BZ danza: METAMORPHOSIS DANCE Prisma - Pubblicato da FondazioneHaydnStiftung

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Informazioni evento

Metamorphosis Dance nasce sulla grande esperienza artistica di Iratxe Ansa e Igor Bacovich, coppia d’arte e vita. Iratxe è basca, Igor, italiano di origini slave. Si sono conosciuti nei Paesi Bassi. Lei danzatrice al Nederlands Dans Theater, compagnia che ha raggiunto dopo gli studi alla John Cranko Schule di Stoccarda e molte esperienze in Europa in prestigiosissime compagnie; lui interprete tra gli altri di Krisztina de Châtel e Nanine Linning dopo la formazione all’Accademia Nazionale di Danza di Roma e all’Università CODARTS di Rotterdam. Insieme guidano, creano, danzano per Metamorphosis Dance, progetto artistico dove le loro esperienze trovano un’idilliaca sintesi in un linguaggio rigoroso, estremamente fisico, astratto eppure lirico, costruito attraverso un movimento sempre sorprendente e impeccabile. Al Festival arrivano con la prima nazionale di Prisma, creazione per sei interpreti sul tema delicato del terrorismo, che Iratxe conosce bene essendo cresciuta negli anni Ottanta in pieno conflitto basco. Un omaggio a chi è stato colpito da questo tipo di violenza pensato per il Centro Memorial de las Victimes del Terrorismo d Vitoria-Gasteiz, un invito alla riflessione e a cogliere la luce quando il limite viene superato. Nato a partire da ricerche sociologiche, da raccolte di testimonianze con i sopravvissuti, il lavoro, con una composizione coreografica rigorosa e anche seduttiva, attraversa le cinque fasi del lutto: negazione, ira, negoziazione, tristezza e accettazione. Una pièce che parla del conflitto e del suo superamento, della forza della luce che permette di guardare nuovamente al futuro. Come un prisma che si trasforma con la luce che lo attraversa, anche lo spettacolo vuole parlare di come un’esperienza profondamente dolorosa possa trasformare le persone, e con loro condurre verso una società migliore.

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Date e orari evento :

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    Antonio Latella, regista e drammaturgo di fama europea, dirige Riccardo III di William Shakespeare, nella nuova traduzione di Federico Bellini. «Il male è. Non è una forma, non è uno zoppo. Non è un gobbo. Il male è vita. Il male è natura. Il male è divinità. Il nostro intento è quello di provare ad andare oltre l’esteriorità del male cercando di percepirne l’incanto. È chiaro che se il male stesso viene rappresentato attraverso un segno fisico il pubblico è portato ad accettarlo, vede la “mostruosità” e la giustifica. Anzi, prova empatia se non simpatia con e per il protagonista. Ma è ancora accettabile questo “alibi di deformità” nel ventunesimo secolo?» si chiede Latella. «A noi interessa la forza della parola, la seduzione della parola, e, perché no, la scorrettezza della parola. […] Il male che mi interessa è nella bellezza, non nella disarmonia. Il male è il giardino dell’Eden. Una bellezza opulenta e ingannatrice, fatta di relazioni pericolose, di giochi di seduzione continui. E, in questo, Riccardo III è il maggiore dei maestri. La sua battaglia non è per la corona, non per l’ascesa al trono, ma è per la sottomissione del femminile, quando è proprio il femminile che gli darà scacco matto; difatti sarà la Regina madre a portare a termine una tremenda maledizione». Il Riccardo III di Latella è interpretato da un cast importante «forte per talento e capace di dare ad ogni personaggio letterario qualcosa di fortemente artistico» prosegue il regista «un cast che ammali gli spettatori mettendo al primo posto del loro lavoro il potere performativo della parola che il Bardo ci consegna e ci lascia in eredità […]. A tutti i miei collaboratori artistici ho chiesto di dare bellezza al male e non bruttezza, perché chi tradì il paradiso fu l’Angelo più bello». di William Shakespeare traduzione Federico Bellini adattamento Antonio Latella e Federico Bellini regia Antonio Latella con Vinicio Marchioni, Silvia Ajelli, Anna Coppola, Flavio Capuzzo Dolcetta, Sebastian Luque Herrera, Luca Ingravalle, Giulia Mazzarino, Candida Nieri, Stefano Patti, Annibale Pavone, Andrea Sorrentino dramaturg Linda Dalisi scene Annelisa Zaccheria costumi Simona D’amico musiche e suono Franco Visioli luci Simone De Angelis regista assistente e movimenti Alessio Maria Romano assistente volontario Riccardo Rampazzo produzione Teatro Stabile dell’Umbria e LAC - Lugano Arte e Cultura durata: 160 minuti incluso intervallo
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