Südtirol Jazzfestival Alto Adige: Francesco Guerri - Pubblicato da ale inside

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Il violoncello come strumento jazz presentato in un emozionate assolo
Il violoncello come strumento solista nel jazz è piuttosto raro. Nel 2011, il violoncellista olandese Ernst Reijseger si era esibito al Südtirol Jazzfestival Alto Adige; nel 2014 arriverà Francesco Guerri che, come Reijseger, dalla musica classica è passato al jazz. Guerri si è formato al conservatorio di Cesena, ha suonato in orchestre sinfoniche, accompagnando ballerini e attori. Nel 2007, si è unito per qualche mese alla Cosmic Music Orchestra di Gianluca Petrella. Un solista e un compositore sfaccettato, dunque, che in teatro si sente a casa, quanto nel jazz e nella tradizione classica. Il violoncello di Francesco Guerri stride e geme, in breve, quest’uomo fa scaturire dal suo strumento suoni sorprendenti, dando origine a una musica polifonica.

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  • “Il tempo scorre, sfuma e svanisce – solo io rimango fermo e bloccato”, scrive Schubert il 27 aprile 1816 al fratello Franz Ferdinand. Quel giorno, il diciannovenne termina il lavoro alla Quarta sinfonia. Sceglie la tonalità in Do minore – come Beethoven per la sua Quinta – e il sottotitolo piuttosto esuberante di “Tragica”. “Le caratteristiche di una sinfonia tragica sarebbero di tutt’altro genere”, commenterà meravigliato Robert Schumann più avanti. Costretto a confrontarsi con “eroi”, il compositore è forse alla ricerca di un linguaggio tutto suo? “Bloccato” di sicuro non lo è. La prima esecuzione in pubblico si svolge nel 1849 a Lipsia. La rivista “Neue Zeitschrift für Musik” sottolinea come il quarto movimento sia senz’altro il “più significativo […], in cui il compositore si emancipa anche maggiormente dall’influenza di Haydn e di Mozart”. Un risultato importante da osannare? Nel 1945 Shostakovich è invitato a celebrare la fine della guerra con un grandioso lavoro patriottico. Presenterà invece una sinfonia breve per piccola orchestra che dà piuttosto l’idea di una birichinata, con passaggi ironici, una marcia da circo al posto del finale eroico e messaggi in codice come il Lied “Lode dell’alto intelletto” da “Des Knaben Wunderhorn” di Mahler, in cui un asino – ovvero Stalin – sostiene che il cucù canta meglio dell’usignolo.
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