Ispirato dall’incontro di Tindaro Granata con le detenute-attrici del teatro Piccolo Shakespeare all’interno della Casa Circondariale di Messina.
Di e con: Tindaro Granata
Con le canzoni di Mina
Light design: Luigi Biondi
Costumi: Aurora Damanti
Assistente alla regia: Alessandro Bandini
Produzione: LAC Lugano Arte e Cultura
In collaborazione con: Proxima Res
Partner di produzione: Gruppo Ospedaliero Moncucco
“In scena ci sono solo io, delle ragazze mi porto i loro occhi, i gesti, le loro lacrime e i sorrisi. Grazie a loro racconto storie di persone che dalla vita vogliono un riscatto importante: vogliono l’amore per la vita, quella spinta forte ed irruente che ti permette di riuscire a sopportare tutto, a fare tutto affinché si possa realizzare un sogno.”
Con “Vorrei una voce” l’attore e autore siciliano Tindaro Granata dona corpo e voce agli incontri con le detenute di alta sicurezza della Casa Circondariale di Messina. Il monologo di Granata nasce infatti grazie al progetto “Il Teatro per Sognare”, ideato e organizzato da Daniela Ursino, direttrice artistica del teatro nel penitenziario. Le canzoni dell’ultimo concerto live di Mina, che Granata interpreta in playback, permettono di entrare nei ricordi delle detenute-attrici, in un loro spazio dove tutto sarebbe stato possibile, recuperando una femminilità annullata, la libertà di espressione della propria anima e del proprio corpo.