Joyce Elaine Yuille: voice
Julia St. Louis: voice
Joselin St. Aimee: voice
Luca Brighi: voice
Michele Bonivento: piano/organ
Carmine Bloisi: drums
Art Directors: Michael Lösch & Helga Plankensteiner
Questo concerto ci trasporta lontano, nel Sud, nelle piantagioni di cotone degli Stati Uniti, dove i canti accompagnavano gli afroamericani durante il duro lavoro, alleviando la fatica. Questi canti rappresentavano una rielaborazione in chiave cristiana della musica rituale africana. Grazie a Thomas A. Dorsey e al suo impegno, questa musica è stata modernizzata a partire dai vecchi moduli espressivi, senza però tradire la tradizione. Questo sforzo ha portato alla nascita di un nuovo genere: il Gospel.
Il concerto comincia alle ore 21:30 al Laurin Bar.
Supplemento di 20 Euro sulla prima consumazione a partire dalle 21:00.
Info e prenotazione tavolo: Laurin Bar, T 0471 311 570
Concerto di canto corale. Con la partecipazione dell'arpista Marianna Lazzarini
Il concerto propone un percorso dedicato alla musica natalizia e alla sua evoluzione attraverso culture ed epoche diverse. L’alternanza tra momenti corali, interventi strumentali e brani della tradizione europea crea un itinerario sonoro che unisce meditazione, luminosità e atmosfere festive.
Direttore: Patrizia Donadio
INGRESSO LIBERO
Quando il ventiduenne norvegese Johan Svendsen si ritrova senza soldi in pieno inverno a Lubecca, decide di rivolgersi al console svedese-norvegese Carl Fredrik Leche affinché gli conceda un prestito e provveda al suo sostentamento. Il console è talmente entusiasta del suo virtuosismo al violino che gli procura una borsa di studio presso il Conservatorio di Lipsia in cui ha studiato anche il connazionale Edvard Grieg. Le sue opere diventano successi mondiali. La musica di Svendsen invece è – a torto – quasi assente nel repertorio concertistico del XX secolo. La sua seconda sinfonia viene eseguita per la prima volta nel 1876 a Kristiania (Oslo). Svendsen, a cui Grieg riconosce “un modo davvero brillante di trattare l’orchestra”, è a quel punto un direttore d’orchestra e compositore riconosciuto, in grado di ottenere nei suoi lavori effetti sonori straordinari. Con la sua Quarta sinfonia, nel 1885 Brahms si lascia il “gigante” Beethoven alle spalle: compattando in modo pressoché ineguagliabile il materiale musicale di fondo, avvinghiando tra loro i movimenti e combinando elementi arcaici e moderni, si spinge ai limiti di ciò che è possibile nel XIX secolo. Il compositore non si lascia scomporre nemmeno dalle critiche e dalle dimostrazioni di riprovazione dei sostenitori “neotedeschi” di Wagner in occasione della prima: “Quale che sia il pasticcio in cui mi sono infilato, me la caverò. I contestatori nel parterre mi fanno un baffo”.
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