Nico Gori: clarinet, sax
Mattia Martorano: violin
Lino Brotto: guitar
Franz Zanardo: guitar
Flippo Tantino: bass
Art Directors: Michael Lösch & Helga Plankensteiner
Con oltre 15 anni di attività, Almamanouche è una delle formazioni italiane più apprezzate nel panorama gypsy jazz. Ispirati alla tradizione musicale di Django Reinhardt, i musicisti di Almamanouche fondono virtuosismo, passione e improvvisazione in uno spettacolo travolgente, dove il ritmo dello swing incontra le sonorità gitane. Un dialogo musicale che coinvolge, regalando al pubblico un viaggio sonoro tra Parigi e New York negli anni ’30, arricchito anche da composizioni originali. Al Laurin il gruppo avrà un ospite di prestigio internazionale, il sassofonista e clarinettista Nico Gori, che vanta una carriera ricca di collaborazioni illustri nel panorama del jazz contemporaneo.
Il concerto comincia alle ore 21:30 al Laurin Bar.
Supplemento di 12 Euro sulla prima consumazione a partire dalle 21:00.
Info e prenotazione tavolo: Laurin Bar, T 0471 311 570
Nel settembre 1872 Carl Ferdinand Pohl, il bibliotecario della Società viennese degli amici della musica, sottopone all’attenzione del suo direttore artistico Johannes Brahms sei “Feldparthien”: sono sei divertimenti per strumenti a fiato attribuiti a Haydn. Nell’estate 1873 Brahms scrive variazioni su un corale composto dai sei divertimenti, “allenandosi” così nella progressiva trasformazione ed evoluzione degli elementi costitutivi e dei motivi della sua musica nonché nell’arrangiamento orchestrale che più avanti caratterizzerà la sua opera sinfonica. Con il suo unico concerto per violino ultimato, nel 1806 Beethoven fa evolvere ulteriormente un genere che sino ad allora andava dal concerto dei maestri barocchi italiani fino a Mozart. L’opera a impianto sinfonico con un primo movimento lunghissimo sembra avvicinarsi più ai concerti per violino di Brahms, Tchaikovksy o Sibelius che non ai predecessori del XVIII secolo. Il 12 maggio 1926 viene eseguita per la prima volta la Prima sinfonia di Shostakovich – suo lavoro di diploma al Conservatorio di Leningrado – che verrà poi fatta conoscere a livello internazionale da Bruno Walter e Arturo Toscanini. Shostakovich si rivela da subito un mattacchione: nella partitura del diciannovenne, influenze di Stravinsky, Prokofiev, Mahler e Hindemith si fondono in un linguaggio tonale originale e puntiglioso, con acrobazie dettate dall’ironia e comicità che all’epoca si potevano ammirare al circo o nei film muti, ma non ancora nelle sale da concerto.
Direzione D'Orchestra
Alessandro Bonato
Orchestra
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Programma
Johann Strauß (Sohn):
"Voci di primavera", Walzer op. 410
Josef Strauß:
Feuerfest! / Polka française op. 269
Johann Strauß (Sohn):
Tritsch-Tratsch-Polka
Johann Strauß (Sohn):
Die Fledermaus, Ouverture
Johann Strauß (Sohn):
Fledermaus-Quadrille, op. 363
Johann Strauß (Sohn):
Annen-Polka, op. 117
Johann Strauß (Sohn):
"Bauern-Polka", op. 276
Johann Strauß (Sohn):
Künstlerleben, Walzer op. 316
Johann Strauß (Sohn):
Künstler-Quadrille, op. 201
Johann Strauß (Sohn):
Csardas dal "Ritter Pázmán", op. 441
Johann Strauß (Sohn):
Un ballo in maschera (Quadriglia), op. 272
Johann Strauß (Sohn):
Unter Donner und Blitz / Polka schnell op. 324
Johann Strauß (Sohn):
Sul bel Danubio blu, valzer op. 314
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