DEJA VU (BZ/I/A) - Pubblicato da martin_inside

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Informazioni evento

Gianni Ghirardini: guitar, voice, dobro;
Franz Zanardo: guitar, voice;
Evi Mair: voice;
Alex Grinzato: voice;

Special Guests:
Anna Widauer: voice;
Ina Pross: voice;
Mattia Martorano: violin;

Il quartetto altoatesino DEJA VU ci riporta alle atmosfere hippy west coast arrangiando
in chiave originale, strettamente acustica, i più celebri brani dello storico gruppo CROSBY STILLS NASH & YOUNG che iniziarono la loro strepitosa carriera nel 69 al festival di Woodstock.
Due chitarre e due voci per celebrare un'indimenticabile epoca fatta di musica all'insegna di pace, libertà e fratellanza. Valori forse oggi anacronistici ma che la musica contribuisce a tener vivi nell'immaginario collettivo.

In occasione del concerto al Carambolage, la band porta sul palco alcuni special guests: la voce elegante etno-jazz dell'austriaca Anna Widauer, la verve rock purosangue dell'altoatesina Ina Pross ed il violinista Mattia Martorano di Padova.

Contatti :

Date e orari evento :

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  • “Nel 1949, a 26 anni, ho imparato ad appuntarmi a orecchio canzoni popolari all’Istituto per il folclore di Bucarest. Molte melodie mi sono rimaste impresse nella memoria: così è nato nel 1951 il ‘Concerto rumeno’”, racconta György Ligeti. L’esecuzione pubblica del brano, che riprende il suono “strambo” delle orchestrine di paese, viene ben presto vietato: “nella dittatura staliniana perfino il folclore era consentito solo in forma politicamente corretta”. La prima esecuzione di “Púrpura” per viola e orchestra di Filippo Del Corno – un’opera commissionata congiuntamente dalla Fondazione Haydn e dall’Orchestra I Pomeriggi Musicali – è seguita da un avvenimento rivoluzionario della storia della musica europea: “Dall’Inghilterra”. Nel giugno 1941, il Servizio tedesco della BBC sostituisce la sua sigla con una sequenza iniziale della quinta sinfonia di Beethoven. I valori delle note del leggendario motivo del “destino che bussa alla porta” – tre brevi, una lunga – indicano nell’alfabeto Morse la lettera “V” di “Victory”, vittoria. Questa sequenza compone il nucleo del brano per orchestra che inizia drammaticamente in Do minore e termina – trionfante – in Do maggiore. In Francia la “Quinta” viene definita anche “Chant de victoire” – in una lettura forse molto vicina a quella del compositore, che non aveva in mente un destino cupo ma piuttosto un inno alla Rivoluzione francese con solenne giuramento alla Repubblica.
  • Nel settembre 1872 Carl Ferdinand Pohl, il bibliotecario della Società viennese degli amici della musica, sottopone all’attenzione del suo direttore artistico Johannes Brahms sei “Feldparthien”: sono sei divertimenti per strumenti a fiato attribuiti a Haydn. Nell’estate 1873 Brahms scrive variazioni su un corale composto dai sei divertimenti, “allenandosi” così nella progressiva trasformazione ed evoluzione degli elementi costitutivi e dei motivi della sua musica nonché nell’arrangiamento orchestrale che più avanti caratterizzerà la sua opera sinfonica. Con il suo unico concerto per violino ultimato, nel 1806 Beethoven fa evolvere ulteriormente un genere che sino ad allora andava dal concerto dei maestri barocchi italiani fino a Mozart. L’opera a impianto sinfonico con un primo movimento lunghissimo sembra avvicinarsi più ai concerti per violino di Brahms, Tchaikovksy o Sibelius che non ai predecessori del XVIII secolo. Il 12 maggio 1926 viene eseguita per la prima volta la Prima sinfonia di Shostakovich – suo lavoro di diploma al Conservatorio di Leningrado – che verrà poi fatta conoscere a livello internazionale da Bruno Walter e Arturo Toscanini. Shostakovich si rivela da subito un mattacchione: nella partitura del diciannovenne, influenze di Stravinsky, Prokofiev, Mahler e Hindemith si fondono in un linguaggio tonale originale e puntiglioso, con acrobazie dettate dall’ironia e comicità che all’epoca si potevano ammirare al circo o nei film muti, ma non ancora nelle sale da concerto.
  • Jakob Seiwald: vocals Günther Pfeifhofer, Alex Radmüller, Korbinian Hofmann, Walter Brugger, Sonja Messner: saxophones Willi Prader, Andreas Schwärzer, Berni Brugger, Tobias Mitterhofer, Elias Weissteiner: trumpets Florian Lanz, Alex Grünfelder, Jörg Bergmeister, Michael Taschler: trombones Stefan Oberhofer: piano Luis Zöschg: guitar Hannes Mayr: bass Peter Paul Hofmann: drums Art Directors: Michael Lösch & Helga Plankensteiner. Da 41 anni la Big Band Intica è sinonimo di swing e versatilità musicale. Con Jakob Seiwald come carismatico cantante e sotto la direzione di Peter Paul Hofmann, la band reinterpreta in chiave jazz i classici successi natalizi americani nello stile di Frank Sinatra, Michael Bublé e Tony Bennett. Il concerto comincia alle ore 21:30 al Laurin Bar. Supplemento di 12 Euro sulla prima consumazione a partire dalle 21:00. Info e prenotazione tavolo: Laurin Bar, T 0471 311 570

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