Medea - Pubblicato da cristina inside

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Informazioni evento

Regia Cilli Drexel, Scenografia Judith Oswald, Costumi N.N., Luci Julian Marmsoler, Drammaturgia Ina Tartler, con Christoph Kail, Constanze Passin, Hannes Perkmann, Patrizia Pfeifer, Barbara Romaner

Medea, figlia del re della Colchide, deve fuggire dalla sua patria, bandita e maledetta dal proprio padre perché innamorata di Giasone, nemico e capo della spedizione degli Argonauti. Il bacio di Giasone l'ha fulminata: due volte gli ha salvato la vita nella Colchide, e grazie alle sue doti magiche l'ha aiutato a riconquistare il vello d'oro, un manto magico. La coppia trova rifugio dallo zio di Giasone. Quando questi muore, Giasone e Medea sono i principali sospettati e vengono cacciati. I due vagano senza meta finché arrivano a Corinto, dove Giasone chiede asilo all'amico paterno Creonte. Costui tollera controvoglia Medea, nonostante i tentativi di quest'ultima di adattarsi alla nuova cultura. Quando Giasone di innamora di Creusa, la figlia di Creonte, è l'inizio della fine per Medea.

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    Antonio Latella, regista e drammaturgo di fama europea, dirige Riccardo III di William Shakespeare, nella nuova traduzione di Federico Bellini. «Il male è. Non è una forma, non è uno zoppo. Non è un gobbo. Il male è vita. Il male è natura. Il male è divinità. Il nostro intento è quello di provare ad andare oltre l’esteriorità del male cercando di percepirne l’incanto. È chiaro che se il male stesso viene rappresentato attraverso un segno fisico il pubblico è portato ad accettarlo, vede la “mostruosità” e la giustifica. Anzi, prova empatia se non simpatia con e per il protagonista. Ma è ancora accettabile questo “alibi di deformità” nel ventunesimo secolo?» si chiede Latella. «A noi interessa la forza della parola, la seduzione della parola, e, perché no, la scorrettezza della parola. […] Il male che mi interessa è nella bellezza, non nella disarmonia. Il male è il giardino dell’Eden. Una bellezza opulenta e ingannatrice, fatta di relazioni pericolose, di giochi di seduzione continui. E, in questo, Riccardo III è il maggiore dei maestri. La sua battaglia non è per la corona, non per l’ascesa al trono, ma è per la sottomissione del femminile, quando è proprio il femminile che gli darà scacco matto; difatti sarà la Regina madre a portare a termine una tremenda maledizione». Il Riccardo III di Latella è interpretato da un cast importante «forte per talento e capace di dare ad ogni personaggio letterario qualcosa di fortemente artistico» prosegue il regista «un cast che ammali gli spettatori mettendo al primo posto del loro lavoro il potere performativo della parola che il Bardo ci consegna e ci lascia in eredità […]. A tutti i miei collaboratori artistici ho chiesto di dare bellezza al male e non bruttezza, perché chi tradì il paradiso fu l’Angelo più bello». di William Shakespeare traduzione Federico Bellini adattamento Antonio Latella e Federico Bellini regia Antonio Latella con Vinicio Marchioni, Silvia Ajelli, Anna Coppola, Flavio Capuzzo Dolcetta, Sebastian Luque Herrera, Luca Ingravalle, Giulia Mazzarino, Candida Nieri, Stefano Patti, Annibale Pavone, Andrea Sorrentino dramaturg Linda Dalisi scene Annelisa Zaccheria costumi Simona D’amico musiche e suono Franco Visioli luci Simone De Angelis regista assistente e movimenti Alessio Maria Romano assistente volontario Riccardo Rampazzo produzione Teatro Stabile dell’Umbria e LAC - Lugano Arte e Cultura durata: 160 minuti incluso intervallo
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