Nicolò Degiorgis - Oasis Hotel - Pubblicato da ale inside

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Informazioni evento

Contatti :

Date e orari evento :

L'evento si tiene dal 10 Mag 2014 al 31 Mag 2014

Note sugli orari :

Di-mar–Sa-sab ore 10–12.30 16–19 Uhr

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    L'artista stesso commenta: “Alla velocità della luce mi sono perso nella storia del tempo. Frenata completa: fermare il tempo, dare uno sguardo al passato, affilato e chiaro. Mi soffermo. . . Il presente mi pizzica nel sedere. La decisione di fare un salto nel futuro è inevitabile. L'arte è utile quando molte visioni del mondo si scontrano e tutti ne litigano. Tutto il resto aiuta solo me stesso e il mercato, ma non ferma il decadimento. L'odio si sta diffondendo. Come voi, ho paura di quello che potrebbe succedere. Il presente mi pizzica nel sedere. Io, invece, posso solo dipingere, sperando di ridare voce all'umanesimo. Se vuoi, ci teniamo per mano. Sono sei anni che dipingo. Ho sempre avuto a cuore il quadro in sé. La sua interazione con me, te e l'ambiente. Da qualche tempo questo approccio mi sembra troppo poco e non mi soddisfa più. Come artista, credo di avere un ruolo nella nostra società. Sicuramente non decisiva, ma formativo. Questa mostra cerca di descrivere questo cambiamento.“ La maggior parte dei lavori è stata realizzata tra il 2022 e il 2024. Colori vigorosi al limite dell'astrazione da un lato e opere narrative vicine al surrealismo dall'altro. Il grande e il piccolo formato si alternano, elaborati con strati spesso pastosi di pittura ad olio su tela. Lorenz Wenter è nato e cresciuto a Brunico nel 1993. 2018 Laurea in Graphic Design e Information Design a St. Pölten. Nello stesso anno entra all'Accademia di Belle Arti di Vienna specializzandosi in pittura e astrazione. Tra le sue mostre più importanti si ricordano la collettiva “Die Akademie schläft nicht” a Vienna nel 2020 e “non finito Vollkontakt” nel 2024. Nel 2022, l'opera su commissione “Kompass am Nordpol” di Dr. Schär viene esposta in occasione di vari eventi culturali in Alto Adige. 2023 Mostra personale “Das Leben eines Zaunkönigs” presso la Kulturhaus Astra di Bressanone. Lorenz Wenter vive e lavora a Vienna e Brunico.
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    “C’è un po' di Proust nella vita di ciascuno di noi, tra nostalgia del passato e la ricerca di nuove strade” esordisce Giovanni Frangi che, per questa personale, ha ripreso il titolo del romanzo di Marcel Proust “Du côtè de chez Swann”, trasformando il nome proprio del protagonista - Swann in Swan, ovvero il cigno – reale protagonista della mostra. Giovanni Frangi torna ad esporre presso la Galleria Antonella Cattani contemporary art, dopo la mostra Urpflanze del 2017, con un ciclo di opere concepite e create per l’occasione. Sulle tele di tessuto dal colore blu profondo sfilano, come in una sequenza filmica, i cigni dal piumaggio bianco candido, richiamandosi l’un l’altro per poi disegnare insieme una storia dalle variabili infinite. L’attenzione di Frangi va però oltre all’eleganza di questi uccelli acquatici che, da tempo immemore affascinano l’uomo continuando ad essere fonte di ispirazione, per concentrarsi invece sulla natura fluida dei loro movimenti. Catturare il senso del movimento attraverso la pittura può aprire a molteplici visioni ed è proprio in questa direzione che Frangi ha lavorato alla mostra con un occhio agli studi sul movimento del noto fotografo Eadweard Muybridge. Di storica importanza sono i suoi esperimenti (1878), che dimostravano come i segreti del movimento fossero rivelatori della natura e della bellezza di tanti soggetti, animali in particolare. Prima di Frangi, molti gli artisti da Edgar Degas a Francis Bacon che sono stati influenzati dalle teorie di Muybridge fino a correggere in un certo senso il proprio occhio. E’ infine la vita relazionale stessa dell’uomo, basata sul movimento inteso come lo strumento principale per l’interazione con ambiente e gli esseri viventi, ad interessare l’artista milanese. Nella mostra Du côtè de chez Swan ci muoviamo accanto ed assieme alle immagini dei cigni mentre ogni loro movimento si disegna prima nell’acqua per poi, in certi casi, uscire dallo spettro visivo della tela; è’ una narrazione visiva intesa a mettere in movimento altre sensazioni che possiamo scoprire e percepire proprio seguendo il percorso dei cigni. La presentazione in catalogo è firmata da Federico Tiezzi,il regista teatrale con il quale Frangi ha in più occasioni collaborato: nel 2022 ha dipinto i costumi per tre video tratti dalle Vite di Giorgio Vasari. Lo stesso Tiezzi all’inizio della sua carriera registica ha dedicato grande attenzione al movimento dei corpi, tenendo come riferimento le immagini di Eadweard Muybridge. Scrive Tiezzi: “Associo a torto o a ragione Giovanni Frangi al teatro: misura il tempo, nei suoi quadri, come avviene in teatro. E’ un teatro della pittura, il suo. E in questi swans in motion, risento quello stesso fascino insieme analitico e poetico che ho provato di fronte alle cronofotografie di Muybridge. Ma in queste figure dipinte che fermano e inchiodano un processo, l’analisi del pittore è sul linguaggio della percezione della realtà, di come la si possieda, anzi sul come non la si possieda, piuttosto che sulla scientifica rappresentazione di un fatto della natura: in questo étude sul tempo, Giovanni riflette sulla pittura, sul gesto del dipingere il tempo, dipingendo.”
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    A CURA DI ELISA CAPPELLARI, SABINE GAMPER E STEFANO RIBA EXHIBITION DESIGN QUIRIN PRÜNSTER, ANNI SELIGMANN, MARTINO STELZER IN COLLABORAZIONE CON LA FOTOTECA DELL’ARCHIVIO PROVINCIALE DI BOLZANO Nel settembre 1924 iniziava a Sinigo, dopo mesi di polemiche, proteste e trattative, la costruzione del grande polo chimico della Montecatini e dell’annesso villaggio aziendale.
 Foto Forum racconta il centenario di questo peculiare evento nella storia del territorio altoatesino con la mostra Sisto Sisti. Microcosmo Sinigo che aprirà il prossimo 10 settembre e durerà fino al 28 dello stesso mese. Il 24 settembre alle 18 si terrà inoltre, presso Palazzo Rottenbuch, un incontro di approfondimento con Andrea Di Michele, professore di Storia contemporanea alla Libera Università di Bolzano, e la proiezione del video d’artista Plant Plant di Katrin Hornek. Sisto Sisti (1906-1981), impiegato dello stabilimento e fotografo autodidatta, ci ha lasciato oltre 13 mila immagini, oggi conservate presso l’Archivio provinciale di Bolzano che è partner fondamentale dell’iniziativa. Il direttivo di Foto Forum, in collaborazione con Elisa Cappellari, ne ha selezionate oltre cinquecento per presentare al pubblico il “Microcosmo Sinigo”. Sisti, infatti, non ritrae solo la fabbrica, il lavoro, ma anche il borgo. Offre così un preziosissimo spaccato delle vite di migliaia di lavoratori e lavoratrici e delle loro famiglie. La Montecatini nacque nel 1924 alla foce del torrente che dà il nome al paese a sud di Merano, all’epoca un’area rurale e paludosa. L’ubicazione venne scelta per la disponibilità di grandi quantità di energia elettrica, offerte dalle vicine centrali idroelettriche, e per rispondere alla volontà politica di portare migliaia di italiane e italiani in Alto Adige, attuando la cosiddetta “bonifica umana”. L’impianto seguiva, inoltre, l’imperativo fascista di autarchia. La nazione doveva essere autosufficiente e, proprio per aumentare la produzione interna diminuendo le importazioni alimentari estere, negli anni Venti sì avviò la produzione intensiva di fertilizzanti chimici azotati. Erano proprio questi a essere prodotti a Sinigo. Il villaggio Montecatini, successivamente chiamato Borgo Vittoria, ospitava le famiglie dei dipendenti ed era anch’esso improntato all’autosufficienza. Al suo interno c’erano la scuola, l’ambulatorio medico, lo spaccio alimentare, le sale comuni, gli orti, il campo sportivo. Le attività extra lavorative erano poi pianificate dal Dopolavoro aziendale che organizzava gite, manifestazioni sportive, corsi, concerti, proiezioni, adunate. Le figlie Gianna e Silvana, in un’intervista realizzata nel 2002 dalla giornalista Elisabeth Baumgartner, raccontano così il padre: “Era una persona molto curiosa, sempre con la macchina fotografica al collo: al lavoro, a casa, fuori casa. Inoltre, realizzava i ritratti di amici, colleghi. Anche quelli dei contadini e delle contadine dei dintorni che in cambio gli davano frutta, verdura, uova, fiaschi di vino. Era socialista, mal tollerava le uniformi e portava sempre – anche in fabbrica – la camicia bianca, ma era amico di tutti perché aveva un grande senso di comunità”. Tra macchinari, componenti usurati, spazi industriali, vita privata e pubblica, Sisti propone lo spaccato della vita dell’epoca, in cui il fascismo è un apparizione marginale e la vita comunitaria è il centro di tutto. Alla mostra presso Foto Forum si affianca, il 24 settembre alle 18 presso Palazzo Rottenbuch, in via Armando Diaz 8 a Bolzano, l’incontro di approfondimento con Andrea Di Michele, professore di Storia contemporanea alla Libera Università di Bolzano. Di Michele si occupa di storia delle regioni di confine, di fascismo e di Italia repubblicana. La sua ultima pubblicazione è Terra italiana. Possedere il suolo per assicurare i confini 1915-1954, edito da Laterza. 
Durante la stessa serata verrà proiettato il video d’artista Plant Plant di Katrin Hornek, realizzato nel 2021 per ar/ge kunst e BAU, istituto per l’arte contemporanea e l’ecologia, a finalizzazione della ricerca durata un anno proprio sulla Montecatini di Sinigo.

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