All that Music...! - JAZZER 5 (I) - Pubblicato da parkhotellaurin

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Informazioni evento

ALL THAT MUSIC – JAZZ
Line up
Luca Mannutza piano
Michele Polga tenor sax
Francesco Lento trumpet
Stefano Senni double bass
Andrea Nunzi drums
C’è tutta l’estetica bop fino alle attuali tendenze del jazz che trova espressione nella ricerca di questo ensemble, nato dall’iniziativa compositiva dei leader Luca Mannutza e Michele Polga. Ritmo, swing, armonie complesse, melodie ardite, brani in equilibrio tra tradizione e spunti personali.
www.lucamannutza.com
www.michelepolga.com
Ingresso libero, supplemento di 10 euro sulla prima consumazione dopo le ore 21.

Contatti :

Date e orari evento :

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  • Jakob Seiwald: vocals Günther Pfeifhofer, Alex Radmüller, Korbinian Hofmann, Walter Brugger, Sonja Messner: saxophones Willi Prader, Andreas Schwärzer, Berni Brugger, Tobias Mitterhofer, Elias Weissteiner: trumpets Florian Lanz, Alex Grünfelder, Jörg Bergmeister, Michael Taschler: trombones Stefan Oberhofer: piano Luis Zöschg: guitar Hannes Mayr: bass Peter Paul Hofmann: drums Art Directors: Michael Lösch & Helga Plankensteiner. Da 41 anni la Big Band Intica è sinonimo di swing e versatilità musicale. Con Jakob Seiwald come carismatico cantante e sotto la direzione di Peter Paul Hofmann, la band reinterpreta in chiave jazz i classici successi natalizi americani nello stile di Frank Sinatra, Michael Bublé e Tony Bennett. Il concerto comincia alle ore 21:30 al Laurin Bar. Supplemento di 12 Euro sulla prima consumazione a partire dalle 21:00. Info e prenotazione tavolo: Laurin Bar, T 0471 311 570
  • Direzione D'Orchestra Hossein Pishkar Orchestra Orchestra Haydn di Bolzano e Trento Programma Carl Maria von Weber: Ouverture zu «Oberon» J 306 John Adams: Shaker Loops Pëtr Il'ič Čajkovskij: Sinfonia n. 1 in sol minore, op. 13 "Sogni d'inverno" L’opera di Carl Maria von Weber “Oberon, or The Elf King’s Oath” viene eseguita per la prima volta il 12 aprile 1826 – solo due mesi prima della morte del compositore – alla Royal Opera House Covent Garden. Nell’Ouverture, ultimata tre giorni prima della prima, si concentrano i temi principali di un avventuroso viaggio esotico che dalla Francia porta a Bagdad passando per Tunisi. “Shaker Loops ricorre agli aspetti per me tra i più affascinanti del linguaggio minimalista: una pulsazione sicura e leggera, ampie armonie e timbri nonché architetture musicali che si formano lentamente”, così John Adams commenta il suo lavoro più popolare, composto – dopo un primo tentativo fallito – nel 1978 come sestetto e arrangiato nel 1983 per orchestra d’archi. Il concetto del loop deriva dall’epoca del nastro magnetico, quando si incollavano tra loro clip musicali come pezzetti di carta. La parola “shake” si riferisce a una tecnica violinistica e alla rituale danza agitata degli “shaker” – una setta religiosa presente un tempo anche nel New Hampshire, stato d’origine del compositore. “Sono inutile, sono una nullità”, si lamenta Tchaikovsky tormentato dai dubbi interiori mentre lavora alla sua prima sinfonia, che definirà un “peccato di gioventù”. L’opera dalle cupe atmosfere invernali completata nel 1866 naturalmente non è “un trascorso da dimenticare”, bensì una testimonianza del suo talento.
  • “Vado ogni domenica alle 12 dal barone von Suiten”, scrive Mozart nell’aprile 1782 al padre. Gottfried van Swieten dispone a Vienna di un ampio archivio musicale con opere di Händel e Bach. Mozart è solito prendere in prestito le stampe e i manoscritti, studia le tecniche di composizione e nel 1783 le applica con virtuosismo in una fuga. Cinque anni dopo combina gli “esercizi per le dita” con un nuovo Adagio introduttivo. Dal 1777 al 1790, le opere di Haydn sono incontrastate al vertice dei “Concerts Spirituels” parigini con 256 esecuzioni. Nel 1785 consegna all’orchestra del Concert de la Loge Olympique sei sinfonie “parigine”. Anche la Sinfonia n. 92 approda nel 1789 nella capitale francese prima di essere eseguita nel 1791 a Oxford in occasione del conferimento della laurea ad honorem a Haydn. “È tutto un trastullarsi, un punzecchiare, un civettare”, così il giornale “Allgemeine Musikalische Zeitung” commenta il secondo movimento dell’Ottava sinfonia di Beethoven, composta nel 1812 e, secondo il pianista Carl Czerny, “nettamente migliore” della più famosa “Settima”. Che il compositore si sia abbandonato a “innocenti gioie” o sia forse innamorato? Mentre rifinisce la sinfonia invia lettere d’amore a una destinataria anonima: “Già a letto le idee si spingono verso te, mia eterna amata, dapprima gioiose, poi di nuovo tristi, in attesa che il destino ci dia ascolto. Posso solo vivere con te o non vivere affatto.”

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