Giovanni Castell : "Aporie" - Pubblicato da Goethe2

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Informazioni evento

Attraverso gli attuali lavori fotografici “Aporie”, Giovanni Castell intraprende una nuova strada: egli crea delle realtà proprie. La fotografia diventa così soltanto una mezzo supplementare e come logica conseguenza si pone in secondo piano. La rinuncia a qualsiasi forma di autenticità è pertanto cosciente e voluta.
Sin dalle origini della fotografia, nella prima metà del 19.secolo, le immagini venivano contraffatte, ma la fotografia digitale dei nostri tempi ha potenziato ulteriormente la possibilità della manipolazione. Questa mescolanza di spazialità virtuali ricreate in computer, di fotografia classica e di schizzi presi da internet, diventa per Giovanni Castell una nuova forma di pittura.
Nel passato gli artisti viaggiavano attraverso i paesi per trarne ispirazioni e realizzare i propri schizzi. Oggi si può benissimo viaggiare / navigare in internet per raccogliere impressioni e schizzi: “Nei miei quadri finestra ho sviluppato io le spazialità e i mondi esterni, i quali corrispondono esattamente a ciò che voglio far vedere” dice Giovanni Castell. La questione non è più se la realtà delle immagini è controllabile, ma l’ulteriore sviluppo del medium. Le grandi spazialità fanno riferimento a un nuovo Biedermeier; come delle fasi di quiete prima dei grandi sconvolgimenti. Il motivo ricorrente in tutte le immagini è la finestra, la soglia tra interno ed esterno, dalla quale gli artisti sono affascinati da secoli. Famose sono le figure di schiena di Caspar David Friedrich che guardano nostalgiche in lontananza. La forma ridotta della finestra e la sua somiglianza formale ad una griglia o alla cornice stessa attorno all’immagine, interessa anche pittori contemporanei come Gerhard Richter o Günther Förg.
Augadoro venivano chiamate le finestre nel Medioevo, e questo sono per Giovanni Castell, poiché la tensione che si viene a creare agli occhi degli osservatori nello scambio tra interno ed esterno, lo ispira e da forza alle sue immagini. “Mi affascina il buio, la non luce nelle mie immagini”.

Giovanni Castell è nato nel 1962 a Monaco di Baviera. Ha lavorato per anni da autodidatta come fotografo di moda, design e prodotti, prima di iniziare nei tardi anni ottanta la sua carriera di artista. Vive e lavora a Amburgo, Germania.

Mostre personali: 2013 Galleria Goethe Galerie, Bozen; 2012 Kunsthaus Hamburg; 2011 Foto-Raum,Wien; 2010 Galerie Ruzicska, Salzburg; 2010 Galleria Goethe Galerie, Bozen; 2007 Found Galerie, Hamburg; 2006 Galerie Augstein, Berlin; Galerie Ruzicska, Salzburg; 2005 Galerie 22, Hamburg; 2003 Pavillon, Bad Gastein; 1999 Freiraum Fleetinsel, Hamburg;
Mostre collettive: 2013 Museum Salzburg (Flowers & Mushrooms); 2012 Museion, Museum für moderne und zeitgenössische Kunst, Bozen; „11“(11 Künstler: Baselitz, Richter, Meese, Kirkeby…); 2011 Museum Weishaupt, Münster; 2009 Galerie Ruzicska (Verschwindende Landschaften), Salzburg; 2008 Kunsthalle Emden (Garten Eden); 2007 Galerie Ruzicska (Back to nature), Salzburg; 2006 Galerie Ruzicska (Roundhouse),Salzburg; 2005 Galerie Ruzicska (Rondhouse), Salzburg; 2002 Bauart by Ten;

Contatti :

Date e orari evento :

L'evento si tiene dal 19 Apr 2013 al 21 Mag 2013

Note sugli orari :

Lu-Ve/Mo-Fr: 10.00 - 12.30 / 15.30 - 19.30
Sab pomeriggio chiuso / Sa nachmittag geschlossen

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    Vincenzo Merola si innesta con il suo lavoro su una doppia tradizione, quella dell’arte concreta e delle sperimentazioni verbovisive. Linguaggi apparentemente molto diversi ma che condividono tra loro l’ambizione a utilizzare il piano bidimensionale del supporto come campo per investigazioni di natura rigorosa e concettuale che, però, riescano ad avere anche un aggancio di natura estetica. Ciò che però costituisce la peculiarità e la freschezza nella ricerca di Merola è la capacità di servirsi di questi esempi ormai storicizzati per deviarli ai suoi scopi. In questa maniera, all’interno di forme nate da una certa rigidità e chiusura, cominciano a fare capolino aspetti che riguardano la casualità, la comunicazione, la cronaca, il corpo e la propria quotidianità. Si possono così incontrare diagrammi che traspongono e analizzano drammatici fatti di cronaca, simbolismi geometrici che mappano il proprio orizzonte esistenziale giornaliero oppure quadri astratto-concreti formati applicando sistemi compositivi aleatori. È forse in questo che si inserisce l’eresia e la deviazione più sensibile nel lavoro dell’artista: realizzare opere compositivamente ineccepibili, riferimento a una storia molto attenta agli equilibri del dipinto, che per assurdo vengono portate a termine senza investimento intimo ed emozionale. In questo affidamento al caso c’è in realtà una profonda consapevolezza della relatività di tutte le cose, come anche della piccolezza dell’umano nei confronti della realtà nella sua interezza. Per Merola questa operatività è un modo per uscire da se stesso e vedere in maniera più spersonalizzata. Per l’osservatore è un invito a riconsiderare la propria posizione nel mondo, apprezzando anche equilibri cromatici che stimolano l’attenzione per la loro delicatezza e leggerezza. Vincenzo Merola è nato nel 1979 a Campobasso, dove vive e lavora. Tra le più recenti mostre personali si segnalano: Un lancio di dadi (a cura di Angela Madesani, presso BI-BOx Art Space a Biella), Frequenze (a cura di Matteo Galbiati, presso Maurizio Caldirola Arte Contemporanea a Monza), Silent Borders (a cura di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio, presso il Centro di arte contemporanea dell’Università del Molise) e Diapason | Alighiero Boetti - Vincenzo Merola (a cura di Valerio Dehò, presso la Galleria Stefano Forni a Bologna); tra le collettive: Orthogonal Landscape (presso Manuel Zoia Gallery a Milano), Cantiere tempo (a cura di Matteo Galbiati, presso Villa Reale a Monza), Nuove opere della collezione tra acquisizioni e proposte (a cura di Bruno Corà e Tommaso Evangelista, presso il CAMUSAC a Cassino) e le partecipazioni a numerose fiere in Italia e all’estero (Arte Fiera - Bologna, ArtVerona, Art Karlsruhe, ART.FAIR - Cologne, Drawing Room - Madrid, Art Bodensee - Dornbirn).

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