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Informazioni evento
Con il teatro di movimento Caracho. Il museo come palcoscenico: sindacalisti dell’arte, gelatai, turisti modello e altre curiose figure rivelano il loro punto di vista sulle cose. Improteatro incluso nel biglietto d’ingresso.
L’esclusiva versione creata da Giorgio Madia per il Balletto di Milano è in scena con grande successo dal 2011. Produzione che ha vinto importanti riconoscimenti internazionali tra cui il prestigioso Gold Critics Award, Cenerentola ha conquistato migliaia di spettatori soprattutto per la genialità della messinscena: dal controluce iniziale che spiega come Cenerentola si ritrovi a vivere con matrigna e sorellastre, alla tappezzeria della casa identica agli abiti di Cenerentola per sottolinearne lo status all’interno della famiglia, alla carrozza con i suoi cavalli danzanti, alla fata sbadata e sensuale, fino al principe, naturalmente azzurro.
Spassosissimo il trio en travesti matrigna/sorellastre: incredibili gag si susseguono dall’inizio alla fine trascinando il pubblico in immancabili applausi a scena aperta. Estrosa ed in linea con lo spettacolo anche la scelta musicale che preferisce Rossini alla consueta partitura di Prokof’ev: il compositore pesarese con la sua musica frizzante, ironica e spiritosa è perfetto per rappresentare una fiaba fatta di carrozze, cavalli e scarpette di perraultiana memoria.
Balletto di Milano
CENERENTOLA
Direzione artistica Carlo Pesta
Regia e coreografia Giorgio Madia
Musica Gioacchino Rossini
Scenografie e costumi Cordelia Matthes
Lu santo Jullare Francesco di Dario Fo è una fabulazione sulla vita del santo di Assisi che riprende gli stili e le forme del narrare del mitico Mistero Buffo nel teatralissimo linguaggio del grammelot. Lavorando su leggende popolari, testi canonici del Trecento e documenti emersi negli ultimi decenni, il Premio Nobel costruisce una narrazione potente, giocosa e certamente non agiografica del “Giullare di Dio”, come San Francesco amava definirsi.
Il racconto di Fo è – allo stesso tempo – spiritualità e mito, favola e satira, e disegna un Francesco uomo che si spoglia di ogni ricchezza per avvicinarsi ai diseredati, per predicare a uomini, lupi o uccelli un messaggio di fraternità e pace, per comporre e mettere in musica il suo Cantico delle Creature.
A dare voce a questo viaggio funambolico nell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi sarà Ugo Dighero, attore mattatore, già interprete per anni di Mistero Buffo su “benedizione” e spinta dello stesso Fo, perfetto istrione e giullare dell’oggi.
Il 2026, inoltre, è un anno speciale anche per ricordare Dario Fo: ricorrono i cento anni dalla nascita e i dieci anni dalla scomparsa. Impossibile non celebrarne lo straordinario percorso teatrale. Portare in scena oggi questa meravigliosa giullarata non può non tener conto che nel 2013 il compianto cardinal Bergoglio, divenuto Papa, scelse, emblematicamente, politicamente e per la prima volta nella storia, il nome di Francesco: il santo della pace e del sorriso, della custodia del creato, della Chiesa povera per i poveri.
Seguendo la lezione di Fo, lo spettacolo si muoverà così su due percorsi paralleli, ripercorrendo la realtà storica del viaggio di Francesco nel mondo cristiano e contemporaneamente raccontando la rivoluzione riformatrice che Papa Francesco ha cercato di attuare nella Chiesa del nostro tempo.
di Dario Fo
con Ugo Dighero
adattamento e regia di Giorgio Gallione
scene e costumi Lorenza Gioberti
disegno luci Aldo Mantovani
coproduzione Teatro Stabile di Genova, CMC/ Nidodiragno
con la collaborazione del Teatro della Juta
durata: 85 minuti
COMPAGNIA TEATRALE “FABIANO VALENTI” APS – Treia (MC)
ROBA DA MATTI
Due atti di Fabio Macedoni
Regia di Francesco Facciolli
La storia è ambientata attorno agli anni Trenta, fra Treia e Macerata. Mario deve diventare medico e studia a Macerata (dove non esiste la facoltà di medicina) grazie alla generosità e all’ambizione dello zio Agostino, ricco possidente treiese; peccato, però, che il nipote si applichi poco allo studio e molto di più al gioco delle carte e all’intrattenimento con le ragazze.
Una lettera anonima, indirizzata ai genitori di Mario, metterà la pulce all’orecchio dello zio che si recherà immediatamente a Macerata per verificare lo stato degli studi del nipote e le presunte dicerie sul suo conto. A Macerata lo riceverà Mario che cercherà di nascondergli, con la complicità di un amico, la verità, fingendo di essere veramente medico in una clinica di matti o presunti tali, favorito, in questo escamotage, dalla presenza di una serie di personaggi a dir poco singolari, tutti ospiti della pensione dove lui stesso abita; ma la verità non tarderà a venire a galla…
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