nel 1983 per orchestra d’archi. Il concetto del loop deriva dall’epoca del nastro magnetico, quando si incollavano tra loro clip musicali come pezzetti di carta. La parola “shake” si riferisce a una tecnica violinistica e alla rituale danza agitata degli “shaker” – una setta religiosa presente un tempo anche nel New Hampshire, stato d’origine del compositore. “Sono inutile, sono una nullità”, si lamenta Tchaikovsky tormentato dai dubbi interiori mentre lavora alla sua prima sinfonia, che definirà un “peccato di gioventù”. L’opera dalle cupe atmosfere invernali completata nel 1866 naturalmente non è “un trascorso da dimenticare”, bensì una testimonianza del suo talento.
  • Un’esperienza musicale in un luogo ricco di storia... La famosa artista giapponese ci conduce, con la sua voce e il suono avvolgente del koto, fino al lontano e misterioso Giappone. Ma non solo: anche in un viaggio emozionante attraverso il tempo, le culture e i generi. Al termine del concerto sarà possibile partecipare ad una cena orientale nell'osteria del castello: un’occasione perfetta per incontrare personalmente l’artista e il direttore artistico della serata Manfred Bernard. Costi: Concerto gratuito, cena dalle ore 20:30 a 27€/persona (bevande escluse) Info: Prenotazione richiesta per entrambi (per la cena entro il 9.12.2025) runkelstein@runkelstein.info 0471/329808

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