Jazzfestival Alto Adige: Voix Croisée - Didier Levallet Quintet - Pubblicato da ale inside

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Didier Levallet, B, Céline Bonacina, Sax, Airelle Besson, Trp, Sylvaine Helary, Fl, François Laizeau, Dr
Didier Levallet, uno dei mostri sacri del jazz francese, in questa formazione è affiancato da tre giovani soliste e da un altro grande artista transalpino, il batterista François Laizeau, componente della prestigiosa Orchestre National de Jazz tra il 1997 e il 2000 quando a dirigerla c’era proprio Levallet. Entusiasta per quell’esperienza che metteva assieme musicisti di esperienza orchestrale e talenti emergenti, Levallet ha voluto replicarla nel suo progetto “Voix Croisées”. Il primo album di questo quintetto, inciso nel 2013, fa già capire quanto varie siano le personalità musicali dei singoli artisti, la cui fusione sviluppa trame sonore talvolta sorprendenti. Levallet e Laizeau assicurano una solida base ritmica, sulla quale i fiati si possono sbizzarrire in improvvisazioni convincenti.

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  • “Un’orchestra da camera suona una melodia. Piuttosto, descrive una melodia: ma solo come un’ombra può descrivere un oggetto e un’eco può descrivere un suono. L'idea è che la melodia stessa non sia esplicitamente presente, ma piuttosto suggerita, frammentata, o riflessa attraverso variazioni, ritorni e digressioni, con un centro mobile e forse inafferrabile” – così Luciano Berio descrive “Requies” del 1984, dedicato alla moglie deceduta un anno prima, la cantante e compositrice Cathy Berberian. Finalmente libero: nel 1790 muore il datore di lavoro di Haydn, il Principe Nicola I Esterházy. Quando il figlio lo esonera dall’incarico, Haydn, ormai libero professionista, concorda insieme a Johann Peter Salomon l’esecuzione di sei nuove sinfonie per i concerti che l’impresario offre in abbonamento a Londra. La Sinfonia n. 93 nasce nella primavera del 1791 e viene eseguita per la prima volta con grande successo nel febbraio 1792 all’inaugurazione dei “Salomon Concerts”. La serie di concerti termina tre mesi più tardi con la Sinfonia n. 97 di Haydn. Nel Fin de Siècle dell’Europa centrale, il mondo è ancora in ordine: l’austriaco Franz Schreker idea il suo “Intermezzo” attorno al 1900, all'età di 22 anni, partecipando a un concorso di composizione per un “piccolo brano orchestrale caratteristico per strumenti ad arco” e si aggiudica il primo premio – grazie alla conduzione delle parti e all’“armonia ad essa legata”.
  • Annika Borsetto: vocals, ukulele, percussion Thomas Blaas: guitar, violin, mandolin, blues harp Mike Lintner: guitar, cajon Art Directors: Michael Lösch & Helga Plankensteiner I “Whiskey & Ginger” sono composti dalla straordinaria cantante Annika Borsetto, dal polistrumentista Thomas Blaas e dal chitarrista e cajonista Michael Lintner. Il loro ricco programma live include composizioni originali e reinterpretazioni di brani degli anni ’60, ’70 e ’80, proposte in stile folk americano, folk irlandese, evergreen e country, con influenze jazz e blues. Il concerto comincia alle ore 21:30 al Laurin Bar. Supplemento di 12 Euro sulla prima consumazione a partire dalle 21:00. Info e prenotazione tavolo: Laurin Bar, T 0471 311 570
  • Nel settembre 1872 Carl Ferdinand Pohl, il bibliotecario della Società viennese degli amici della musica, sottopone all’attenzione del suo direttore artistico Johannes Brahms sei “Feldparthien”: sono sei divertimenti per strumenti a fiato attribuiti a Haydn. Nell’estate 1873 Brahms scrive variazioni su un corale composto dai sei divertimenti, “allenandosi” così nella progressiva trasformazione ed evoluzione degli elementi costitutivi e dei motivi della sua musica nonché nell’arrangiamento orchestrale che più avanti caratterizzerà la sua opera sinfonica. Con il suo unico concerto per violino ultimato, nel 1806 Beethoven fa evolvere ulteriormente un genere che sino ad allora andava dal concerto dei maestri barocchi italiani fino a Mozart. L’opera a impianto sinfonico con un primo movimento lunghissimo sembra avvicinarsi più ai concerti per violino di Brahms, Tchaikovksy o Sibelius che non ai predecessori del XVIII secolo. Il 12 maggio 1926 viene eseguita per la prima volta la Prima sinfonia di Shostakovich – suo lavoro di diploma al Conservatorio di Leningrado – che verrà poi fatta conoscere a livello internazionale da Bruno Walter e Arturo Toscanini. Shostakovich si rivela da subito un mattacchione: nella partitura del diciannovenne, influenze di Stravinsky, Prokofiev, Mahler e Hindemith si fondono in un linguaggio tonale originale e puntiglioso, con acrobazie dettate dall’ironia e comicità che all’epoca si potevano ammirare al circo o nei film muti, ma non ancora nelle sale da concerto.

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