Jazzfestival Alto Adige: Mark Sanders - Paul Rogers (on Charlie Chaplins "Modern Times") - Pubblicato da ale inside

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Mark Sanders - perc
Paul Rogers - b
L’avvento del cinema sonoro (1927) segnò, tra le altre cose, il ritorno alle inquadrature fisse, in quanto le pesanti apparecchiature audio non consentivano movimenti di macchina. E così Charlie Chaplin, che basava il successo dei suoi film proprio sul ritmo incalzante delle immagini, decise di rimanere fedele al film muto. Per “Tempi moderni”, prodotto nel 1936, compose anche la colonna sonora, che per questa particolare proiezione al Filmclub sarà rimpiazzata dalle improvvisazioni live di due grandi jazzisti d’Oltremanica. Mark Sanders (55) è uno dei batteristi più impegnati del Regno Unito, il bassista Paul Rogers (59) è sulla scena del free jazz britannico da 35 anni durante i quali ha suonato in tantissimi gruppi incidendo anche tre album da solo: Listen, Heron Moon e Being.

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  • Alla fine del 1946 Richard Strauss traspone in musica la poesia “Al tramonto” di Joseph von Eichendorff. Nel 1948 legge le opere liriche di Hermann Hesse e, pochi mesi più tardi, l’ormai ottantaquattrenne ha già completato tre Lieder con le sue poesie. Dopo la sua morte nel settembre 1949, l’editore Ernst Roth riunisce le opere per orchestra sotto il titolo “Quattro ultimi Lieder” – un grandioso necrologo al Lied romantico in cui il compositore cita anche il suo poema sinfonico “Morte e trasfigurazione”, composto 60 anni prima. “Nulla di originale” oppure “il primo vero evento musicale del XX secolo”? La quarta sinfonia di Gustav Mahler, composta originariamente nel 1899 e 1900 come umoresca sinfonica, lascia il pubblico interdetto. L’opera rinuncia al pathos romantico, l’organico orchestrale è ridotto, a prima vista il programma non è riconoscibile. La stravagante marcia funebre (“Totentanz”) nel secondo movimento è seguita nel finale – vero e proprio fulcro dell’opera verso cui tutto converge – dal Lied “Der Himmel hängt voller Geigen”, tratto da “Des Knaben Wunderhorn”. “Balliamo e saltelliamo”, esultano gli angeli in paradiso sul sottofondo di una musica che, affievolendosi a mano a mano, pare opporsi a quel senso dell’umorismo naif e infantile. Così Mahler descrive il mondo “all’incontrario” da lui raffigurato: “È tutto sottosopra, non vi è più alcun rapporto di causalità! È come scorgere all’improvviso la parte nascosta della luna.”
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