Ensemble vocale Nordic Voices - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Tone Elisabeth Braaten, Soprano
Ingrid Hanken, Soprano
Ebba Rydh, Contralto
Per Kristian Amundrød, Tenore
Frank Havrøy, Baritono
Rolf Magne Asser, Basso
Musica vocale rinascimentale e contemporanea, principalmente dalla Norvegia
Musica folk nordica

"Himmelhvelv"

Trad., arr. Frank Havrøy (*1969): Kimer, I klokker
Lasse Thoresen (*1949): Solbøn
Clemens non Papa (1510-1555/56): O magnum mysterium
Canto popolare svedese: Bereden väg för Herran
Canto popolare norvegese, arr. Frank Havrøy: Julevise
Tomás Luis de Victoria (1548-1611): Quem vidistis pastores
Henrik Ødegaard (*1955): O magnum mysterium
Tomás Luis de Victoria: Nigra sum
da: Olavsmusikken (12. Jhd.) : Alleluia
Pierre de Manchicourt (um 1510- 1564): Laudate Dominum
Francis Poulenc (1899-1963): O magnum mysterium
da: Quatre Motets pour le temps de Noël
Canto popolare svedese, arr. Frank Havrøy: Mitt hjerte alltid vanke

Da oltre 20 anni il sestetto vocale Nordic Voices è leader nel suo genere a livello internazionale con un repertorio molto ampio che include ogni indirizzo stilistico. I cantori provano un grande piacere a sperimentare con le loro voci, esplorando i loro limiti e andando oltre. Nei loro programmi, che per la maggior parte combinano musica antica e contemporanea, esplorano l'ampio ventaglio delle forme espressive musicali e spesso sorprendono con l'uso di tecniche vocali insolite.
Per il programma d'Avvento del 20 dicembre nella chiesa dei Francescani, hanno scelto musiche del loro paese d'origine, la Norvegia che immergeranno il pubblico nella speciale atmosfera dell'Avvento scandinavo.

Contatti :

Date e orari evento :

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  • “Nel 1949, a 26 anni, ho imparato ad appuntarmi a orecchio canzoni popolari all’Istituto per il folclore di Bucarest. Molte melodie mi sono rimaste impresse nella memoria: così è nato nel 1951 il ‘Concerto rumeno’”, racconta György Ligeti. L’esecuzione pubblica del brano, che riprende il suono “strambo” delle orchestrine di paese, viene ben presto vietato: “nella dittatura staliniana perfino il folclore era consentito solo in forma politicamente corretta”. La prima esecuzione di “Púrpura” per viola e orchestra di Filippo Del Corno – un’opera commissionata congiuntamente dalla Fondazione Haydn e dall’Orchestra I Pomeriggi Musicali – è seguita da un avvenimento rivoluzionario della storia della musica europea: “Dall’Inghilterra”. Nel giugno 1941, il Servizio tedesco della BBC sostituisce la sua sigla con una sequenza iniziale della quinta sinfonia di Beethoven. I valori delle note del leggendario motivo del “destino che bussa alla porta” – tre brevi, una lunga – indicano nell’alfabeto Morse la lettera “V” di “Victory”, vittoria. Questa sequenza compone il nucleo del brano per orchestra che inizia drammaticamente in Do minore e termina – trionfante – in Do maggiore. In Francia la “Quinta” viene definita anche “Chant de victoire” – in una lettura forse molto vicina a quella del compositore, che non aveva in mente un destino cupo ma piuttosto un inno alla Rivoluzione francese con solenne giuramento alla Repubblica.
  • Quando il ventiduenne norvegese Johan Svendsen si ritrova senza soldi in pieno inverno a Lubecca, decide di rivolgersi al console svedese-norvegese Carl Fredrik Leche affinché gli conceda un prestito e provveda al suo sostentamento. Il console è talmente entusiasta del suo virtuosismo al violino che gli procura una borsa di studio presso il Conservatorio di Lipsia in cui ha studiato anche il connazionale Edvard Grieg. Le sue opere diventano successi mondiali. La musica di Svendsen invece è – a torto – quasi assente nel repertorio concertistico del XX secolo. La sua seconda sinfonia viene eseguita per la prima volta nel 1876 a Kristiania (Oslo). Svendsen, a cui Grieg riconosce “un modo davvero brillante di trattare l’orchestra”, è a quel punto un direttore d’orchestra e compositore riconosciuto, in grado di ottenere nei suoi lavori effetti sonori straordinari. Con la sua Quarta sinfonia, nel 1885 Brahms si lascia il “gigante” Beethoven alle spalle: compattando in modo pressoché ineguagliabile il materiale musicale di fondo, avvinghiando tra loro i movimenti e combinando elementi arcaici e moderni, si spinge ai limiti di ciò che è possibile nel XIX secolo. Il compositore non si lascia scomporre nemmeno dalle critiche e dalle dimostrazioni di riprovazione dei sostenitori “neotedeschi” di Wagner in occasione della prima: “Quale che sia il pasticcio in cui mi sono infilato, me la caverò. I contestatori nel parterre mi fanno un baffo”.
  • Benedikt Sanoll: rhythm, fingerstyle-guitar Philipp Sanoll: drums & marimba Sebastian Willeit: e-guitar & banjo Thomas Vicenzi: e-bass Simon Oberrauch: piano/keys I ragazzi dei “Timbreroots” uniscono Ambient Indie Folk, Alternative Rock e Brit Pop in un’esperienza sonora travolgente, che conquista i fan di Mumford & Sons, The Lumineers, Ben Howard, Coldplay e Bon Iver. Il canto epico, fino a cinque voci, e strumenti particolari come la marimba donano vitalità e profondità ai loro testi intensi. Ispirata da influenze musicali molto diverse tra loro, la band crea un ponte tra passato e presente, dando vita al loro inconfondibile “Timbrevibe”. Con il nuovo album “Heartbeat Chronicles” raccontano una storia profonda di crescita emotiva e personale – un viaggio dall’autoinganno e dall’isolamento verso la consapevolezza di sé, la responsabilità e la connessione umana. Durante il “Heartbeat Chronicles” Tour, il pubblico viene trasportato in questo universo sonoro, con la promessa di un’esperienza live indimenticabile e stimolante.

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