FOCUS ON Marco Tirelli - Pubblicato da accart

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Informazioni evento

La mostra Focus on Marco Tirelli, alla galleria Antonella Cattani contemporary art, si offre come un incontro appassionante e solenne con l’immagine, concepita come icona.
L’esposizione riunisce una selezione di opere eseguite tra il 2005 e il 2011 con i temi che hanno affascinato e che continuano ad essere centrali nella ricerca dell’artista romano.

“…nei miei quadri – afferma l’artista romano in una intervista – cerco delle forme, degli oggetti che possano, il più possibile riverberare e portare oltre se stessi, mostrandoci il loro essere eco, traccia di qualcosa d’altro.
Ogni forma per me è carica del mondo che si porta dietro, forma che io cerco di ridurre all’essenza, perché è così che si può aprire al massimo di senso. Questa è la magia dell’opera d’arte, la capacità di farti andare oltre quello che vedi, questa è la sua potenza immaginifica, questa è la sua meraviglia”.

Gli oggetti rappresentati nelle tele in esposizione sono come immobilizzati in una dimensione onirica e la loro compattezza li rende avulsi da qualsiasi contatto con il reale. L’effetto è straniante: tanto più le immagini sono fortemente concrete e potenti tanto più sembrano aspirare all’invisibile e alludere ad un altro livello di conoscenza che va oltre il reale. Sono forme essenziali, sospese al centro di grandi tele come quella di un Alambicco (2011) o di una Ciotola (2010) che, lambita dalla luce, si rivela vuota.
È questo vuoto ad evocare un sentimento di attesa e insieme di virtualità: uno spazio che attende di essere colmato.
Con le opere che rappresentano rispettivamente un grande portale ed un interno, la tela si trasforma in una camera di echi. Al movimento del colore, ottenuto grazie a un singolare impiego del pointillisme, corrisponde una sorta di declinazione del concetto di ombra.

Si riconosce la coerenza di una ricerca unica, distante dalle mode culturali ma saldamente legata alla storia dell’arte, che ha portato Tirelli ad esporre già dagli anni ’80 in Musei ed Istituzioni nazionali ed internazionali di maggior rilievo.

Marco Tirelli nasce nel 1956 a Roma, dove vive e lavora.
Le sue opere sono parte delle collezioni di Musei ed Istituzioni nazionali ed internazionali fra cui MAXXI Museo Nazionale delle arti del XXI secolo - Roma; La Galleria Nazionale - Roma; MACRO Museo d’Arte Contemporanea - Roma; Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Collezione d’Arte alla Farnesina, Roma; Parlamento Europeo, Collezione d’Arte - Bruxelles; MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto - Rovereto; Il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci - Prato; Palazzo Fortuny - Venezia; the Albertina Museum - Vienna; Mumok, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig - Vienna; Kahosiung Museum of Fine Arts - Taiwan.

Contatti :

Date e orari evento :

L'evento si tiene dal 22 Mag 2024 al 13 Gen 1937

Note sugli orari :

Ma / DI - VE / FR 10.00- 12.00 + 16.00- 19.00

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    Inaugurazione 21 novembre 2025, ore 19:00 Performance di danza di Susanna Recchia per Okwui Enwezor ore 20:00 Gruppo di lavoro (Arbeitsgemeinschaft) a cura di Francesca Recchia (1975, Avezzano, Italia) con Emma Snædis Recchia (2020, Morges, Svizzera) Con opere di Stefano Graziani (1971, Bologna, Italia), Lorenzo Tugnoli (1979, Lugo, Italia), Aziz Hazara (1992, Wardak, Afghanistan) Conversazione video: Francesca Recchia, con registrazioni di Sandi Hilal (1973, Beit Sahour, Palestina) e Alessandro Petti (1973, Pescara, Italia), [fondatori di Decolonising Architecture Art Research, 2007]; Ram Bhat (1981, Nuova Delhi, India), Ekta Mittal (1978, India), [fondatori di Maara, 2008]; Sanjay Kak (1958, Pune, India); Amanullah Mojadidi (1971, Jacksonville, USA); Jayaraj Sundaresan (1972, Thrissur, India) Pietre e conchiglie dipinte: Emma Snædis Recchia (2020, Morges, Svizzera) Libro tattile: Norwegian Afghanistan Committee (2025, Kabul) Adesivi: Anonymous Witness (Afghanistan) Il programma di Ar/Ge Kunst è curato da Zasha Colah e Francesca Verga. Il paese di dopodomani è una mostra che esplora la possibilità di immaginare futuri non immediati, a fianco a chi ne sarà protagonista. Nella visione curatoriale di Francesca Recchia, la mostra diventa un terreno di relazioni, una pratica politica e umana di lungo respiro, un intreccio di affetti e responsabilità che si sviluppano nel tempo, come una trama che cresce silenziosamente ma con costanza. Il titolo è stato scritto da Recchia insieme a sua nipote, Emma Snædis Recchia, quattro anni, che ha co-curato la mostra, e allude a un tempo altro, né il presente né un futuro utopico ma l’intervallo del “dopodomani”: un orizzonte in cui la responsabilità verso gli altri si coltiva come un seme sottoterra, invisibile ma vitale.

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