Alps Move | LOSS + INVERTED COSMOS + HOME(AWAY) 2025 - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento


LOSS

Prima assoluta

performance
Ingresso riservato ai soci

Tessera associativa 20€, acquistabile sul posto.
La tessera permette l’accesso a tutti gli eventi della stagione di ost west club est ovest.

Loss è una performance multimediale, un viaggio sensoriale che attraverso il corpo, specchio dell’universo, interroga il nostro allontanamento dalla Madre Terra, dal sentire, dal sacro. In un tempo in cui razionalità e controllo sembrano dominare, la performance invita il pubblico a riaprire il canale di ascolto tra micro e macrocosmo.
Attraverso una drammaturgia materica e simbolica lo spettatore viene guidato in un’esperienza immersiva che esplora il corpo come portale verso l’infinito.
 In un paesaggio coreografico ispirato a pensatrici antiche, gestualità e installazione sonora si intrecciano per risvegliare il ricordo di un’appartenenza profonda, ancora viva sotto la superficie del nostro tempo.



Concetto, coreografia: Elena Molinaro
Interpreti, regia, costumi: Elena Molinaro, Iosu Lezameta
Foto: Manfred Meneghin
Musiche e suoni: Mauro Lazzaretto
Regia luce: Iosu Lezameta, Crealight/Julian Marmsoler
Produzione: Iosu Lezameta & Bailopinto teatro danza

Con il sostegno di Abteilung für Deutsche Kultur der Autonomen Provinz Bozen, Gemeinde Meran


INVERTED COSMOS

Prima assoluta

video+performance
Ingresso riservato ai soci

Tessera associativa 20€, acquistabile sul posto.
La tessera permette l’accesso a tutti gli eventi della stagione di ost west club est ovest.

Inverted Cosmos è una performance che unisce danza contemporanea e installazione multimediale. Ispirandosi alla suggestiva somiglianza tra i polmoni e gli alberi induce ad una riflessione sul respiro come forza vitale e simbolica. Con un assolo che alterna leggerezza e introspezione Paola Zadra dà corpo al concetto stesso del respiro, mentre Daniel Vacas Peralta attraverso la musica elettronica e le immagini generate con l’AI crea un paesaggio sonoro e visivo che intreccia suoni del corpo e della natura. Proiezioni di foreste, radici e bronchi si fondono, trasformando la scena in un ecosistema pulsante. L’albero capovolto nel nostro torace diventa metafora dell’intima corrispondenza tra microcosmo e macrocosmo invitando a una rinnovata consapevolezza della nostra appartenenza alla Terra.

Concetto, coreografia, interprete: Paola Zadra
Regia: Paola Zadra, Daniel Vacas Peralta
Foto & Video: Daniel Vacas Peralta
Musiche e suoni: Daniel Vacas Peralta

Con il gentile supporto di Tanzbasis Berlin


HOME(AWAY)2025

Work in progress

performance
Ingresso riservato ai soci

Tessera associativa 20€, acquistabile sul posto.
La tessera permette l’accesso a tutti gli eventi della stagione di ost west club est ovest.

Con il suo solo Home(Away), Yunjung Kim si immerge nello sfaccettato concetto di “patria”, superandone la pura definizione geografica per evocare uno stato d’animo, un sentimento o un ricordo. La performance esplora così il delicato equilibrio tra il bisogno di stabilità e la spinta verso il cambiamento.

The body speaks in deep language, of deep sorrow. Movement speaks, of unheard hopes. Home far from the body, my movements are directed to unknown places. Dance in silence, may the broken heart be free.



Concetto, coreografia, interprete: Yunjung Kim
Foto: Stefan Schwienbacher

Con il sostegno di Abteilung für Deutsche Kultur der Autonomen Provinz Bozen

Contatti :

Date e orari evento :

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  • Ein Gastspiel des St. Pauli Theaters, Hamburg John ist Uni-Professor, steht kurz vor der Beförderung und dem Kauf einer Immobilie. Carol ist seine Studentin, die Angst hat durchzufallen, weil sie die Fachwörter des Professors oft einfach nicht versteht. Sie ist ihm „sympathisch“, er glaubt sie zu verstehen. Seine Hand auf Carols Schulter, ganz beiläufig als Geste der Beruhigung, wird ihm zum Verhängnis. War es vielleicht doch ein sexueller Übergriff? War doch mehr im Spiel als Sympathie? Was will Carol mit ihren Vorwürfen erreichen, die John seine Karriere kosten können? David Mamet machte aus dem Song norwegischer Einwanderer „Oleanna“ den Titel seines Stücks. Im Song geht es um die Utopie eines Landes, in dem es keine Unterdrückung mehr gibt und sich alle Menschen frei bewegen können. Wie schwer es ist, dahin zu kommen, skizziert Mamet in seinem Stück. Uraufgeführt 1993, noch lange vor der Me-too-Debatte, nahm es prophetisch vorweg, was passiert, wenn unterschiedliche Weltsichten scheinbar unvereinbar aufeinandertreffen und das Verhältnis der Geschlechter zur Frage nach der Macht wird. Sven-Eric Bechtolf und Johanna Asch liefern sich in den Rollen von John und Carol ein messerscharfes Wortgefecht auf Augenhöhe. „Starkes Schauspiel.“ (Hamburger Morgenpost).
  • Trina ed Erich. Una giovane donna, un uomo. Due voci. Due testimoni. Due vittime. Siamo a Curon in Val Venosta. A pochissimi chilometri dal confine con l’Austria e con la Svizzera. Il bellissimo romanzo di Marco Balzano Resto qui diventa un racconto teatrale a due personaggi e molte più voci, grazie ai corpi e alla maestria di Arianna Scommegna e Mattia Fabris: sono Trina ed Erich, testimoni, vittime, all’occorrenza sono pure carnefici. Sono i testimoni di un’intera comunità spazzata via in nome del progresso e di una diga – inaugurata nel 1950, esattamente 75 anni fa – che non è servita quasi a nulla, se non a cancellare la vita di alcune centinaia di famiglie che avevano resistito a tutto, compreso Prima e Seconda guerra mondiale, cambio di nazionalità, fascismo e opzioni. «Attraverso un incastro drammaturgico di parti narrate e dialoghi, si dipana questo ennesimo pasticciaccio brutto della storia d’Italia. Un allestimento semplice, snello: come avrebbe scritto Melville, antico e malinconico. Storia di mani sporche e tenacia, rabbia, violenza e rimorsi. Disegni. Storia di donne e uomini semplici che non hanno accettato la resa e ora – davanti al Tribunale dell’Umanità e per una figlia che non c’è più – ripercorrono la loro lunga e umiliante sconfitta» scrive Francesco Niccolini, autore e regista del testo teatrale. I due protagonisti, marito e moglie, raccontano ognuno a modo proprio una versione della storia: tra Fontamara e Rashomon, saranno due versioni in parte coincidenti, in altra parte tasselli diversi e complementari che andranno a comporre il quadro livido e doloroso, ma pieno di dignità, da offrire al pubblico. Perché si può perdere la battaglia, ma non essere degli sconfitti: proprio questo accade a Trina. di Marco Balzano adattamento teatrale e regia Francesco Niccolini con Arianna Scommegna e Mattia Fabris scene Antonio Panzuto costumi Emanuela Dall'Aglio luci Alessandro Verazzi musiche originali Dimitri Grechi Espinoza produzione Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
  • Sarra Douik: Oud, Voice Andrea Ruocco: Bass, Gembri, live electronic Alessandro Ruocco: Drums Giovanni Clemente: Guitars, Synthesizer Sean Lucariello: Trumpet, Flugelhorn Vocal Quartet DANCE & CHOREOGRAPHY Riccardo Meneghini Anastasia Kostner “Earth Song” è nato originariamente come progetto (2024-25) per musica dal vivo e i giovani ballerini della Community Dance del Collettivo Danza Alto Adige. Per il progetto, tre compositori hanno scritto musica su commissione dell‘Accademia Jazz di Merano. Il contenuto parte da un incontro musicale con diverse culture del mondo e lo stato attuale della Terra. In questa versione attuale, la musica è in primo piano e dialoga con il mondo del movimento di due dei ballerini regionali più esperti della scena contemporanea. I quattro musicisti provenienti dal Nord Italia e la musicista marocchina utilizzano anche strumenti meno conosciuti come il Gembri e l‘Oud. Presentano brani originali musicali atmosferici, melodici e ritmici ispirati a stili diversi. Canzoni completano la parte strumentale. Alcuni dei brani musicali sono in prima assoluta.

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